Breve storia di un biglietto da visita

Breve storia di un biglietto da visita

Alessandro Bonaccorsi Pubblicato il 8/23/2019

Ogni biglietto da visita compie un viaggio: riesci a immaginarlo?

“Ti lascio il mio biglietto da visita!”. E poi? Che succede? Alcune storie curiose (ma verosimili) che potrebbe aver vissuto il vostro biglietto da visita!

Vi siete mai chiesti cosa succede quando consegnate un biglietto da visita nelle mani di una persona che avete appena conosciuto?

In questo articolo proveremo ad immaginare la vita di quel biglietto dopo che ha lasciato la vostra mano, quindi una volta uscito di casa!

Il biglietto da visita “vede la luce”

La storia inizia al buio, dentro una scatola: il vostro biglietto da visita se ne sta impilato insieme ad almeno 100 altri biglietti tutti uguali. Profumano ancora di inchiostro e non vedono l’ora di viaggiare per il mondo. La vostra faccia felice è la prima che ricorderanno, non quella dei tipografi, degli addetti al taglio o alla spedizione. La vostra faccia felice ed entusiasta.

Quel biglietto, se ben progettato, rappresenterà te e il tuo mondo professionale, forse anche qualcosa di più. Già, perché non sei un “John Doe” qualunque da mock-up: hai un nome e una personalità tutta tua che dovrebbe rispecchiarsi nella tua identità professionale.

Man mano che userete quei biglietti da visita, inizieranno a viaggiare per il “mondo”, uscendo dalle vostre tasche, dalla vostra borsa, venendo colti dalla vostra scrivania o da uno stand: saranno spesso accompagnati da un sorriso e una stretta di mano, a volte saranno solo pescati da un mucchietto in una fiera, in un evento, dal vostro negozio o da qualsiasi altro luogo dove siano esposti.

La prima domanda che dobbiamo farci è: perché qualcuno prende il mio biglietto da visita?

Chi prende un biglietto da visita, se ti ha conosciuto, vuole ricordarsi chi sei e avere le informazioni per contattarti in seguito. È lo stesso motivo per cui potrebbe chiederti l’amicizia su Facebook o su Linkedin.

Altrimenti, se non ti conosce, prende il biglietto per informarsi su di te: sa che lì troverà tutte le informazioni che gli serviranno per conoscere ciò che fai ed eventualmente contattarti.

Il biglietto da visita viaggia di mano…in tasca

A questo punto il biglietto da visita, arrivato nella mano di un’altra persona, probabilmente finirà in una delle sue tasche (nella giacca, nei pantaloni – speriamo di no! -, nella borsa, nel portafoglio).
Da lì, i biglietti da visita più fortunati usciranno alla luce per posizionarsi, su di una scrivania, se non in un raccoglitore apposito con tante tasche trasparenti, in cui troverà altri biglietti da visita. Dato che il Secondo Millennio è arrivato già da qualche anno, è probabile che qualcuno fotografi il biglietto e lo archivi digitalmente con qualche software di annotazione o di gestione progetti.

A questo punto il tuo biglietto da visita sembra aver svolto il suo lavoro.
Giace sul tavolo del tuo potenziale cliente, magari in bella vista: ha avuto il suo minuto di notorietà, ma da quel momento in poi potrebbe cadere nell’oblio e non servire più a niente…

Il biglietto da visita è il tuo…alleato silenzioso

Devi agire per fare in modo che ogni volta che il tuo potenziale cliente vede quel biglietto si ricordi di te, di quanto sei simpatico, di come lavori bene e di quanto potrai essere utile. Devi in qualche modo riattivarlo, come se tu avessi un comando a distanza per poterlo far illuminare e catturare di nuovo l’attenzione.

Telefona, scrivi una mail, un messaggio di auguri, insomma mantieni il contatto vivo e vedrai che man mano che la vostra relazione professionale si amplifica, il biglietto da visita sarà lì a ricordargli il tuo lavoro e la tua faccia sorridente.

Fonte: https://www.flickr.com/photos/financialaidpodcast/2969459862/

Non esagerare, lascia che il tempo faccia il suo corso.
Sii naturale, utile e gradevole. A meno che non debba pagarti non devi essere percepito con un disturbatore seriale, uno spiacevole richiamo a qualcosa di sgradito.

E considera che quel biglietto da visita, se lo hai ben progettato, se si differenzia dagli altri, se ha tutte le informazioni giuste, lavorerà anche senza di te. Fino a spiegazzarsi, sgualcirsi e a svolgere il suo servizio anche con i fianchi strappati. È uno dei tuoi migliori servitori, uno dei più fedeli paladini del suo re.

Amalo, progettalo nel miglior modo, spendici il tuo tempo e vedrai che, seppur piccolo, potrà darti un sacco di soddisfazioni.