Un viaggio tra le più interessanti e bizzarre riviste indipendenti di successo degli ultimi venti anni

Un viaggio tra le più interessanti e bizzarre riviste indipendenti di successo degli ultimi venti anni

Alessandro Bonaccorsi Pubblicato il 7/26/2023

Nel 2010 veniva annunciata la chiusura di Newsweek, una delle più vendute riviste americane. Solo tre anni prima, Ann Moore, amministratrice delegata del gruppo Time, aveva fatto questo annuncio: «Sono spiacente di annunciarvi che non produrremo più Life Magazine, dal numero del 20 Aprile 2007».

L’arrivo dell’editoria digitale sembrava dover destinare il patinato (è proprio il caso di dirlo) mondo dei magazine stampati verso la rovina. Nessun lettore avrebbe più avuto voglia di sfogliare una rivista cartacea perché tutti avrebbero usato device digitali per leggere. Il futuro sembrava scritto.

Quindici anni dopo quell’annuncio, possiamo dire che, sì, molte riviste hanno chiuso i battenti, ma molte altre sono cresciute e soprattutto, nei sottoboschi delle produzioni indipendenti, delle nicchie di interesse, delle community, dell’undreground e in un sacco di altri posti considerati marginali e troppo piccoli per il mercato editoriale, sono germogliati magazine originali, preziosi, curati, innovativi che via via sono diventati sempre più conosciuti e hanno, di fatto, avuto successo.

In particolare, con questa serie di articoli, ci occuperemo di quei magazine che nati un po’ per gioco, un po’ per passione, sono riusciti a rivitalizzare il mercato dei periodici, creando nuovi standard e, in alcuni casi, nuovi miti.

Andremo alla ricerca delle riviste più creative, colorate, folli, ma anche le più amate di questi anni duemila.

Il problema della sostenibilità dei magazine, ovvero del dover rientrare dei costi

Nel 2006 esce al cinema “Il diavolo veste Prada”, sorta di citazione piuttosto palese delle grandi riviste di moda americane, in particolare di Vogue e della sua vulcanica e autoritaria direttrice, Anna Wintour.

Quel tipo di magazine aveva dei costi di produzione incredibili; prova ne era che il film è ambientato in una redazione che ha sede in un lussuoso grattacielo di Manhattan. Riviste di quel tipo facevano la storia del costume, creavano trend, dettavano legge e indirizzavano il gusto della massa, a livello mondiale. Non sarà di quel tipo di editoria che ci occuperemo in questi articoli, ma è importante capire come in quegli anni il modello di business legato a quel tipo di pubblicazione, non era sostenibile dai più. Riviste di moda in tutto il mondo che ambivano ad essere come Vogue, finirono con il rimanere seppelliti dai propri debiti: costavano troppo. E così successe anche a molte riviste di informazione, anche italiane, che a causa delle scarse vendite e degli alti costi di produzione (non soltanto di stampa, ma anche di redazione e di collaboratori) chiusero i battenti. Se in America chiudeva Life, in Italia chiudeva L’Europeo, mentre altre testate storiche dovevano ridurre il numero di pagine, la qualità di stampa e spesso anche di scrittura.

Lontano dal fragore di questi crolli e fallimenti, persone curiose, spinte da passioni insane per gli ambiti creativi, come il design, l’illustrazione, la grafica, la sartoria, la letteratura, hanno deciso di creare con le proprie forze nuove riviste che nessuna edicola avrebbe mai venduto, ma che grazie al web potevano essere vendute in tutto il mondo. E fu così che piccoli progetti nati anche vent’anni fa, hanno resistito fino al giorno d’oggi, creando nuovi stili e community di appassionati in ogni continente.

10 magazine incredibili che non sono falliti (anzi…)

Per dimostrare come le profezie più nefaste non sempre vadano a segno, ecco un elenco di 10 magazine che in questi anni duemila non solo sono nati, per lo più dalla passione, dalla follia, dalla noia di poche persone, ma sono anche sopravvissuti alla grande crisi della carta stampata e, anzi, l’hanno superata brillantemente, diventando addirittura dei piccoli (o grandi) successi editoriali. Iniziamo da uno dei più vecchi, in circolazione da quasi vent’anni.

Hi-Fructuose

Nel 2005 gli artisti Attaboy and Annie Owens decisero di fondare un magazine di esplorazione dell’arte contemporanea, mescolando alto e basso e soprattutto aprendosi alla presentazione di artisti emergenti che sottoponevano i loro lavori al magazine. L’approccio di Hi-Fructuose era innovativo per il tempo e fece sì che un semplice blog potesse diventare un vero e proprio magazine, con la sua versione cartacea.

La sua forza? Avere un appeal diverso rispetto alle riviste che trattano arte contemporanea, più popolare, diretto, bizzarro e trasversale (dal design all’illustrazione, dall’arte vera e propria alle curiosità)

Fonte: https://hifructose.com/

Juxtapoz

Una storia simile è anche quella di Juxtapoz, la cui fondazione come gruppo di lavoro è ancora più “antica”, risalemdo al 1994. La forza di questo magazine quadrimestrale (quarterly in inglese), che dal 2009 ha superato in vendite e prestigio la gran parte delle riviste di arte contemporanea come Art News o Artforum, è il suo approccio che ha messo insieme street art, illustrazione or psichedelia con filoni già affermati come la Pop Art, la Conceptual Art o il minimalismo.

Sono state queste riviste nate dal basso che hanno permesso a quelle che erano considerate espressioni artistiche minori e underground di uscire dai loro confini e divenire sempre più conosciute e apprezzate.

Fonte: https://www.juxtapoz.com/

Sirene

Venendo ad esperienze più recenti, una delle più singolari è quella del magazine anglo-italiano Sirene, il cui motto è “the ocean outside, the ocean inside – il mare fuori, il mare dentro”.

Il suo design elegante parla ai romantici del mare, la carta riciclata su cui è stampato è ottenuta da alghe, le foto evocative ci fanno immergere in un’idea marina profonda e coinvolgente.

IL successo internazionale del progetto è stato possibile anche grazie ad una campagna di crowdfunding su Kickstarter.

Fonte: https://sirenejournal.com/
Fonte: https://sirenejournal.com/

FUKT magazine

Arriva dalla Norvegia una delle riviste di arte più belle e singolari degli ultimi anni, tutta incentrata sul disegno contemporaneo, un tema che raccoglie sempre più artisti e appassionati in tutto il mondo.  Fondata dall’artista Björn Hegardt nel 1999, dal 2004, grazie al lavoro creativo ed entusiasta della sua partner nella vita Ariane Spanier, art director, Fukt si è creato una community di fan che non si perde nemmeno un’uscita del magazine.

L’indipendenza del progetto, gestito da un team piccolissimo, è garantito dagli abbonamenti e dalle tirature limitate (molti numeri sono esauriti), senza nessun bisogno di pubblicità.

Si aggiunga che il governo norvegese incentiva questo tipo di progetti e copre parte delle spese di stampa, il che garantisce tranquillità al team per poter proseguire e sperimentare.

Fonte: https://www.fuktmagazine.com/
Fonte: https://www.fuktmagazine.com/

Toothache

Il magazine Toothache, che tradotto significa “mal di denti”, non è pubblicato da un gruppo di dentisti, bensì da dei cuochi professionisti. Si fregia di essere proprio un magazine “For Chefs, By Chefs”. Pur non presentando innovazioni dal punto di vista stilistico e grafico rispetto all’editoria del settore, i suoi contenuti di alto livello garantiscono visibilità e vendite.

Fonte: https://toothachemagazine.com/
Fonte: https://toothachemagazine.com/
Fonte: https://toothachemagazine.com/
Fonte: https://toothachemagazine.com/

Noble rot

Sempre nel vasto e un po’ ripetitivo mondo del food&beverage è germinata una decina di anni fa (il 2013) un rivista singolare e dall’approccio decisamente punk: Noble Rot, che tradotto significa “un nobile marciume”.

Di cosa si occupa? Di vino, musica, cibo e vita, con una prospettiva londinese che ha conquistato lettori in tutto il mondo, mantenendo lo stile irriverente, caotico e dissacrante che ne ha sancito il successo.

Fonte: https://noble-rot.newsstand.co.uk/
Fonte: https://noble-rot.newsstand.co.uk/

Shelf Heroes

Il mondo del cinema è pieno zeppo di riviste e blog indipendenti, ma tutti un po’ si assomigliano. Tra i magazine che emergono c’è questo Shelf Heroes, nato come fanzine stampata in modo occasionale da appassionati cinefili e trasformatasi, grazie anche all’uso di illustrazioni colorate e di ottimi contenuti, in una delle riviste più divertenti e autorevoli del settore.

Fonte: http://shelfheroes.com/
Fonte: http://shelfheroes.com/
Fonte: http://shelfheroes.com/

Real Review

Ci sono poi progetti nati dalla voglia e dalla passione di singoli individui che per vari motivi decidono di creare una rivista. In questo caso, l’architetto Jack Self, grazie alla partnership tra il suo studio di architettura e uno studio di design, ha deciso di creare una rivista che cogliesse lo spirito del tempo, quindi che si concentrasse sul cosa significhi vivere al giorno d’oggi. In epoca di rigenerazioni urbane e di innovazione sociale Real Review ha concquistato molti lettori, anche non architetti.

Parte del successo è dovuta anche al formato “piegato” che la rende unica.

Fonte;: https://real-review.org/
Fonte;: https://real-review.org/
Fonte;: https://real-review.org/
Fonte;: https://real-review.org/

Little Atoms

Nasce come show radio nel 2005 a Londra, con l’obiettivo di parlare di difendere scienza e razionalismo e aprirsi al dibattito e al libero intervento del pubblico. Dopo dieci anni di attività, venne aperto prima un sito con i contenuti dello show, che si erano sempre più espansi con interviste e contenuti di letteratura, politica e arte, poi fu pubblicato l’elegante magazine di opinione che resiste fino ad oggi.

Fonte: http://littleatoms.com/

Frankie

Il decimo esempio è quello di Frankie, rivista australiana, fondata dalle amiche Louise Bannister e Lara Burke e sulle loro passioni: sweet art, illustrazione, sartoria creativa, letture e foto carine. Un mood tutto femminile, creativo e colorato che al tempo della sua uscita, oltre quindici anni fa, non era ancora così diffuso.

Come molti dei magazine citati in questo articolo, le belle e interessanti copertine sono parte del successo.

Fonte: https://www.frankie.com.au/
Fonte: https://www.frankie.com.au/
Fonte: https://www.frankie.com.au/