Frab’s: un negozio – online e offline – per promuovere la cultura del magazine

Frab’s: un negozio – online e offline – per promuovere la cultura del magazine

Giovanni Blandino Pubblicato il 12/28/2022

Frab’s: un negozio – online e offline – per promuovere la cultura del magazine

Nel 2019 Anna Frabotta e Dario Gaspari ideano e fondano Frab’s Magazine & More: un e-commerce per diffondere la cultura del magazine indipendente in Italia. Oggi all’attività online si sono aggiunti due negozi fisici, a Forlì e a Roma, e il loro catalogo conta 500 titoli tra riviste straniere e italiane.

Immagine: Alessandro Cardona

Oggi abbiamo intervistato Anna Frabotta per farci raccontare la storia della loro attività imprenditoriale, il loro modo di fare cultura e impresa e, anche, cosa c’è dietro il loro motto: “riviste per chi ha perso i sensi delle cose”!

Ciao Anna. Per prima cosa vorremmo sapere qualcosa su di voi fondatori: da che percorso arrivavate quando avete deciso di avviare Frab’s?

Io e Dario arriviamo da percorsi molto diversi. Penso che proprio questo sia stato il nostro punto di forza: siamo in un certo senso complementari e, insieme, ci completiamo.

Dario arriva da un percorso economico e imprenditoriale; io sono una giornalista, ho lavorato tanti anni nel mondo della comunicazione e dell’editoria.

Quali sono le motivazioni che vi hanno spinto a fondare un’impresa nel mondo della carta stampata?

Ciò che ci ha spinti ad avviare un progetto come Frab’s è svincolato dai nostri percorsi accademici e lavorativi e riguarda esclusivamente la passione personale che nutriamo per la carta stampata, per la cultura che è in grado di veicolare e per i sensi che sa stimolare oltre la vista – pensiamo ad esempio all’olfatto e al tatto!

Il nostro claim non a caso è “Riviste per chi ha perso i sensi delle cose”.

Raccontateci meglio la storia della vostra attività imprenditoriale. Quando avete avviato Frab’s Magazine & More?

Frab’s è nata – ci piace pensare che sia femmina – nel 2019 con lo scopo di diffondere la cultura del magazine indipendente in Italia. Siamo nati come e-commerce con una selezione curatissima di poche decine di titoli in catalogo. Fin dall’inizio abbiamo inserito nella nostra selezione riviste estere, molte delle quali introvabili da noi fino a quel momento. Questa cura nella selezione è stata “ripagata” perché siamo diventati in breve uno dei punti di riferimento in Europa dedicati all’editoria periodica di nicchia e da collezione.

Immagine: Alessandro Cardona

Oggi siamo arrivati ad avere un catalogo di circa 500 titoli e all’e-commerce abbiamo affiancato due store fisici: il principale a Forlì, dove abbiamo la nostra sede, l’altro a Roma a Palazzo Brancaccio in collaborazione con la galleria d’arte Contemporary Cluster.

La vostra impresa è dunque abbastanza giovane: è già cambiato qualcosa rispetto alla vostra idea iniziale?

Rispetto all”idea iniziale che avevamo di Frab’s direi che, oltre ad essere cresciuti molto, non sono cambiati lo spirito e i valori con cui portiamo avanti questo progetto. Per noi al primo posto c’è sempre il fare cultura.

 Qual è il vostro business model?

Le vendite solo sono una parte del nostro progetto, anche se costituiscono la fetta principale del nostro business model. Come già detto lo scopo principale che ci siamo prefissati è quello di fare cultura dei magazine e far capire che possono avere lo stesso valore e spessore, ad esempio, di un libro.

Per fare questo alle vendite abbiamo affiancato fin da subito la partecipazione a festival di editoria, ma anche l’organizzazione di talk ed eventi in cui invitiamo gli editori a raccontarci le loro riviste. Dallo scorso gennaio a Milano (e da ottobre a Bologna) abbiamo avviato anche i pop-up mag: un format in cui i magazine abbandonano la bidimensionalità della pagina per diventare tridimensionali in eventi in cui affianchiamo la vendita delle riviste a talk, dj set, reading e performance. Oltre a questo, facciamo anche consulenza per chi sta lanciando il proprio magazine e formazione con corsi dedicati proprio a come si realizza un magazine.

Vendete solo in Italia o anche all’estero?

Il nome di Frab’s è arrivato un po’ ovunque: vendiamo in tutto il mondo, in Europa, ma anche negli Stati Uniti o in Australia, credo che il fatto di aver puntato su una selezione davvero esclusiva di magazine in qualche modo venga riconosciuto anche all’estero.

Ci hai raccontato che Frab’s nasce online e ora ha anche due sedi fisiche. Come coniugate questi due approcci?

Esatto: noi nasciamo online e crediamo tantissimo nelle potenzialità del digitale per fare divulgazione e creare una community di appassionati intorno a qualcosa che, per antonomasia, è di nicchia.

Diciamo che non facciamo parte di chi etichetta come puro intrattenimento e cultura bassa tutto ciò che viene veicolato attraverso i social media. Grazie ai social – a Instagram in particolare – siamo riusciti a raggiungere tantissime persone, molte delle quali non conoscevano il vastissimo mondo dell’editoria indipendente periodica. Ai nostri follower ogni giorno illustriamo e raccontiamo le nuove riviste che ci arrivano e siamo sempre disponibilissimi a dare consigli, esattamente come farebbe il libraio sotto casa. Anche il nostro sito non è mai stato semplicemente un e-commerce, ma ha fin dall’inizio avuto una sezione dedicata a recensioni, interviste e approfondimenti.

Ovviamente vedere le riviste di persona nei nostri spazi fisici, poterle sfogliare e toccare con mano, fa la differenza, ma cerco di sopperire questa mancanza descrivendo a parole tutte le sensazioni che una rivista può regalare.

Non vediamo come distinte le nostre attività online e offline, sono entrambe frutto dello stesso progetto per cui coniugarle ci viene naturale.

E il mondo delle riviste cartacee in che direzione sta andando secondo voi?

È innegabile che ci troviamo in un momento di crisi dell’editoria che probabilmente, a causa dell’inflazione e dei costi al rialzo della carta, è destinata ad acuirsi. Abbiamo visto molte riviste, anche storiche ed importanti, morire negli ultimi due anni, ma ne abbiamo viste anche molte nascere. Si sta andando verso una direzione in cui necessariamente dobbiamo avere meno titoli – di riviste, ma anche di libri – accompagnati da una maggiore qualità.

È molto interessante anche constatare come i magazine di nicchia, ma anche alcuni titoli mainstream, si stiano occupando sempre più spesso di tematiche “politiche” come l’ambiente o i diritti civili, pur avendo come focus principale altri argomenti, come la moda o il design. Credo che questa maggiore coscienza di ciò che ci circonda sia ciò che arricchisca davvero i magazine, che non possono essere tacciati come puro intrattenimento e frivolezza.

Concludiamo con qualche novità: avete qualcosa da svelarci sul prossimo futuro di Frab’s?

Ci piace fare progetti a lungo termine e di ampio respiro. Prima di tutto vogliamo continuare ad essere un punto di riferimento per le riviste indipendenti che si riconosce per una caratteristica particolare: la selezione accurata. Guidare, consigliare, selezionare solo ciò che davvero è bello, utile e necessario. L’editoria, anche indipendente a volte, produce tantissimo, e saper selezionare è una nostra caratteristica sulla quale continueremo ad investire.

La nostra presenza continuerà ad essere sia online che offline, e stiamo lavorando all’edizione zero del Mag to Mag, che ambisce ad essere il principale Festival di magazine indipendenti italiano, punto di riferimento per tutto il settore. Questa sì, è davvero una novità… e una bella sfida!