Diventare illustratore: 7 passi per trasformare la passione in professione

Diventare illustratore: 7 passi per trasformare la passione in professione

Candido Romano Pubblicato il 9/4/2019

Fare del disegno e dell’illustrazione il proprio mestiere è l’aspirazione di molti. Non tutti però riescono  a diventare illustratori professionisti, e a fare della propria passione un lavoro che permette di pagare le bollette. Col passare del tempo molti smettono, pensando di non avere talento o fermandosi alle prime difficoltà. Ma il talento non è per forza una cosa innata: la creatività è infatti un esercizio che deve essere coltivato ogni giorno.

Trasformare la propria passione in professione, in questo caso di illustratore, presuppone una serie di passi importanti da compiere. Oggi vedremo una roadmap con consigli pratici per diventare illustratore.

1 – Diventare illustratore: Partire è la cosa più difficile

Una solida base in qualsiasi lavoro creativo è fondamentale, anche per diventare illustratore. Bisogna innanzitutto:

  • Fare molta pratica: bisogna essere degli esperti nella propria materia, quindi esercitarsi ogni giorno per conoscere a fondo l’anatomia, il colore, la composizione. Frequentare una scuola di illustrazione per avere una giusta educazione potrebbe essere utile, ma non è per forza necessario. Ci sono anche diverse soluzioni online, tra cui Skillshare, che offre corsi validi di illustrazione, tenuti da illustratori professionisti di successo.
  • Digitale o illustrazione tradizionale: questo non è importante, bisogna infatti sperimentare tecniche diverse. È fondamentale “sporcarsi le mani”, sbagliare, riprovare. Una illustrazione finita è meglio di una perfetta. Bisogna darsi degli obiettivi, anche non estremi, come ad esempio produrre una illustrazione finita alla settimana. Il libro How to Be an Illustrator è un buon punto di partenza.
  • Conoscere chi ci ha preceduto: l’illustrazione va studiata, sia gli autori contemporanei che i grandi del passato. Questo per conoscere gli stili, le tecniche e le possibilità che può offrire questo mestiere. Fifty Years of Illustration è un volume da tenere assolutamente sulla scrivania. Diventare illustatore significa anche avere un quadro preciso sullo stato dell’arte dell’illustrazione del recente passato e contamporanea.
Una pagina del libro Fifty Years of Illustration, organizzato cronologicamente – Credits: Laurence King

 2 – Diventare illustratore: Capirsi prima di farsi capire

Una volta costruita una solida base tecnica e conosciuti i lavori di diversi autori, inizia un percorso che può essere lungo e tortuoso, ma necessario. Chi vuole diventare illustratore deve farsi una prima domanda fondamentale: chi sono io? La risposta non è per niente semplice, perché inizialmente si tende a copiare lo stile dei propri autori preferiti.

Bisogna a un certo punto trovare la propria voce, certamente con le influenze di ciò che si è studiato, ma abbastanza unica da rendere personale ciò che si produce, per essere riconoscibili e creare una personalità forte attraverso le proprie illustrazioni.

Col tempo si capirà in cosa si è bravi, creando ciò che si ama: illustrazione per bambini? A tema sci-fi? Oppure spaziare su diversi generi ma mantenendo uno stile coerente? Questo serve per farsi identificare e rendersi utile agli obiettivi di marketing di uno specifico magazine o di un’agenzia di comunicazione. L’obiettivo non è guardare la propria illustrazione e sentirsi soddisfatti, ma capire i bisogni dei potenziali clienti (giornali, riviste, agenzie, eventi) e produrre un lavoro che funzioni, che racconti una storia chiara ed emozionante se associata a un testo. Per diventare un illustratore professionista occorre capire dove le proprie abilità e capacità possono essere sfruttate in concreto.

Moodboard di varie illustrazioni – Credits: Candido Romano

3 – Diventare illustratore: Costruire il proprio brand

Molti illustratori lavorano come freelance: questo significa cercare clienti con i quali lavorare, ma anche e soprattutto comunicare al meglio il proprio lavoro per essere trovati. Non basta semplicemente essere bravi, ma cercare anche di avere una visione chiara per farsi notare, online e offline, dai potenziali clienti.

C’è molto di più all’interno del cosiddetto personal branding oltre una lista di clienti o il proprio portfolio, quelli arrivano dopo. Si tratta invece di tutto ciò che fa un illustratore, di ciò che scrive, i suoi interessi, la sua personalità. Ecco alcuni consigli e strumenti per costruire una forte identità:

  • Fornire un’immagine sincera di sé stesso: in questo modo i propri follower e i potenziali clienti riusciranno a rappresentare in maniera corretta anche i lavori che vengono mostrati. Fare branding significa crearsi una reputazione: se si è onesti con le persone, allora si vedrà un ritorno futuro.
  • Essere coerente: nel linguaggio che si usa, nel proprio stile, nei soggetti che si illustrano.
  • Avere una concreta visual identity: in questo caso bisogna avere un logo e un nome riconoscibile, biglietti da visita (qui alcuni nostri consigli).
  • Darsi degli obiettivi a medio, breve e lungo termine: sono utili a focalizzare l’attenzione su una meta. “Entro due anni voglio pubblicare una mia illustrazione su quel magazine”. Magari non si realizza, ma nel frattempo si è mosso qualcosa: la produzione di nuove illustrazioni, l’impegno per contattare quell’art director specifico. Tutte esperienze utili per provarci di nuovo in futuro. Inoltre questo processo può essere condiviso (online e offline) per mostrarsi attivo agli occhi di tutti.
Con i biglietti da visita nobilitati, si ha un effetto migliore al tatto e alla vista – Credits: Pixartprinting 

4 – Diventare illustratore: Promuovere il proprio lavoro offline

Una volta accumulata esperienza in materia, scelte le migliori illustrazioni da mostrare e il tipo di clienti con i quali lavorare, bisogna passare alla fase di acquisizione. Significa far capire ai potenziali clienti che si è pronti a prendersi la responsabilità di determinati lavori come illustratore. Se si vuole davvero guadagnare da questo mestiere allora bisogna vedersi come un business. Significa cercare attivamente commissioni, connessioni con i clienti, insomma chiamarsi con una sola parola: illustratore, non più aspirante.

Ecco alcuni consigli pratici per farsi conoscere.

  • Costruire il proprio portfolio (e mostrarlo): questo è fondamentale e deve rappresentare al meglio il proprio stile, le proprie idee e contenere i migliori lavori. Pixartprinting offre ad esempio diverse soluzioni di stampa come riviste, cataloghi e libri. Le possibilità sono moltissime e possono incontrare diversi gusti: stampare il proprio portfolio in maniera professionale è fondamentale per diventare un illustratore professionista.
  • Entrare in contatto con l’industria: partecipare a fiere ed eventi di settore nella propria zona e fare networking conoscendo persone dal vivo può essere molto utile per il futuro. Si deve uscire dal proprio studio e non avere paura di mostrarsi per ciò che si è. Diventare un illustatore significa anche sapersi muovere nei diversi settori dove le proprie produzioni possono trovare mercato.
  • Portare il proprio lavoro nelle mani degli art director: fare una lista potenziale di clienti con i quali si vorrebbe lavorare e risalire a chi decide riguardo le pubblicazioni. Bisogna conoscere a fondo di cosa si occupa l’agenzia o il magazine al quale ci si propone, inutile proporsi senza sapere quali problemi si possono risolvere per il cliente. Un metodo tradizionale, ma comunque ancora utile, è quello di inviare brevi lettere cartacee con materiale stampato, ad esempio una piccola scheda o cartolina con una propria illustrazione per annunciare che si è disponibili. 
C’è l’imbarazzo della scelta per costruire il proprio portfolio, tra formati, stili e dimensioni differenti – Credits: Pixartprinting

 5 – Diventare illustratore: Promuovere il proprio lavoro online

Diventare illustratore è anche questione d’immagine. Oggi internet ricopre un ruolo fondamentale per la promozione del proprio lavoro. Importante è creare giorno dopo giorno la propria presenza digitale, è fondamentale per vedere il proprio lavoro “fiorire”. Il consiglio è creare  un portfolio online dei propri lavori, anche con un blog per raccontare il proprio percorso ed esperienza, per essere trovabili anche su Google. Inoltre è importante anche la presenza su almeno 3 piattaforme:

  • Instagram: utilissimo e pieno di art director a caccia di illustratori. Su questa piattaforma gli hashtag sono importantissimi (ad esempio #art, #illustrationtoday e molti altri). Servono a dare visibilità alle proprie illustrazioni, quindi almeno in questo caso sono da usare sempre, chiaramente con parsimonia. Il consiglio è di creare un account specifico per mostrare le proprie opere e partecipare attivamente. Seguire i propri illustratori di riferimento (qui un utile motore di ricerca per illustratori) e postare regolarmente può aiutare molto. Far capire agli altri il proprio apprezzamento è inoltre molto utile: senza esagerare, si può commentare il lavoro di altri artisti usando il proprio account. Devono essere commenti però costruttivi, non mero comment marketing in grandi quantità.
  • Facebook, Behance e Dribble: anche queste sono piattaforme utili dove creare un profilo e mostrare cosa si sa fare. L’importante è partecipare attivamente ed essere consistente nella pubblicazione di materiale. Mostrare il proprio lavoro, ma anche il contesto: non è necessario solo postare i propri disegni o illustrazioni finite. Si può pubblicare quindi il processo che ha portato al lavoro finito, degli sketch, un video mentre si crea qualcosa.
  • Email: molti art director preferiscono essere contattati semplicemente tramite email. Si può quindi preparare una lista di email e inviarle agli art director, includendo alcuni esempi dei propri lavori e link ai profili social. Esistono anche soluzioni a pagamento che offrono database di contatti, ma ad esempio anche una semplice ricerca della parola chiave “Art Director” su LinkedIn potrebbe dare i suoi frutti. Ovviamente mai mandare materiale senza conoscere a fondo l’azienda che si sta contattando.
Instagram può essere davvero uno strumento potentissimo per farsi trovare – Credits: Candido Romano

Diventare illustratore non è di certo facile e non si tratta di una carriera da cui aspettarsi subito il successo: occorre molta pazienza, tanto lavoro e qualche anno per costruire una solida base tecnica e successivamente di clienti, ma la soddisfazione finale sarà grande. Queste sono solo alcune idee ed ispirazioni alle quali rifarsi per far avviare la propria carriera e diventare un illustratore professionista. Ma un elemento fondamentale non può mancare per chiunque scelga di intraprente questa strada: la passione. Illustrare e disegnare deve essere davvero un qualcosa che vi da gioia e piacere. Con questa base di partenza sarà più facile motivarvi e spingervi ad adottare soluzioni creative e a mettervi in gioco per far valere la vostra creatività e il vostro talento.

Soprattutto ora che è facile auto sponsorizzarsi e proporsio attraverso la rete, la passione sincera e autentica diventa un elemento fondamentale per provare a diventare illustratori professioniasti.

6 – Diventare illustratore: Gestire la burocrazia

Come accade per ogni attività, anche se volete diventare illustratori dovete capire come inquadrare questa occupazione dal punto di vista legale e fiscale.

Orientarsi su questo aspetto non è affatto semplice. Cerchiamo ora di darvi qualche indicazione di base che dovrete approfondire. Anzitutto dovete rispondere a una domanda: fate dell’illustrazione la vostra attività professionale principale o è piuttosto un’attività secondaria o un hobby?

Se è un’attività secondaria e saltuaria, la vostra attività potrà essere fiscalmente inquadrata come collaborazione occasionale. Il limite di compensi che potete ricevere in un anno è di 5.000 euro netti (la cifra aumenta di poco per gli studenti sotto ai 25 anni). Se invece sarete illustratori di professione, probabilmente supererete questo limite di incasso in un anno. In questo caso dovrete aprire una Partita Iva.

Infine, le cose cambiano se pensate di lavorare principalmente in ambito editoriale. In questo caso, solitamente, i contratti con la casa editrice coinvolgono la cessione dei diritti d’autore e non è sempre necessario aprire una partita iva.

7 – Diventare illustratore (e continuare ad esserlo): La formazione continua

Coronare il proprio sogno di diventare illustratore è qualcosa di grandioso. Complimenti! Ma se siete diventati illustratori, vi sarete accorti di una cosa: non è un obiettivo stabile che si raggiunge, si tratta piuttosto di un cammino costante – faticoso quanto appassionante!

Una volta che inizierete a lavorare come illustratori il miglioramento continuo e la ricerca di contatti, nuove collaborazioni e stimoli saranno il vostro pane quotidiano. Ecco qualche consiglio a riguardo.

  • Partecipate a workshop e formazioni: summer school e corsi per professionisti sono un’ottima occasione per continuare ad aggiornarsi e dare nuove direzioni al proprio lavoro. Sono anche un buon modo di fare amicizia e prendersi una breve pausa dal tran-tran quotidiano.
  • Le fiere di settore sono un’altra ottima opportunità per fare networking, capire cosa stanno facendo gli altri illustratori e cosa richiedono i committenti. Partecipando potete anche farvi conoscere di persona! In Italia e in Europa ci sono rinomate fiere internazionali come la Bologna Children’s Book Fair, dedicata all’editoria e all’illustrazione per bambini, ma anche una miriade di eventi più piccoli e altrettanto interessanti!
  • Libri, riviste, biblioteche. Non sottovalutiamo le risorse cartacee. Libri e manuali possono aiutare a migliorare il proprio stile. La continua ricerca passa anche dallo scoprire, osservare e analizzare i capolavori del passato (soprattutto quelli nascosti e meno conosciuti). Visite in biblioteche di settore o librerie storiche sono sempre una entusiasmante fonte di sorprese.

Quindi forza: avete tutti gli ingredienti per mettervi in gioco!

Buon lavoro