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L’istante della giovinezza. Di una particolare giovinezza, in un particolare periodo storico, in una particolare città. Siamo a New York, nel 1963, e due giovani innamorati (ed evidentemente infreddoliti) camminano abbracciati al tramonto in una strada congelata. È tutta qua la potenza di una copertina che è rimasta scolpita nella mente di milioni di persone, anche perché (ma non solo) accompagna un disco che ha fatto la storia. Stiamo ovviamente parlando della cover di The Freewheelin’ Bob Dylan, il secondo album del cantautore statunitense vincitore del premio Nobel per la letteratura.
L’album uscì il 27 maggio 1963. È il secondo album di Bob Dylan – l’album di debutto conteneva principalmente cover di classici folk – ed è il disco che consacra il musicista come la voce di una generazione. Una definizione che, bisogna dire, non è mai andata giù a Dylan. Freewheelin’ è un album potente che affonda le radici nella tradizione folk e allo stesso tempo riesce a cogliere i cambiamenti, le ansie, le speranze dell’estrema contemporaneità che Dylan stava vivendo. Il disco contiene alcune delle canzoni più celebri di Bob Dylan: la canzone manifesto del pacifismo Blowin’ in the Wind e Masters of War che si scaglia contro l’industria bellica, il complesso brano A Hard Rain’s a-Gonna Fall che riecheggia una cupa atmosfera con una pioggia fitta che sta per arrivare, l’orecchiabile Don’t Think Twice, It’s All Right dedicata a Suze Rotolo e la misteriosa Girl from the North Country. Sono tutti brani che mostrano al mondo per la prima volta la potenza della scrittura e degli arrangiamenti di Bob Dylan.
Come è stata scattata la foto della copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan
Per raccontare la genesi della copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan partiamo dall’autore della foto. A scattarla è il fotografo della Columbia Records Don Hunstein, celebre per molti suoi lavori fotografici degli anni Sessanta legati al mondo della musica. Ad esempio, le copertine di jazzisti come John Coltrane e Thelonious Monk. Don Hunstein si era occupato anche della copertina dell’album di debutto di Bob Dylan insieme al medesimo art director, John Berg.

Il luogo invece è Jones Street, nel vivace quartiere di Greenwich di New York. In quegli anni Greenwich era il centro pulsante della rivoluzione artistica, politica e culturale che ribolliva nella Grande Mela. Proprio all’angolo, su West 4th Street, si trovava l’appartamento dove Bob Dylan viveva all’epoca insieme a Suze Rotolo – la sua compagna dell’epoca e l’altra protagonista della copertina. All’inizio il set fotografico era stato allestito proprio nel loro appartamento. Hunstein però, dopo aver scattato alcune foto all’interno, propose ai due di fare un giro fuori. E qui che nasce la celebre posa con Bob Dylan che ha le mani infilate nelle tasche dei pantaloni e Suze che si intreccia al suo braccio.

Poi c’è il freddo, come si intuisce dalla smorfia di Bob Dylan e dalla neve che ricopre la strada. Il servizio fotografico si svolse infatti in un tardo pomeriggio di febbraio. Suze Rotolo ricorda che dovette indossare diversi strati di vestiti (tra cui un maglione di Dylan e sopra un cappotto verde) e per questo, secondo lei, alla fine sembra una “salsiccia” per quanto è infagottata. Bob Dylan invece scelse di privilegiare l’immagine: ed evidentemente con la sua giacchetta di pelle stava congelando!
Suze Rotolo: co-protagonista (imprevista) della copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan
La copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan ha qualcosa di nuovo, di diverso. Anche per questo rimane così impressa. È forse la spontaneità del gesto, il merito del fotografo di aver immortalato un momento intimo, molto informale. E per l’epoca era quasi un’assoluta novità.

Come racconta Suze Rotolo, in quegli anni la maggior parte delle copertine degli album erano costituite da foto molto controllate, scattate in posa. La fotografia scelta per questo album era davvero differente. Secondo Don Hunstein lo scatto venne particolarmente bene proprio per la presenza di Suze che fece sentire Dylan più a suo agio. Ed è qui che scopriamo come l’iconica copertina finale nasca anche da un elemento di casualità: Suze infatti non doveva inizialmente comparire nella copertina.
Eppure, Suze è un elemento importantissimo non solo per la copertina e per il disco, ma per la stessa vita di Bob Dylan in quel periodo. La pittrice italo americana era la ragazza di Dylan. Figlia di due immigrati italiani comunisti, era molto attiva politicamente ed è lei che coinvolge Bob Dylan – all’epoca un ventenne di provincia appena arrivato a New York dal Minnesota – nei movimenti per i diritti civili. È a Suze che Dylan fa rileggere i testi delle sue canzoni ed è a Suze che il cantautore manda accorate lettere d’amore e di solitudine durante il suo lungo viaggio in Italia nel 1962. La coppia si lascerà nell’estate del 1963, anche se per anni Dylan sembrerà rimanere legato a lei.
L’imitatissima e assai citata cover di Freewheelin’ di Bob Dylan

A scegliere l’immagine di copertina tra le diverse scattate quel pomeriggio del 1963 da Don Hunstein – un po’ in fretta e furia visto che il sole stava calando – sembra essere stato proprio Bob Dylan. Forse perché la posa gli ricordava quella di una foto iconica di uno dei suoi idoli, l’attore James Dean, scattata nel 1954 da Dennis Stock a Times Square.

Ironicamente, a sua volta la copertina di The Freewheelin’ è diventata imitatissima, assai citata e onorata. La celebre posa di Bob Dylan qualche anno fa è infatti diventata un trend su TikTok, mentre sono innumerevoli le vignette di fumetti che negli ultimi sessant’anni hanno reso onore alla famosa copertina. L’azienda di abbigliamento Levi’s ha addirittura messo in vendita l’esatta replica dei jeans indossati da Bob Dylan nella copertina.
Poi c’è il cinema. Nel 2001 il regista Cameron Crowe inserisce nel suo film Vanilla Sky unacitazione della copertina: la stessa immagine viene riproposta con protagonisti diversi, Cameron Diaz e Tom Cruise.

Anche A proposito di Davis – film del 2013 dei fratelli Coen che ripercorre una settimana vissuta da un giovane musicista folk nel quartiere Greenwich del 1961 – deve molto al disco Freewheelin’. I colori del film sono stati scelti sulla base delle scelte cromatiche della copertina, che è stata omaggiata anche dalla locandina originale del film.

E continuando a parlare di cinema: anche il film su Dylan del 2007 Io non sono qui, di Todd Haynes, e soprattutto il biopic del 2024 A complete Unknown di James Mangold ripercorrono la vita di Bob Dylan negli anni in cui fu scattata l’iconica foto.

Insomma, tra poesia e impatto nel mondo più pop, la copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan continua a far sognare ad occhi aperti nel ricordo di un’epoca passata e, chissà, nella speranza di un nuovo amore.
Anche voi siete particolarmente legati alla copertina di The Freewheelin’ Bob Dylan? Ha ispirato qualcuna delle vostre creazioni? Sospirate anche voi con un sorriso vedendo la copertina del disco?