#Powercolors: il verde oliva

#Powercolors: il verde oliva

Giovanni Blandino Pubblicato il 3/11/2024

Relax, divise militari, controcultura e pacchetti di sigarette: il verde oliva è probabilmente uno dei colori che rappresenta cose e sentimenti tra i più lontani gli uni dagli altri. Quello che può sembrare il colore più naturale che ci sia – quello dello splendido frutto dell’albero di ulivo – è in realtà un pigmento abbastanza raro in campo tessile. Nonostante questo, è una tinta quasi onnipresente nella nostra cultura visiva. Come mai?

Uno dei motivi principali è che il verde oliva è stato scelto come colore delle uniformi da uno degli eserciti più importanti al mondo: quello degli Stati Uniti. Ma il verde oliva non è solo questo. Forse anche complice il suo “retaggio” militare in realtà questo colore è stato utilizzato nei modi più sorprendenti.

Oggi vi accompagniamo alla scoperta del verde oliva: storia, aneddoti e applicazioni più famose.

Che colore è il verde oliva?

Il verde oliva è una sfumatura di verde che vira sul giallognolo e – come ci suggerisce il nome – ricorda il colore delle olive. È un colore ambivalente. Da una parte se guardiamo la psicologia dei colori il verde oliva suggerisce calma, pace e relax ed è anche spesso associato alla natura e alle attività all’aria aperta. Dall’altra parte è il colore simbolo delle divise militari ed è spesso simbolo di potere. L’albero di ulivo, ad esempio, era per gli antichi greci il simbolo di Atena, dea della saggezza e della guerra.

Il codice Pantone del verde oliva è 17-0535 TCX. Mentre per l’uso nel digitale, secondo Encycolorpedia, il codice HEX da usare per il verde oliva è #8d8b55.

Storia del verde oliva: si inizia dai volti medievali…

Secondo alcune fonti, il termine verde oliva inizia a comparire nel corso del medioevo per indicare un verde con tonalità giallognole o marroni, simile appunto al tipico frutto dell’albero di ulivo.

In questa epoca un pigmento color verde oliva (in particolare, una sfumatura denominata terra verde) aveva un particolare uso in pittura: veniva posto sotto ai volti nei sorprendenti dipinti di pittori e maestri. Era un “trucco” noto: una volta coperto dal colore rosa questo strato verde rendeva infatti più credibili le ombre e la struttura – oggi diremo texture – della pelle.

La cosiddetta Madonna Ruccellai dipinta da Duccio di Buoninsegna usando la terra verde come base per i volti. Immagine: restaurars.altervista.org

Il maestro della pittura senese Duccio di Buoninsegna è celebre per usare questo accorgimento. Per questo oggi, in alcuni suoi dipinti i volti dei protagonisti appaiono verdi. Le tonalità rosa si sono infatti scolorite, lasciando visibile solo il verde sottostante. L’effetto è abbastanza bizzarro.

…e si arriva alle divise militari

Oggi invece il verde oliva – un pigmento che in natura è in realtà abbastanza raro – è invece molto presente nell’abbigliamento. Il motivo è uno: nel corso dello scorso secolo, fu scelto come tinta delle divise militari di molti paesi.

Una delle sfumature del verde oliva è infatti il verde militare (in inglese olive drab): il colore che, a partire da inizio Novecento, è stato usato per le divise militari dell’esercito degli Stati Uniti. Il verde militare infatti è particolarmente utile per mimetizzarsi in alcuni tipi di paesaggio: per questo è stato scelto nella Seconda guerra mondiale e nel corso della Guerra del Vietnam per armi, divise, carri armati e addirittura boxer. Solo nel 1981 il verde militare è stato sostituito con un altro tipo di motivo mimetico a quattro colori chiamato Woodland.

Nel corso dei decenni il verde militare utilizzato dall’esercito statunitense cambiò gradazione per i motivi più disparati. Ad esempio per le parate militari si iniziò ad utilizzare un verde militare più patinato, che meglio figurava rispetto all’originale, mentre nel 1943 le forze aeree incorporarono nel colore alcune specifiche anti-infrarossi.

Oggi le forze armate di molti altri paesi indossano uniformi verde militare, tra cui Cuba, Venezuela, India e Austria.

Il verde oliva: dalle uniformi alle controculture

Robert De Niro nel film Taxi Driver di Martin Scorsese, con l’iconica maglia verde militare. Immagine: verocinema.com

Curiosamente il verde oliva – o la sua sfumatura verde militare – negli anni Sessanta e Settanta è stato anche uno dei colori simbolo della controcultura americana, del pacifismo e dell’anti-consumismo. Almeno dal punto di vista del vestiario.

Complici le grandi scorte di vestiti militari in surplus che tornarono nel mercato dopo la Seconda guerra mondiale, nel corso dei decenni successivi molti giovani americani iniziarono a indossare i vestiti militari verde oliva in opposizione allo status quo e, in maniera ironica, in contrapposizione all’omologazione delle uniformi.

A contribuire a rendere iconici gli abiti verde oliva, negli anni Settanta, furono due film cult. Al Pacino in Serpico e Robert De Niro in Taxi Driver, film di Martin Scorsese del 1976, impersonano due outsider che indossano abiti militari, verde oliva.

Al Pacino in Serpico, indossa una maglia verde oliva. Immagine: sbiff.org

Il “colore più brutto al mondo”?

Una particolare sfumatura del verde oliva – in particolare un verde oliva molto scuro, tendente al marrone e identificato dal codice Pantone 448 C – è considerato il colore più brutto al mondo.

Tutto nasce nel 2012 quando il governo australiano era alla ricerca della tinta meno attraente di tutte: l’idea era infatti di usare questo colore nel packaging di tabacco e sigarette in modo da scoraggiarne l’acquisto. Ebbene, l’incaricata agenzia di mercato individuò il colore meno allettante proprio in questa sfumatura del verde oliva.

Un mockup di un pacchetto di sigarette con il verde oliva più brutto al mondo. Immagine: itsnicethat.com

Anche se alcuni lamentarono che lo stesso colore era stato scelto da Leonardo da Vinci per dipingere la veste di Gioconda, la scelta del governo australiano forse non è stata del tutto sbagliata. Negli anni successivi molti altri paesi utilizzarono questo colore per i loro pacchetti di sigarette: tra cui il Canada, Israele, Nuova Zelanda, Slovenia e Arabia Saudita.

Il verde oliva nella moda, nel design e nell’arredamento

In realtà il verde oliva classico, ovvero quello identificato dal codice Pantone 17-0535 TCX, è tutto fuorché un colore respingente.

Il vestito verde oliva di Prada indossato dall’attrice Maya Hawke sulla passerella del Festival di Cannes 2023. Immagine: tg24.sky.it

Nella moda il verde oliva infatti è utilizzatissimo perché è un colore neutro, facile da abbinare con altri colori.

Ma ancora di più ha contribuito al suo successo il fatto che il colore sia collegato, a torto o a ragione, al mondo militare – un’associazione di idee da sfruttare in modo più o meno irriverente. Secondo alcuni infatti questo colore ha dominato la moda a partire dagli anni Novanta distinguendosi in particolar modo come colore anticonformista

La poltrona Cavelli di IKEA del 1959, nel tessuto originale color verde oliva. Immagine: architecturaldigest.com

In arredamento invece il verde oliva è spesso utilizzato perché molto versatile e accogliente. Negli ultimi anni, ad esempio, è assai utilizzato per i mobili e gli accessori. Questa scelta in realtà non è una novità: uno dei primi apprezzati mobili IKEA, la sedia Cavelli realizzata nel 1959 da Bengt Ruda, viene presentata al pubblico in uno splendido formato color verde oliva.

E voi che ne pensate del verde oliva? In che modo e con quali significati lo utilizzereste nei vostri progetti?