L’influenza contemporanea del Bauhaus

L’influenza contemporanea del Bauhaus

Eugenia Luchetta Pubblicato il 9/25/2019

Il 2019 segna il centenario dalla nascita di una delle più importanti istituzioni nell’ambito del design, dell’architettura e dell’arte: il Bauhaus. La scuola fu fondata nel 1919 dall’architetto Walter Gropius nella città tedesca di Weimar, nel pesante clima di risentimento e fermento che seguì la Prima Guerra Mondiale in Germania. Il Bauhaus, votato a valori di internazionalismo e sperimentazione, risentì spesso del clima politico e fu infatti costretto a trasferire due volte la sua sede: a Dessau nel 1925, e quindi a Berlino nel 1932, un anno prima di di essere chiuso definitivamente dal direttore Ludwig Mies van der Rohe, a seguito delle pressioni del governo nazista.

L’edificio del Bauhaus a Dessau, progettato dal fondatore Walter Gropius.

La scuola nacque con lo scopo di costituire una nuova unità di arte, tecnologia e design, al fine di elevare le qualità funzionali e estetiche della produzione di massa, in particolare modo dei prodotti a basso costo. La concezione idealistica con cui nacque il Bauhaus era che il design, inteso come progettazione, permeasse ogni aspetto della vita quotidiana di ciascuno, non solo di pochi privilegiati.

Il Bauhaus offriva un programma multidiscipilinare che vedeva ogni disciplina sullo stesso piano, tutte accomunate da uno dei principi fondanti, ovvero che la forma dovesse seguire la funzione.

In soli 14 anni, il Bauhaus ha avuto un ruolo determinante nell’affermazione del design industriale come disciplina e la sua influenza in campo artistico e architettonico sul Modernismo è più che evidente. In campo grafico ha spianato la strada alla “Nuova Tipografia” di Jan Tschichold, su cui la tipografia odierna ancora si fonda, in parte.

Bauhaus: il centenario riaccende la curiosità

Oggi, complice il centenario della scuola, si assiste a una riscoperta e un crescente interesse nei confronti delle conquiste del Bauhaus.

Il font Bayer Next

Un progetto interessante da questo punto di vista è la nuova identità visiva del Bauhaus-Archiv Museum für Gestaltung di Berlino, realizzata dal graphic designer Sascha Lobe e dal suo team, all’interno del suo studio di allora L2M3. Il Museo nasce nel 1960 con lo scopo di studiare e preservare la storia e l’influenza del Bauhaus.

A seguito di una ricerca che ha coinvolto una grande quantità di materiale dell’archivio, Lobe ha creato un nuovo font per l’identità, direttamente ispirato al font Universal, disegnato da Herbert Bayer nel 1925. Il font, chiamato appunto Bayer next, ha come scopo non solo far rivivere lo stile estetico del Bauhaus, ma anche il suo spirito e i suoi valori.

L2M3, variazioni di Bayer Next. 2014–presente. Per gentile concessione di Sascha Lobe.
L2M3, poster per il Bauhaus-Archiv. 2014. Per gentile concessione di Sascha Lobe.
L2M3, poster per il Bauhaus-Archiv. 2014. Per gentile concessione di Sascha Lobe.
L2M3, poster per il Bauhaus-Archiv. 2014. Per gentile concessione di Sascha Lobe.

Il processo con cui il font è stato disegnato si basa sulla sperimentazione, la rifinitura e sull’iterazione; ad oggi infatti il font conta 555 glifi, in costante crescita. Per promuovere il centro e il lavoro grafico svolto, sono inoltre stati progettati una serie di poster, animazioni e layout, che, sebbene riprendano motivi chiave della scuola, quali le forme geometriche, i colori primari, il retino mezzatinta…, sono anche chiaramente una reinterpretazione contemporanea, in cui la varietà di glifi offerta dal font gioca un ruolo fondamentale.

Adobe Hidden Treasures Bauhaus Dessau: font incompiuti ricostruiti

Sempre in ambito tipografico la riscoperta del valore del corso di tipografia del Bauhaus e dei suoi risultati, è testimoniata dal recupero, operato dal celebre tipografo Erik Spiekermann in collaborazione con Adobe, di schizzi e frammenti di lettere disegnati dagli studenti e rimasti incompleti a causa dell’improvvisa chiusura della scuola. Cinque alfabeti sono stati attentamente completati, coerentemente con i disegni disponibili e le intenzioni sottostanti gli schizzi, e quindi digitalizzati da un team internazionale di studenti guidati da Spiekerman. I font, parte del progetto Adobe Hidden Treasures Bauhaus Dessau, sono scaricabili sul sito: adobehiddentreasures.com

Due dei font del progetto Adobe Hidden Treasures Bauhaus Dessau.

Bauhaus e tessile: la magia rivive negli arazzi di Hannah Waldron

Nel contesto di interessanti reinterpretazioni in chiave contemporanea dei traguardi del Bauhaus, questa volta in ambito tessile, merita di essere menzionato anche il lavoro di Hannah Waldron. Con il suo lavoro l’artista e designer esplora il potenziale espressivo del materiale tessile tramite mostre, progetti di ricerca e insegnamento. Waldron racconta di aver iniziato a tessere nel 2010, dopo aver ammirato i meravigliosi lavori di tessitura dell’archivio del Bauhaus (molto famosi sono i prodotti tessili di Anni Albers, a cui la Tate Modern ha recentemente dedicato una mostra). Ad ispirare Waldron però sono anche la filosofia e i principi fondanti della scuola, a cui si rifà nella sua pratica, creando meravigliosi arazzi che funzionano sia da soli, sia dialogando tra loro e con strutture di legno all’interno di mostre.

Hannah Waldron, Primary Traveller, 2018. Per gentile concessione di Hannah Waldron.
Hannah Waldron, Sisters. Per gentile concessione di Hannah Waldron

L’iconografia del Bauhaus: la rivisitazione dei loghi famosi di 99design

A volte la riscoperta del Bauhaus si concretizza nella ripresa degli elementi stilistici più riconoscibili del linguaggio grafico della scuola: quali forme geometriche semplici, colori primari, linee diagonali… Per il centenario 99design ha invitato designer internazionali a reimmaginare i loghi più famosi nello stile del Bauhaus. Il risultato propone una visione semplicistica dei precetti tipografici e grafici del Bauhaus, ma è sicuramente una reinterpretazione divertente e che sintetizza gli elementi grafici che più corrispondono al Bauhaus nella memoria collettiva.

Se dal punto di vista formale si possono rintracciare delle interessanti analogie in progetti contemporanei, la ripresa del Bauhaus oggi coinvolge soprattutto i suoi valori e il suo spirito. La volontà di servirsi del design come strumento per migliorare la vita quotidiana, l’unione di arte e tecnologia, e l’idea della funzionalità come guida primaria per la definizione della forma, sono precetti del Bauhaus validi e significativi ancora oggi.