Viaggi avventurosi a prova di Instagram: i consigli del travel blogger e archeologo Andrea Angelucci

Viaggi avventurosi a prova di Instagram: i consigli del travel blogger e archeologo Andrea Angelucci

Redazione Pubblicato il 10/7/2019

Il viaggio è un’esperienza di crescita personale inimitabile.

Per questo Pixartprinting ha voluto supportare l’archeologo e instagrammer Andrea Angelucci, che affronta i propri viaggi con cuore analogico e sguardo digitale. Quaderni per gli appunti,biglietti da visita, segnalibri e cartelline non mancano nel suo zaino e lo accompagnano nei suoi viaggi avventurosi in giro per il mondo. Potete ammirare i suoi splendidi scatti seguendo i suoi profili Instagram e Facebook.

Abbiamo chiesto ad Andrea di raccontarci la sua esperienza come instagrammer e archeologo: un mix non comune che lo rende un influencer atipico. Il suo racconto ci ha emozionati e incuriositi e lo vogliamo condividere con voi. Siete pronti a calarvi nei panni di un vero Indiana Jones dell’epoca digitale?

Buona esplorazione!

Instagram e viaggi consapevoli: binomio possibile?

Viaggiare è diventato mainstream.

Ci sono migliaia di influencer che mostrano i loro viaggi nei luoghi più remoti ed esclusivi del pianeta. Se fate attenzione, è difficile trovare una descrizione profilo in cui non si specifichi, tra le passioni elencate, quella di “viaggiare”. Ma cosa significa viaggiare? Oppure, cosa dovrebbe davvero significare?

Esistono diversi modi di viaggiare. Puoi scegliere di essere un turista, chiuderti in un villaggio o isolarti in un albergo con pacchetto tutto compreso. Oppure puoi scegliere di essere un viaggiatore. E cosa distingue un turista da un viaggiatore? La curiosità, la voglia di mettersi in gioco, quella di esplorare e scoprire.

Sono un archeologo, appassionato di storia sin dalla tenera età. Non posso pensare di visitare un luogo senza cercare una rovina, un’antica chiesa, senza approfittare dell’occasione per indagare l’essenza del posto che mi ospita, le sue tradizioni e la sua cultura.Non farlo significherebbe viaggiare a metà. Per questo, quando scelgo le mete dei miei viaggi, cerco sempre luoghi che abbiano molto da offrire in termini di patrimonio storico, archeologico ed artistico. La scelta della Francia del sud come meta di questa esplorazione è quindi non casuale.

Questa zona d’Europa è piena zeppa non solo di siti e testimonianze storiche, ma soprattutto di miti e leggende. L’archeologia d’altronde è proprio questo: un viaggio nella storia, ma anche nei paesaggi e soprattutto nel lato più intimo dell’essere umano.

Ho studiato archeologia, seguendo la mia passione e sono diventato guida turistica abilitata, facendo del “viaggio” e della divulgazione storica il mestiere della mia vita. Viaggio per diletto, viaggio per lavoro e amo condividere le emozioni che provo ogni volta. In questo la passione per la fotografia mi ha supportato non poco e, alla fine, anch’io sono approdato sui social.

Il segreto per lo scatto perfetto? Cogliere l’attimo e godersi il momento

Cerco di utilizzare i social sfruttandone i lati positivi, ovvero l’opportunità di condividere bellezza e contenuti di valore.

Alcuni scatti non sono stati facili da realizzare: spesso mi sono dovuto alzare all’alba o ho dovuto scalare una montagna, affrontare il freddo o viceversa il caldo torrido. Praticando alpinismo ho la fortuna di godere di paesaggi mozzafiato, di vedere scorci che pochi possono ammirare. Anche se pesa molto, porto sempre nel mio zaino la reflex per avere la possibilità di catturare istantanee cariche di meraviglia.

In Francia Sono salito di notte su una montagna per fotografare il castello di Montsègur sotto un tappeto di stelle. Ho anche affrontato un impervio sentiero di montagna per poter fotografare al meglio il castello di Queribus, appollaiato su un aspro sperone roccioso. Credo che scattare foto sia utilissimo per fissare i ricordi, ma senza esagerare: altrimenti si vive il viaggio solo dentro il mirino della reflex (o dello smartphone).

Collezionare il giusto numero di foto, scattate solo dopo aver assaporato il momento della scoperta, aiuterà a proiettare nel futuro le sensazioni provate durante lo scatto. Quante volte mi capita di aprire l’hard disk e mettermi a spulciare l’archivio solo per rivivere i ricordi!

Tra diario di bordo e acquerelli: come Andrea si prepara al viaggio

Da qualche anno ho iniziato a compilare dei taccuini su cui annoto i miei appunti.

In quanto guida turistica devo continuamente approfondire, studiare e analizzare i luoghi, i monumenti e le vicende che poi illustro nei tour. Partito dalle sole parole, ho iniziato anche a disegnare ispirato, e sono orgoglioso di dirlo, da uno di quei film che mi hanno “cambiato” la vita, ovvero “Indiana Jones e l’ultima Crociata”, dove il padre del famoso archeologo studiava i miti del Graal prendendo appunti costellati di schizzi e disegni.Così sono finito spontaneamente a creare dei piccoli acquerelli che mi sono utili non solo per rilassarmi, ma soprattutto per fissare i dettagli dei luoghi che visiterò. I miei notebook sono una piccola galleria di disegni intervallati da appunti che sembrano scritti in maniera frenetica e disordinata, ma assolutamente comprensibili alla mia mente nel momento del bisogno.

Acquisita questa abitudine, è stato naturale iniziare a postare sui social le foto in cui disponevo il mio disegno esattamente di fronte al luogo che avevo ritratto come a voler dire: “Eccomi, alla fine ce l’ho fatta, ti ho studiato e ti ho raggiunto!”.

Die hard: il fascino intramontabile degli appunti scritti “a mano”

Ho apprezzato l’interesse formatosi attorno agli scatti dei miei appunti condivisi nei social: per me rappresenta il successo di porsi a cavallo tra la modernità di Facebook ed Instagram e la romantica consuetudine dei viaggiatori ed esploratori del passato di annotare e disegnare. Innovarsi rimanendo ancorato al passato è un po’ la sintesi della mia vita.

Questo modo di viaggiare consapevole e analogico suscita interesse anche nelle persone che incontro durante i miei viaggi: in Pakistan il mio libretto è stato immortalato in vari articoli di giornale, ed anche in Francia ha riscosso successo e gradimento. Credo che l’attitudine che ho nel preparare gli appunti a mano, sui miei taccuini, sintetizzi in pieno l’idea che ho del viaggio: se si viaggia consapevoli, si viaggia due volte. Si torna a casa con un bagaglio di esperienze molto più ricco.

#Travelessentials: il kit di Pixartprinting per supportare le esplorazioni di Andrea

Pixartprinting ha ideato il kit #Travelessential sulla base delle mie esigenze di viaggiatore consapevole, che vuole condurre un’attività di esplorazione a tappeto.

Mi occorrevano quaderni per registrare i numerosi appunti di viaggio con cui fissare idee, sensazioni, pensieri e dati. Cartelline per conservare documenti, ricevute e chiaramente i biglietti aerei. Segnalibri, preziosi per chi non rinuncia a informarsi e approfondire durante il viaggio e poi biglietti da visita, indispensabili per chi fa del viaggio una professione.Ciascun oggetto stampato, come le T-shirt, era connotato dal simbolo che identifica questo viaggio: la croce patente rossa. Un simbolo che riassume in sé molte cose. Era il simbolo usato dai crociati che, nel 1209, attraversarono in armi proprio la Francia intenzionati a sconfiggere i catari accusati di eresia. Accusa che fu mossa anche contro l’ordine cavalleresco più famoso della storia, i Templari, che proprio in terra francese avevano le loro sedi più importanti. E sono proprio i templari il filo conduttore che lega i luoghi che ho visitato in questo viaggio. Il loro aspetto storico è stato offuscato negli anni da miti e misteri che progressivamente li hanno avvolti.

Misteri e ricordi di viaggio: tra castelli, appunti e incontri inaspettati …

Voglio raccontarvi due aneddoti di viaggio ancora freschi nei miei ricordi.

A Rennes-le-Château, mentre scrivevo degli appunti sul taccuino davanti alla torre di Magdala, una coppia di turisti italiani mi ha avvicinato. Hanno notato la grafica impressa sul quadernino del kit, mi hanno osservato curiosi mi hanno chiesto in inglese se fossi il classico cacciatore di tesori come i tanti che frequentano il paesino! Mi sono presentato rispondendo in italiano che ero lì per un’indagine nella Francia meridionale e che alla fine avrei diffuso sui social le mie impressioni, sensazioni e deduzioni. Subito hanno domandato dove e come avrebbero potuto seguirmi nel futuro; al quel punto quindi ho lasciato loro un paio di bigliettini da visita del kit #travelessentials con i recapiti necessari a trovarmi sui social.Un altro incontro insolito mi è capitato ai piedi del castello di Montségur dove ho conosciuto il responsabile del campeggio in cui ho pernottato. Un signore dai modi gentilissimi che non parlava una parola d’inglese, ma che sapeva decisamente farsi capire a gesti. E proprio nell’ultima discussione che ho intavolato con lui, al momento di lasciare il camping, ho notato al suo dito un anello contraddistinto da una evidente croce catara, molto simile a quella stampata sul kit.Alla mia domanda, utilizzando il traduttore online “ma i catari esistono ancora o no?” Pascal, questo il suo nome, mi ha risposto sorridendo e allargando le braccia, come a volermi indicare, senza poter aggiungere altro, che la mia ricerca era sulla direzione giusta e come a volermi dire “sì, ma non voglio dirti altro, scoprilo da solo”. Felice e ancor più stimolato dopo quell’incontro ho voluto lasciargli un bigliettino da visita, facendogli notare il simbolo impressovi sopra, promettendogli che sarei tornato presto per continuare la mia indagine.

Il viaggio? Inizia prima della partenza e finisce dopo il ritorno

Il mio processo di scoperta prosegue anche dopo il ritorno a casa. Il viaggio, d’altronde, inizia ben prima della partenza e si conclude ben oltre il ritorno. Quando si ritorna a casa, si apre la fase della metabolizzazione. È il momento ideale per riguardare gli scatti o rileggere gli appunti, per ricomporre il puzzle delle esperienze e delle sensazioni. Al termine di questa fase, si crea un mosaico di ricordi che lascia il segno e s’incastra per sempre nel bagaglio delle esperienze.I social non vanno demonizzati. Usiamoli per approfondire i contenuti, diamo più valore alle esperienze. Distinguiamoci dal mare d’istantanee superficiali che ci mostrano vite che paiono tutte perfette. Portiamoci un taccuino, prendiamo appunti a penna, seduti davanti a un monumento o a uno splendido paesaggio, registriamo analogicamente le nostre sensazioni.Godiamoci l’esperienza in prima persona, e solo dopo cediamo alla compagnia degli strumenti digitali. In futuro potremo riassaporare le sensazioni provate e sapranno trasmetterci di nuovo meraviglia e stupore. E non sarà una serie di semplici lettere lette su uno schermo a parlarci: sarà la nostra grafia, l’inchiostro che abbiamo versato, a farci viaggiare di nuovo nello spazio e nel tempo.