Il packaging ispirato agli anni ‘70

Il packaging ispirato agli anni ‘70

Anabel Herrera Pubblicato il 4/23/2024

Un famoso proverbio recita: “Si stava meglio quando si stava peggio”. L’evocazione nostalgica dei tempi passati amplifica i ricordi. I brand lo sanno bene, ed è per questo che sfruttano l’estetica di altri decenni per risvegliare un mondo di sensazioni nel nostro cervello.

Nel settore della produzione alimentare e delle bevande, gli anni ‘70 sono di moda. È l’età d’oro della cultura rock e pop, la crescita della pubblicità e l’emergere dei mass media. E il packaging recupera motivi floreali, forme colorate, illustrazioni tipografiche e scene psichedeliche.

Esaminiamo 10 prodotti che stanno vivendo una rinascita retrò attraverso il loro packaging.

Caratteri retrò a linee spesse

Negli anni ‘70, i grafici si spostarono dallo stile tipografico internazionale ai caratteri Bold, con linee spesse, elementi decorativi e doppi contorni. Attualmente, un esempio di questa tendenza è il packaging di Nuud, una marca di gomme da masticare senza plastica, a base vegetale e senza zucchero. Lo studio Mother Design ha voluto creare un’identità visiva tremendamente divertente ed espressiva. Sulla parte anteriore, il nome del marchio imita una bocca sorridente, accompagnata dallo slogan: “Mastica piante, non plastica!”.

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Nel 2021, la catena di fast food Burger King ha aggiornato tutti gli elementi della sua identità visiva con un design che descrive come “giocosamente irriverente e orgogliosamente vero”. Il nuovo logo, che rende omaggio a quello utilizzato dal marchio negli anni ‘70, ‘80 e ‘90, introduce elementi grafici dal look retrò e caratteri spessi. Inoltre, permette di visualizzare più chiaramente le due metà del panino per hamburger con inserita al centro la scritta Burger King.

Phil’s Finest con sede a New York, è un marchio di salsicce e carne macinata con verdure le cui ricette sono create grazie alla collaborazione con chef pluripremiati. Per il redesign del suo packaging, il team dell’agenzia Gander ha pensato di ricreare l’idea di artigianalità. Inoltre, ha creato un packaging audace e trasparente con etichette fustellate colorate che si abbinano al prodotto all’interno, creando un’estetica monocromatica che la maggior parte dei marchi del settore eviterebbe del tutto.

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Omaggio al movimento hippy e al cosmo

Le immagini della cultura hippie e della cura ancestrale sono gli altri ingredienti del packaging che si ispira allo stile degli anni ‘70. In questo senso That Hippie Co., una gamma di integratori per la salute maschile in forma gommosa, ha un packaging distintivo in cui viene esplorato “il mondo di un hippie”, come si evince dalle parole dei suoi creatori australiani. Il linguaggio visivo della confezione riflette una sensazione di affidabilità e comfort. I designer hanno anche usato un tono umoristico e diretto e una tipografia audace, molto lontana dal linguaggio associato a questo tipo di prodotto.

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Illustrazioni con riferimenti al cosmo e all’astrologia sono il segno distintivo del packaging di Dark Matter Coffee. Al marchio di Chicago piace sperimentare tutti i tipi di caffè sostenibile e offre anche caffè invecchiati in botte. Questo spirito innovativo li ha portati a lanciare una linea di contenitori per caffè freddo in lattina, per la quale si sono affidati all’originalità del pluripremiato team Zmmr. La parte più rilevante del packaging sono le etichette retrofuturistiche che fanno appello al cosmo e all’astrologia con illustrazioni psichedeliche dai toni lussureggianti, create dall’artista messicano Raúl Urias.

Stile disco e psichedelico

Lo stile psichedelico è anche il leitmotiv di alcune etichette sulle lattine che escono dalla birreria spagnola Península. E ne citiamo solo qualcuna perché questa azienda fondata da padre e figlio appassionati di birre della West Coast americana non smette di ampliare la propria varietà di proposte, sempre con un’attenzione particolare al design del packaging.

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L’identità visiva di Sound gioca sulle onde a forma di S per via del nome del marchio, ma il design assomiglia anche alle onde sonore e ad un arcobaleno. L’azienda americana commercializza acqua frizzante realizzata con prodotti naturali e senza zucchero, sia in lattina che in bottiglie di vetro. L’intento dei suoi creatori con questo colorato design in stile discoteca era quello di attirare l’attenzione sui frigoriferi dei bar che vendono i loro prodotti, ma anche di trasmetterne lo spirito divertente, innovativo e spensierato.

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Esplosione di colori

Nel 2015, lo storico marchio di dadi concentrati di carne e verdure OXO ha modernizzato il suo design con l’aiuto dell’agenzia creativa Coley Porter Bell. Il risultato è un packaging con una gamma di colori sorprendenti come rosso, giallo, verde, viola e rosa per rappresentare sapori diversi, in contrasto con un logo più grande e più audace. Inoltre, le etichette possono essere aperte per leggere ricette che utilizzano cubetti di dado e includono anche slogan come “Liven up your Lasagne” (“Aggiungi quel tocco in più alle tue lasagne”) e “Sprinkle for spectacular stir fry” (“Usami per una frittura spettacolare e perfetta”).

Zenzero, frutto della passione, lampone, mandarino o pompelmo. Questi sono alcuni dei sapori di uno dei kombucha (bevanda frizzante) più popolari in Canada: Club Kombucha. E ognuno di essi è rappresentato da una gamma di colori diversa, sempre utilizzando onde e tipografia di ispirazione retrò. Ma la cosa più curiosa è che questa bevanda analcolica, solitamente promossa come alternativa salutare alla birra, viene commercializzata in lattina, utilizzando i codici tipici del prodotto che vuole sostituire.

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Anche ESOES è una bevanda salutare, ma si impegna pure contro lo spreco alimentare. Questa marca di succhi spremuti a freddo, limonate e frullati a base di frutta e verdura che l’industria scarta perché “imperfetti” deve il design del suo packaging all’Agencia Jaimito. Ispirandosi agli anni ‘70, le diagonali, l’accostamento dei colori e le sfumature sono il segno distintivo di un pack completamente biodegradabile. Vale anche la pena sottolineare il gioco di parole, che risponde alla richiesta di aiuto del pianeta, riflesso nella grafia inglese dell’acronimo SOS: “es” “o” “es”.

Fonte: https://www.instagram.com/esoesfoods/

Potrà essere per i colori o la tipografia, per il suo tributo al movimento hippie o per l’ispirazione alla disco o addirittura alla psichedelia. Fatto sta che gli anni ’70 sono tornati, anche nel mondo del design e del packaging, a rivolgersi direttamente al nostro cervello di consumatore.