Torino Graphic Days. Non solo per designer

Torino Graphic Days. Non solo per designer

Alessandra Alessiani Pubblicato il 10/7/2017

Consultare un libretto di istruzioni. Rigirarsi tra le mani due ammiccanti confezioni di snack. Essere attratti dalla copertina di un libro.

Design, grafica, visual art: parole che appartengono a un mondo astratto e di soli esperti? Al contrario! Fanno talmente parte della nostra quotidianità che quasi non ce ne rendiamo conto.

Scavalcare il confine degli addetti ai lavori è il primo obiettivo di Torino Graphic Days, che dopo il successo del 2016 tornerà ad animare la Città del Bicerin dal 12 al 15 ottobre 2017 con conferenze, perfomance, mostra mercato, esposizioni artistiche. In poche parole, un via vai di creativi della comunicazione visiva in arrivo da Francia, America, Olanda, Regno Unito, passando per il meglio dell’Italia. Ben 8 saranno i workshop: dalla serigrafia lo-tech alla stampa risograph, dalla calligrafia brushpen al rebranding (tutte le informazioni per partecipare a laboratori e conferenze su www.graphicdays.it).

La location? Per chi non ci è mai entrato, sicuramente uno spazio da conoscere. Ex fonderia di 8.000 metri quadrati, oggi il Toolbox Coworking inaugurato nel 2015 ospita oltre 130 attività diverse e più di 400 membri tra freelance, professionisti, startup e aziende innovative. Ha un fascino post industriale tutto suo questo enorme hub creativo dedicato al lavoro. Dentro c’è anche un fervido laboratorio di stampa, Print Club Torino, che è tra i promotori dell’evento. Ma andiamo a conoscere meglio tutta la squadra, accompagnati dal coordinatore del Festival Fabio Guida.

Chi lavora dietro le quinte di Torino Graphic Days? 

Moltissime persone! Print Club Torino e l’associazione PLUG seguono la direzione artistica insieme all’agenzia di comunicazione Quattrolinee, mentre lo studio MG2 Architetture cura l’allestimento delle mostre e di tutte le location. Tra i promotori c’è anche TAL-Try Again Lab, che si occupa di serigrafia.

Creando questo solido network di professionisti e grazie a tanti volontari, reclutati tramite call dal Politecnico e dall’Università di Torino, dall’Istituto Europeo di Design e dallo IAAD, siamo riusciti a dare corpo al nostro sogno: portare in Italia un festival di arti visive sulla scia dei grandi esempi europei, ospitando gli artisti più interessanti del panorama internazionale.

I nomi di punta?

Quest’anno i riflettori sono sulla scena newyorkese: avremo Alexander Tochilovsky, curatore del Lubalin Center, Greg D’Onofrio e Patricia Belen, fondatori di “Display, Graphic Design Collection”, una piattaforma molto nota nel settore, dedicata alla ricerca sulla storia del graphic design del 20esimo secolo. Rilevanti anche le presenze di Ruedi Baur, graphic designer francese di approccio innovativo allo spatial design, e di Massimo Pitis, direttore artistico di Wired Italia.

Molti progetti hanno coinvolto non solo istituzioni e spazi culturali ma anche le scuole e i cittadini.

Il palinsesto di avvicinamento In The City, avviato già a settembre con incontri e mostre, è la novità di questa seconda edizione. Volevamo stimolare una partecipazione attiva del pubblico per far capire che la grafica non è un concetto di nicchia ma un ambito che tutti sperimentiamo: dalle insegne della città al foglietto illustrativo di un medicinale, ogni giorno fruiamo di messaggi che fanno parte del sistema della comunicazione visiva.

La mostra mercato sarà una vetrina per le realtà artigiane di grafica e design. Com’è l’autoproduzione italiana in questo settore?

Attualmente ci sono molte esperienze di altissimo valore. La ricerca e la cura del dettaglio stanno riacquistando una fetta di mercato consistente, c’è maggiore attenzione per l’unicità e l’artigianalità dei prodotti, e questo anche grazie ad un processo di “educazione” promosso da realtà come la nostra: Torino Graphic Days nasce anche per mettere in rete professionisti, studenti e semplici curiosi, alimentando così nuovi circuiti di sperimentazione.

Design e aziende italiane: c’è dialogo?

È in continuo aumento l’attenzione che le aziende rivolgono alla ricerca progettuale: le imprese che hanno una visione contemporanea e uno sguardo internazionale hanno imparato sempre di più ad avvalersi di professionisti del design per il rafforzamento della propria immagine. Sanno di dover emergere dall’affollamento dei messaggi visivi che caratterizza il nostro tempo: la competizione ormai si gioca sulla forza comunicativa delle immagini.

Qualche ultima curiosità in anteprima?

Beh, possiamo dirvi che ci sarà una mostra antologica dedicata ad un celebre nome della grafica italiana e performance particolari di visual art… ma varie iniziative coinvolgeranno i visitatori e queste non le sveliamo!