Pittogrammi: storia ed evoluzione dei simboli “universali”

Pittogrammi: storia ed evoluzione dei simboli “universali”

Marco Minzoni Pubblicato il 12/11/2020

“Pittogramma” è una parola che non vi è nuova, vero?
Questa si riferisce ad uno specifico universo di segni sviluppato in tempi moderni, ma con origini antichissime. In sostanza si tratta di un disegno assunto convenzionalmente come segnale di qualcosa. Una definizione recentemente accettata e più dettagliata, basata sulla semiotica, vede un pittogramma come rappresentazione illustrata; un segno iconico che rappresenta fatti complessi, non tramite parole o suoni, ma utilizzando contenitori visivi di significato.
Un pittogramma rappresentato in diverse variazioni; il messaggio rimane lo stesso
Questi hanno suscitato le riflessioni di importanti progettisti e studiosi da tutto il mondo. Le definizioni sviluppate nel tempo approcciano i pittogrammi da un solo punto di vista, guardando alla storia, alla funzione o alla resa visiva, ma come riportato sopra, questi sono invece sfaccettati. Presentano infatti diversi elementi in termini di relazioni: tra il segno e quello che significa, la tecnica formale, il significato e l’obiettivo che dovrebbe raggiungere. Insomma, i pittogrammi sembrano una questione semplice, ma aprono una finestra su un mondo interessante e per niente banale! Secondo Otto Neurath (economista, filosofo ed inventore del sistema Isotype) un pittogramma è un elemento di un sistema con validità assoluta. Otl Aicher (progettista grafico e fondatore della scuola di Ulm) ha affermato che “il pittogramma deve avere il carattere di un segno, senza però essere un’illustrazione”. Per Herbert W. Kapitzki (ex professore all’Università delle Arti di Berlino e co-fondatore dell’Istituto per la Comunicazione Visiva e Design) “un pittogramma è un segno iconico che raffigura il carattere di quello che si vuole rappresentare, e utilizza l’astrazione per la sua qualità di segno”.

Storia dei segni pittorici e alcuni esempi rilevanti di pittogrammi nei millenni

Da dove sono originati i pittogrammi? Hanno degli antenati? E come si sono evoluti nel tempo? Ecco un piccolo viaggio nei millenni e nei secoli per proporvi i segni pittorici nelle loro diverse declinazioni, fino ad arrivare ai moderni pittogrammi in uso. Se dovessimo, infatti, trovare un ascendente ai pittogrammi, sarebbero i cosiddetti segni pittorici, i quali altro non sono che espressioni grafiche applicate a supporti bidimensionali. L’unica lingua tutt’ora esistente che deriva direttamente da segni pittorici è il cinese. Le prime iscrizioni cinesi risalgono infatti al 1200 a.C., e sono i famosi ossi oracolari, contenenti simboli precursori di caratteri ancora utilizzati.
Osso oracolare della dinastia Shang, immagine di Lowell Georgia
I segni pittorici sono mutati notevolmente durante il corso della storia. I più antichi risalgono al 30 000 a.C. circa, sotto forma di pittura parietale all’interno di un complesso di caverne vicino a Montignac, in Francia (le Grotte di Lascaux). Non è ancora stato capito perché queste 6.000 figure (tra animali, figure umane e segni astratti) siano state dipinte, ma è certo che non fossero utilizzate per comunicare un messaggio specifico.
Sezione dei dipinti nelle Grotte di Lascaux
Un altro importante esempio di questi segni sono i geroglifici egizi, la scrittura cuneiforme della Mesopotamia e i glifi Maya, tutti dello stesso periodo. In questo caso si trattava di veri e propri linguaggi che sfruttavano un sistema di segni pittorici. Grazie alla scoperta della Stele di Rosetta nel 1799 (che riporta la stessa iscrizione in geroglifici egizi, demotico e greco antico) è stato possibile decifrare per la prima volta dei geroglifici, e capire che rappresentavano proprio suoni di una lingua un tempo esistente.
Particolare della parte superiore della Stele di Rosetta
Nel XII secolo è emerso un nuovo tipo di segni pittorici, che sopravvive tutt’ora tra le famiglie più nobili: lo stemma araldico (o blasone). Questo veniva applicato all’elmo ed armatura dei cavalieri durante il Medioevo, e si è poi trasformato in stemma famigliare.
Stemma della famiglia italiana Mancini
Con l’invenzione della stampa nel ‘400 sono comparsi dei nuovi segni, fregi ornamentali inseriti nelle pagine dei libri chiamati vignette. Originariamente a motivi floreali (infatti il nome viene da vigna), questi si sono poi espansi su vari temi, tra cui religione, festività, i mesi, le stagioni, animali.
Esempi di vignette di vario genere

I pionieri dei pittogrammi

Da un certo momento in poi della storia moderna, i pittogrammi diventano protagonisti. L’aumento della popolarità dell’automobile e la costruzione di una rete di strade sempre più fitta portò, nel 1909 a Parigi alla proposta di un sistema internazionale di 4 pittogrammi per i cartelli stradali, accettato da Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Italia, Monaco, Spagna, e Regno Unito. Nel 1927 il sistema viene esteso e riconosciuto dal comitato per il traffico della Società delle Nazioni.
I 4 cartelli stradali proposti al convegno di Parigi del 1909
Nel 1936, Otto Neurath insieme a Rudolf Carnap e Charles W. Morris ha sviluppato il sistema Isotype (acronimo di International System of Typographic Picture Education). Questo si occupava di diagrammi standardizzati a livello internazionale, di grafici, ma anche di testo ed illustrazioni utilizzati in pubblico. Anche se al giorno d’oggi questo sistema risulta molto generalizzato, è stato il primo passo verso uno studio ed utilizzo scientifico ed internazionale dei pittogrammi.
Alcuni pittogrammi realizzati da Gerd Arntz per il sistema Isotype
I Giochi olimpici di Berlino del 1936 hanno visto i primi pittogrammi usati in contesto sportivo, anche se il punto di svolta fu nel 1964 con le olimpiadi di Tokyo. Immagini astratte e sistematicamente geometriche furono utilizzate per comunicare informazioni ai visitatori (tra cui i vari sport e discipline). Il linguaggio dei pittogrammi che conosciamo tutt’ora per le olimpiadi si sviluppa poi nel 1972 a Monaco, grazie al progettista Otl Aicher. Il suo sistema era costruito usando forme semplici e stilizzate, sviluppate ad un livello di precisione tale che questo linguaggio formale ha influenzato tutto lo sviluppo dei pittogrammi moderni fino ad oggi.
Pittogrammi relativi alle discipline della corsa di Berlino 1936, Tokyo 1964 e Monaco 1972 (con griglia di costruzione)
Nel 1968 un gruppo di studio formato all’interno dell’Associazione degli Aeroporti tedeschi ha prodotto un rapporto in cui raccomandava l’uso dei pittogrammi all’interno degli aeroporti. Nelle decadi successive questi sistemi sono stati applicati ai trasporti pubblici locali e nazionali.

Pittogrammi in progetti commerciali

Ed oggi? Qual è la situazione attuale? Oramai siamo abituati a trovare pittogrammi ovunque, sia su supporti fisici che digitali. Questo linguaggio è ancora utilizzato in tantissimi contesti, vediamone qualche esempio in alcuni interessanti progetti commerciali.
Il sistema visivo e di wayfinding dell’aeroporto di Colonia-Bonn realizzato da Intégral Ruedi Baur Paris tra il 2003 e 2005 include non solo pittogrammi, ma anche un carattere tipografico costruito sulla stessa griglia e con le stesse forme base. I pittogrammi sono divisi in due categorie: nella prima ci sono segni semplici e stilizzati caratterizzati da uno spesso contorno, e nella seconda invece silhouette realistiche e dettagliate.
Sistema visivo e di wayfinding dell’aeroporto di Colonia-Bonn
Sistema visivo e di wayfinding dell’aeroporto di Colonia-Bonn
Nel 2013 Sagmeister & Walsh progetta l’identità visiva per Function Engineering, un’azienda specializzata in design meccanico ed ingegneria per sviluppo di prodotti in vari settori. Il sistema visivo ruota attorno ad una serie di pittogrammi che richiamano uno stile meccanico. Lo stesso stile viene utilizzato per il logotipo.
Immagini di Sagmeister &Walsh
Immagini di Sagmeister &Walsh
Eurosport ha commissionato all’agenzia londinese DixonBaxi lo sviluppo di tutte le grafiche del Grande Giro 2018 (che include Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta a España). Come parte dell’enorme lavoro sistematico di direzione creativa per foto e video e grafica su ogni supporto, l’agenzia ha creato numerosi pittogrammi da utilizzare soprattutto su piattaforme digitali.
Immagini di DixonBaxi
Immagini di DixonBaxi
Immagini di DixonBaxi
Il team Pentagram di Sascha Lobe ha realizzato grafiche e wayfinding design per la sede centrale della società di cosmetici Amorepacific a Seul. I pittogrammi si inseriscono in modo armonioso nell’architettura (progettata da David Chipperfield) e dialogano sia con la tipografia in inglese, sia con gli ideogrammi in coreano e cinese. Il progetto ha ricevuto diversi premi tra cui il Beazley Design of the Year 2019.
Immagini di Pentagram Desig
09Come abbiamo visto i pittogrammi hanno origini lontane. I loro antenati, i segni pittorici, hanno subito forti evoluzioni durante la storia. Da quando i pittogrammi sono stati formalizzati, a partire dal secolo scorso, hanno letteralmente invaso la nostra vita di tutti i giorni. Ancora oggi questi sono ampiamente utilizzati, e gli esempi analizzati sopra ci fanno capire la loro grande importanza in tantissimi campi.