Mentre con libro d’arte si intendono genericamente tutte le pubblicazioni che fanno riferimento all’arte (come cataloghi, monografie di artisti, trattati e critiche…), il libro d’artista è un’opera d’arte che utilizza il libro come formato. A volte è la forma stessa del libro, altre volte è la sua funzione a ispirare l’opera. A volte i libri d’artista ricorrono a forme di stampa, impaginazione e rilegatura ricercate, tanto da creare veri e propri oggetti d’arte (i libri-oggetto, per l’appunto) altre volte, pur in una forma convenzionale, è la presentazione dei contenuti a stupire. A volte si tratta di edizione limitate in pochi, unici esemplari, altre volte sono prodotti in un numero di copie elevato per consentire una distribuzione economica.
Il libro d’artista può dunque assumere varie strutture ed essere distribuito in varie modalità, dalle più tradizionali alle più sperimentali; a distinguere il libro d’artista da qualsiasi altra pubblicazione è la sua capacità di scardinare le aspettative nei confronti dell’essenza, della forma e della funzione di un libro.
Fin dalla genesi del libro come prodotto stampato nel XV secolo, gli artisti hanno avuto un ruolo attivo nell’illustrarli. Tuttavia, i libri come oggetti d’arte veri e propri nascono nel XX secolo, con l’avvento delle Avanguardie. Celebri a tal proposito sono i libri d’artista del Futurismo, di cui puoi trovare tra i più notevoli esempi in questo articolo.
Qui di seguito abbiamo invece deciso di concentrarci sulle evoluzioni della seconda metà del secolo, quando, soprattutto a partire dagli anni Sessanta, il libro d’arte passa da oggetto elitario a strumento di comunicazione pop. Gli esempi proposti non potranno certo fornire un panorama completo sulle innumerevoli, straordinarie forme che i libri d’artista hanno assunto nel corso degli ultimi decenni, ma sono stati scelti per mostrare alcuni approcci e incuriosire ad una conoscenza più profonda del fenomeno.
Libri d’artista: quando il libro può diventare un’opera d’arte