La migliore biblioteca del mondo è a Barcellona

La migliore biblioteca del mondo è a Barcellona

Anabel Herrera Pubblicato il 3/13/2024

Le biblioteche pubbliche non sono più solo ed esclusivamente templi del sapere. Oltre a favorire l’abitudine alla lettura, a stimolare la fantasia e la creatività e a facilitare l’accesso alle proposte culturali, sono luoghi di incontro e di scambio di esperienze. Vengono denominate anche come il “terzo posto”, termine coniato da Ray Oldenburg e che compare nella sua opera “The Great Good Place” (1999). Il sociologo americano parlava di luoghi in cui avviene l’apprendimento formale o informale. La casa e il centro di lavoro sarebbero rispettivamente il primo e il secondo. E poi ci sarebbero quegli spazi ibridi che percepiamo come accoglienti, come le biblioteche, i caffè, i parchi o le palestre.

In questa classifica rientra senza dubbio la Biblioteca Gabriel García Márquez, nel quartiere Sant Martí di Barcellona, la migliore biblioteca pubblica del mondo nel 2023 secondo la Federazione internazionale delle associazioni e istituzioni bibliotecarie (IFLA).

Struttura sotto forma di libri aperti

Inaugurata nel maggio 2022, la struttura dispone di 4.294 mq distribuiti su cinque piani, con un patio centrale di forma triangolare che li collega tutti tramite una scala e fornisce luce naturale al cuore dell’edificio. La struttura è una combinazione di diversi legnami, provenienti da foreste certificate, e acciaio, cosa che non solo riduce l’impronta di carbonio e abbassa i costi di produzione, ma ha anche una funzione decorativa. L’edificio appare come una pila di libri aperti, con le pagine bianche, orientati in direzioni diverse.

Spazi che si adattano all’utente

Estudio Suma, autore del progetto, non solo ha perseguito elevati standard architettonici, ma si è anche concentrato con la massima precisione sull’utilità degli spazi. Nella Biblioteca Gabriel García Márquez ogni utente può trovare il suo angolo speciale.

Ci sono spazi separati da tende bianche trasparenti che non hanno nulla da invidiare ai più moderni spazi di coworking. Un patio esterno circondato da alberi e piante dove si può ascoltare il canto degli uccelli mentre si lavora al proprio laptop. Uno spazio interno con amache per mettersi comodi mentre si sfoglia un libro. Una cucina in cui sono previsti incontri con il personale sanitario per promuovere abitudini di vita sane e salutari. Sala riunioni, aula multimediale, sala per gruppi di lettura e un ambiente appositamente studiato per la stimolazione sensoriale.

La biblioteca di Barcellona è l’unica in tutta la Spagna ad avere una stazione radio. Nella programmazione di Ràdio Maconda c’è spazio per gli enti e le associazioni educative e di quartiere che vogliano presentare la propria attività con programmi che restano in rete sotto forma di podcast. E sono quasi 100!

Omaggio al Premio Nobel e alla letteratura latinoamericana

La biblioteca rende omaggio al giornalista e scrittore, la cui figura è rappresentata in un busto in bronzo e, come non potrebbe essere altrimenti, è specializzata in letteratura latinoamericana. Una curiosità: si trova proprio accanto alla piazza Carme Balcells, agente del Premio Nobel e autore di “Cent’anni di solitudine” e “Il colonnello non ha nessuno che gli scriva”, ma anche di altri scrittori di successo come Mario Vargas Llosa, Julio Cortázar, Isabel Allende o Pablo Neruda.

Il centro ospita anche il fondo Francisco Ibáñez, uno dei fumettisti spagnoli più prolifici e riconosciuti, creatore di personaggi come Mortadelo e Filemón (conosciuti come Mortadello e Polpetta in italiano) e della serie Rue del Percebe o El Botones Sacarino. Ibáñez era abitante del quartiere, da qui il contesto e anche il fatto che il primo semaforo di Barcellona con le simpatiche sagome di Mortadello e Polpetta fosse installato proprio davanti alla biblioteca.

La biblioteca, anima della comunità

La Biblioteca Gabriel García Márquez, che serve 55.000 persone ed è visitata da utenti provenienti da tutta Barcellona e da curiosi turisti stranieri, era una pretesa storica del quartiere. Ecco perché, come ci spiegano i suoi bibliotecari, gli abitanti, grandi e piccoli, l’hanno accolta con tanto entusiasmo. I ragazzi si ritrovano sotto il porticato di accesso, che forma una sorta di piazza interna, durante la pausa mattutina e anche all’uscita da scuola nel pomeriggio. I più anziani si incontrano nello spazio dei giornali e delle riviste per tenersi aggiornati. I più piccoli possono sdraiarsi sul pavimento o sedersi sui pouf nell’area riservata ai bambini.

Si tratta solo di un piccolo esempio di come le biblioteche pubbliche possano diventare spazi di vita e anima di un’intera comunità.