#StorieDaLocandina: come è nata la locandina cult di Jurassic Park?

#StorieDaLocandina: come è nata la locandina cult di Jurassic Park?

Giovanni Blandino Pubblicato il 8/11/2025

#StorieDaLocandina: come è nata la locandina cult di Jurassic Park?

Un’isola tropicale a largo della Costa Rica, un misterioso parco a tema, un bizzarro filantropo con la passione per i dinosauri. Bastano questi tre accenni a far venire la pelle d’oca a chi negli anni Novanta è stato ragazzo o bambino.

È questa, infatti, l’ambientazione di Jurassic Park, il film cult di Steven Spielberg tratto dall’omonimo romanzo di Michael Crichton. La pellicola arrivò nei cinema americani il 9 giugno 1993 e divenne in breve una pietra miliare del cinema popolare. Basti pensare che fu il film con maggiori incassi nella storia del cinema, fino all’uscita di Titanic, quattro anni dopo.

Immagine: tg24.sky.it

Gli ingredienti per il successo, Jurassic Park li aveva tutti: c’era una storia fantascientifica ben scritta in cui i dinosauri erano riportati in vita grazie alla clonazione, c’erano avveniristiche immagini degli animali preistorici realizzate per la prima volta con la computer grafica, c’erano avventura, brivido e suspence. E c’era anche un’altra cosa: una fantastica locandina che di colpo divenne un classico del cinema!

Oggi, dunque, raccontiamo come è nato l’iconico poster cinematografico di Jurassic Park, come è stato creato l’inconfondibile logo con il T-rex e come è entrato nel cuore della cultura pop.

La storia di come è stato creato il poster cult di Jurassic Park

Se la locandina di Jurassic Park è la quintessenza del minimalismo pop – costituita solo da un logo e da un indimenticabile lettering –  lo si deve principalmente a una persona sola: Steven Spielberg. Fu infatti il regista di Jurassic Park a vietare espressamente che sul poster comparissero immagini tratte dal film.

Il poster di Jurassic Park del 1993. Immagine: amazon.it

Così, per realizzare il difficile compito di soddisfare l’intuitivo regista, la casa di produzione Universal decide di chiamare un “pezzo grosso” delle locandine: il grafico John Alvin, a cui si devono alcuni dei poster cinematografici più iconici degli anni Settanta, Ottanta e Novanta come quella di E.T., Blade Runner, Il Re Leone, Gremlins, Frankenstein Junior, Space Jam e le immagini promozionali di tante altre pellicole.

Alvin sottopose diverse bozze alla produzione e tra le idee proposte dal designer c’erano delle orme, un close-up dell’occhio, alcuni fossili. Ma a decidere fu di nuovo regista: la locandina doveva contenere unicamente il logo dell’immaginario parco a tema in cui è ambientato il film. Il “Jurassic Park”, appunto.

La leggendaria Jeep di Jurassic Park – utilizzata dai lavoratori del parco e disegnata dall’art director John Bell –sfoggia l’iconico logo. Immagine: en.wikipedia.org

Così il direttore del marketing della casa cinematografica, Tom Martin, iniziò a organizzare la produzione del celebre logo. L’immagine sarebbe comparsa non solo nella locandina e nel merchandise, ma all’interno del film stesso. Nel video qui sotto, lo si vede dipinto sulle indimenticabili auto di Jurassic Park durante la leggendaria scena del primo incontro con il brachiosauro, considerata da Empire una delle scene più magiche della storia del cinema.

L’immagine del T-rex arriva da… un libro!

Si racconta che vennero realizzate circa 100 versioni diverse del logo. Ma alla fine si decise di guardare a una grafica che aveva già avuto successo e che aveva accompagnato l’omonimo libro da cui la pellicola è tratta: la copertina di Jurassic Park, il best seller di Michael Crichton.

La copertina della prima edizione di Jurassic Park di Michael Crichton, con l’immagine del T-rex finita all’interno dell’iconico logo. Immagine: indieground.net

Proprio così: il dinosauro al centro del logo di Jurassic Park è lo stesso che si trova nella copertina americana della prima edizione. A realizzare la copertina fu il grafico della casa editrice, Chip Kidd.

La sua idea – come racconta lui stesso molto approfonditamente – era quella di costruire una copertina unica nel suo genere, che non si trovasse in nessun altro libro di dinosauri. Niente ricostruzioni dei preistorici abitanti della Terra, quindi! Chip Kidd così iniziò a scartabellare alcuni vecchi disegni tecnici realizzati dai paleontologi di inizio Novecento. E trovò così l’immagine del T-rex, tratteggiata dal paleontologo americano Henry Fairfield Osborn che – tra le altre cose – fu proprio colui che diede il fortunato nome al terribile dinosauro!

Gli ultimi ritocchi alla locandina di Jurassic Park: il logo, il lettering, il claim

L’immagine tratta dalla copertina fu inserita in una sorta di badge, su uno sfondo rosso e una cornice gialla. Colori che non facevano presagire niente di buono…

Venne anche aggiunta una giungla nella parte inferiore del logo per dare un’idea della grandezza del dinosauro e, non da ultimo, il celebre lettering! La scelta tipografica fu fatta dal designer Mike Salisbury che scelse il font tedesco Neuland per il nome dell’iconico parco a tema [qui abbiamo raccontato la storia di questo e altri font utilizzati da Steven Spielberg].

Immagine: it.m.wikipedia.org

Il logo oggi ci sembra perfetto e rimane uno dei simboli cinematografici degli anni Novanta più ricordati. Chip Kidd – il grafico della copertina del libro di Crichton –non fu però mai contento della scelta della Universal (forse anche perché la casa di produzione non acquistò mai diritti della copertina). “Hanno solo aggiunto tutte queste cose che il mio insegnante di grafica non avrebbe affatto apprezzato,” ha di recente commentato in una bella e completa intervista, sottolineando come il mondo del cinema blockbuster lavori con metodi assai diversi rispetto a quelli dell’editoria.

Uno dei loghi scartati per Jurassic Park. Immagine: indieground.net

Per completare la storica locandina ora non serviva altro che il giusto claim. La grafica non svela troppo del film: si capisce che c’è uno strano parco giurassico e i denti aguzzi del T-rex anticipano che l’invenzione del parco a tema prenderà… una brutta piega. Il claim “Un’avventura iniziata 65 milioni di anni fa” (in inglese: An adventure 65 million years in the making) fa ingolosire ancora di più il pubblico che pregusta un’avventura mai vista prima. Il resto, come si dice, è storia!

Le locandine del franchise Jurassic Park

La locandina di Jurassic Park ebbe così tanto successo che il resto del franchise –composto da sei sequel – non si è mai realmente discostato dall’immagine iniziale. E soprattutto dal suo logo.

Il primo sequel uscì nel 1997. Il mondo perduto: Jurassic Park era diretto ancora da Steven Spielberg e si basa sul seguito del romanzo, che Michael Crichton – abbastanza riluttante – fu invitato a scrivere dopo il successo del suo libro. Quando alla locandina, la Universal non si sforzò troppo: si tratta di una versione praticamente identica alla locandina originale modificata solo da un effetto “roccioso” e da un nuovo claim.

La locandina de Il mondo perduto: Jurassic Park, il primo sequel del 1997. Immagine: ebay.it

A partire dal terzo capitolo del franchise – che nei film successivi prenderà il nome di Jurassic World – non sarà più Spielberg a dirigere i film della saga. E le locandine iniziano a mostrare dei dinosauri vivi: inizialmente solo un’ombra di uno Pterodattilo, poi alcune immagini tratte dai film.

Il logo di Jurassic Park rimane tuttavia un elemento costante. 

Le locandine di alcuni dei sequel di Jurassic Park: Jurassic Park III, Jurassic World, Jurassic World Dominion. Immagini: amazon.com; it-starstills.glopalstore.com; amazon.co.uk

Il poster originale, a oltre trent’anni di distanza, rimane difficilmente eguagliabile. Così i fan hanno accolto assai tiepidamente la locandina dell’ultimo attesissimo capitolo della serie, Jurassic World: Rebirth, uscito nell’estate del 2025.

La locandina ripropone l’ennesimo restyling del logo accompagnato dai nuovi protagonisti dell’avventura giurassica più famosa del pianeta.

Il poster dell’ultima incarnazione di Jurassic Park, il settimo capitolo del franchise Jurassic World: Rebirth, del 2025. Immagine: universalpictures.com

Parodie, omaggi e… un’insolita locandina vera!

La locandina di Jurassic Park è semplicemente perfetta: il prodotto grafico ideale per uno dei blockbuster più di successo di sempre. È di impatto, è semplice, è leggermente inquietante. E prepara il palato degli spettatori all’avventura!

Non è un caso che si tratta di una delle locandine più omaggiate e parodiate nella storia del cinema, e di internet. Il famoso logo è infatti riproposto in tantissime salse, dalle  più scientifiche a quelle più ironiche.

Alcune parodie del logo di Jurassic Park. Immagini: theshirtlist.com ; a-dinosaur-a-day.com; webneel.com

Ci sono stati anche tentativi di imitazione cinematografica (con tanto di locandina) davvero poco riusciti, come il film-parodia italiano Chicken Park. Invece vogliamo chiudere questo articolo con una locandina di Jurassic Park assai diversa, eppure che realmente ha accompagnato il film in un cinema.

Il poster disegnato a mano sulla tela di un sacco utilizzato in Ghana per pubblicizzare il sequel di Il mondo perduto: Jurassic Park. Immagine: posteritati.com

Si tratta della locandina del Ghana del primo sequel di Jurassic Park. Come abbiamo già raccontato, infatti, in alcuni stati africani le uscite dei kolossal americani sono accompagnate da materiale grafico fatto in casa da artisti locali. Non sarà di impatto come la locandina ufficiale, ma sicuramente non manca di… originalità!

Voi che ricordi avete della locandina di Jurassic Park? Ne avete fatto per caso una parodia oppure vi è servita da ispirazione per qualche vostro recente lavoro di grafica?