#PowerColors: il colore amaranto

#PowerColors: il colore amaranto

Giovanni Blandino Pubblicato il 8/8/2025

#PowerColors: il colore amaranto

Il rosso è il colore che ha forse le sfumature più varie e celebri: c’è il cremisi, lo scarlatto, il granata, il rosso pompeiano (di cui abbiamo parlato qui), il rosa. E poi c’è l’amaranto. Questa sfumatura del rosso con forti toni viola è una delle tinte più particolari che ci siano: è scura, ma allo stesso tempo brillante. È profonda e ha una storia… magica!

Non è un caso che la pianta dell’amaranto – da cui il colore prende il nome – fosse considerata dagli antichi Aztechi un dono degli dei. L’amaranto è anche il colore scelto da una delle famiglie più influenti della storia occidentale: i Medici di Firenze. Oggi l’amaranto è usato da alcune storiche squadre di calcio, dalle forze armate e – più quotidianamente – nell’arredamento, per dare un tocco raffinato alle nostre case.

Scopriamo dunque insieme l’origine, gli aneddoti e gli usi più interessanti del colore amaranto. E siate pronti a lasciarvi stupire… questa tinta è infatti associata a una delle nostre caratteristiche più belle: la capacità di meravigliarsi!

Che colore è l’amaranto?

L’amaranto è un colore che appartiene alle tonalità del rosso, con una forte componente viola. Per questo, pur essendo una tonalità del rosso abbastanza scura, risulta anche brillante, piena, decisa.

Immagine: pantone.com

Dal punto di vista della psicologia dei colori, l’amaranto è dunque un colore molto forte e autorevole: è associato alla meraviglia, alla capacità di lasciarsi sorprendere.

Nella stampa, il codice Pantone del colore amaranto è 19-2410 TCX, se invece volete utilizzare questa tinta nel digitale, il codice hex del colore amaranto è #9F2B68 (anche se dobbiamo dire che esistono diverse sfumature di questo colore, alcune delle quali più morbide e rosacee).

Da dove viene il colore amaranto?

Il colore amaranto deve il suo nome a una pianta. E non una pianta qualunque: l’amaranto era una pianta importantissima per gli Aztechi, gli Inca, i Maya e le altre civiltà del centro e sud America: era infatti considerato il grano degli dei.

Una pianta di amaranto in fiore. Immagine: edendeifiori.it

La pianta di amaranto – che conta decine di specie diverse – è originaria del Messico. Le specie più note hanno un particolare fiore a forma di spiga dalla meravigliosa colorazione rossa. Si pensa che, già in epoche antichissime, gli esseri umani ne mangiassero sia i semi che le foglie. Le civiltà precolombiane ne consumavano in grandi quantità, insieme al mais, dato che ha ottime proprietà nutritive (oggi l’amaranto, essendo un alimento privo di glutine, viene utilizzato nell’alimentazione per celiaci). Preparati a base di amaranto venivano utilizzati anche nei riti religiosi e per realizzare degli idoli antropomorfi.

La coltivazione dell’amaranto presso gli aztechi in due illustrazioni del Codice Fiorentino. Immagini: fineartstorehouse.com; magnoliabox.com

Il nome amaranto deriva dal greco antico e vuol dire “che non muore mai” o “che non appassisce mai”. Ci sono infatti cronache di antichi greci e romani che parlano di una pianta chiamata amaranto utilizzata per chiedere la benevolenza delle dee. Tuttavia, molto probabilmente, queste fonti si riferiscono a un’altra pianta. L’amaranto fu infatti importato in Europa solo a partire dal Settecento.

L’amaranto, un colore potente: dai Medici alla Ferrari

Il colore amaranto ha dunque una lunga storia di impieghi da parte degli esseri umani. Ad esempio, è famoso perché è il colore associato alla autorevole famiglia dei Medici di Firenze, protagonista del periodo storico del Rinascimento.

Lo stemma della famiglia dei Medici. Immagine: it.wikipedia.org

Anche in ambito militare il colore amaranto ha una notevole fortuna. Durante la Seconda guerra mondiale, l’amarantoèstato il simbolo delle forze aeree britanniche. Ancora oggi il celebre basco amaranto è indossato dall’unità italiana della Folgore, specializzata in operazioni di paracadutismo.

Il colore amaranto è anche parecchio amato dallo sport. È infatti associato a diverse squadre calcistiche (e non): tra le più importanti troviamo quelle italiane del Livorno Calcio e della Reggina.

Il simbolo del Livorno Calcio. La squadra di calcio italiana fondata nel 1915 ha l’amaranto come colore ufficiale. Immagine: it.wikipedia.org

A sfruttare simbologia e potenza di questo colore è stata anche una realtà sportiva solitamente associata a un altro famoso rosso: la scuderia Ferrari. Nel 2020 infatti la celebre scuderia italiana ha festeggiato i suoi mille Gran Premi corsi in settant’anni. Per l’occasione ha “vestito” la speciale Ferrari SF1000 con una meravigliosa livrea color amaranto.

Sapete il perché di questa scelta? Nel suo primo Gran Premio, corso a Monaco nel 1950, la Ferrari fece correre in pista avveniristiche vetture di colore amaranto.

La speciale livrea color amaranto scelta dalla Ferrari per celebrare i suoi mille Gran Premi. Immagine: ruoteclassiche.quattroruote.it

Ma gli ambiti in cui il colore amaranto dà il meglio di sé sono probabilmente quelli quotidiani: uno di questi è sicuramente l’arredamento. In questo settore il colore amaranto è utilizzato per donare eleganza e raffinatezza agli interni. L’amaranto è dunque “di casa” sia nello stile industriale che in quello etnico, con un’accortezza: essendo una tinta assai forte è preferibile non abbondare. Si consiglia di impiegarlo ad esempio per esaltare tonalità dalle sfumature delicate, come il bianco[1] , il grigio perla, il verde pastello.

Un divano di design in color amaranto. Immagine: home-magazine.it

Anche voi avete un particolare legame con il colore amaranto? Avete già utilizzato questa tinta in qualcuno dei vostri progetti? Vi diamo un consiglio… lasciatevi ispirare dalla sua meraviglia!