I font di Lars von Trier

I font di Lars von Trier

Giovanni Blandino Pubblicato il 4/21/2021

Controverso, scandaloso, sadico, tetro, Lars von Trier è sicuramente uno degli autori più anticonformisti e influenti del cinema contemporaneo.

Forse distratti da elementi molto più appariscenti e disturbanti dei suoi film, in pochi hanno dedicato tempo a raccontare un aspetto che, seppur decisamente minore, appare comunque molto curato nella filmografia del regista danese: le sue scelte tipografiche.

Come il resto del suo stile cinematografico, anche i suoi font e lettering sono atipici e anticonvenzionali: spesso i titoli e gli intertitoli sono disegnati nervosamente a mano, altre volte invece sfruttano caratteri più equilibrati – in ogni caso lo stile tipografico completa il tono estremamente emozionale dei suoi film.

Oggi vi raccontiamo in dettaglio le scelte tipografiche di Lars von Trier e qualche curiosità in quattro suoi capolavori – Europa, Dogville, Melancholia e Nymphomaniac. Ma prima, condividiamo questo prezioso tributo con cui il regista Joshua Gaines ha riassunto alcuni dei più particolari font e lettering nei film di Lars von Trier.

Europa

Europa uscito nel 1991 è il quarto film di Lars von Trier e il capitolo conclusivo della sua cosiddetta Trilogia europea. Qui, come nelle altre pellicole della trilogia, il regista esplora la decadenza sociale dell’Europa del secondo dopoguerra.

Europa è un viaggio ipnotico nella Germania del 1945, a guerra appena conclusa. Nella famosa scena iniziale (la potete rivedere qui), la voce narrante, usando proprio i numeri e le tecniche proprie dell’ipnosi, ci fa calare nella parte del protagonista: un giovane americano un po’ naïve che arriva in Germania per aiutare nella ricostruzione.

Il film è scandito da intertitoli, in un font sans serif geometrico e condensato, e nella stessa forma, al termine del film, appare il titolo principale. Gli intertitoli – una tecnica usata fin dai primi film muti a inizio Novecento per descrivere i cambi di scena –  fanno parte di una precisa scelta stilistica del regista danese che ne fa ampio uso in parte dei suoi film: mentre le immagini ci avvicinano intimamente al racconto, gli intertitoli creano una certa distanza e ci ricordano che stiamo guardando uno spettacolo. Insomma, in qualche modo ci salvano dall’immedesimarci troppo nei tragici destini dei suoi personaggi.

Un appassionato ha ricreato un font ispirato a quello utilizzato nel film e lo ha reso disponibile gratuitamente, qui.

Dogville

Uscito nel 2003, Dogville è il film che, pur rimanendo un film d’avanguardia e innegabilmente difficile, ha fatto conoscere Lars Von Trier al grande pubblico.

L’estetica ridotta al minimo della pellicola probabilmente ha contribuito a farla rimanere così impressa nel nostro immaginario. L’intero film è infatti girato all’interno di un capannone: pochi, essenziali oggetti compaiono sulla scena, mentre le vie e le pareti delle case sono semplicemente disegnate in gesso bianco sul fondo nero del palco. Per indicare gli evidenti nomi delle vie Lars von Trier sceglie un font quasi glamour, il Glaser Stencil.

Immagine: Wikipedia

Glaser Stencil fu ideato nel 1967 dal celebre illustratore e designer americano Milton Glaser. Se non avete sentito parlare di lui, probabilmente vi aiuterà sapere che è l’autore del famoso logo I love New York, realizzato negli anni Settanta e diventato presto icona. Il suo font era ispirato all’arte dello stencil – quella tecnica che utilizza un’apposita maschera (lo stencil appunto) per riprodurre immagini o scritte identiche su diverse superfici – oggi sinonimo di street art, ma già molto usato fin dagli anni Quaranta. Ovviamente il Glaser Stencil stesso diventò un adorato “pezzo da design”

Melancholia

Melancholia esce nel 2011. L’ispirazione del film arriva da un episodio di depressione vissuto dallo stesso Lars von Trier, l’argomento dunque non si preannuncia troppo allegro. E in effetti la pellicola ruota attorno ai rapporti conflittuali dei protagonisti durante una catastrofe annunciata: il gigante pianeta Melancholia entrerà a breve in collisione con il pianeta Terra, distruggendolo.

Immagine: http://annyas.com/

La potenza visiva del film è innegabile e si fa già apprezzare nella lunga apertura che si chiuderà con i titoli di testa. Sulle note del preludio a Tristano e Isotta di Richard Wagner scorrono a rallentatore le immagini di un mondo stravolto nelle sue leggi fisiche e prossimo alla distruzione – tra queste figura anche il famoso quadro invernale di Pieter Bruegel Cacciatori nella neve mentre si disintegra. Le immagini particolarmente patinate stridono con il titolo iniziale “Lars Von Trier Melancholia” che appare in formato di intertitolo su un fondo giallognolo come se fosse tracciato a mano da un dito sulla polvere. Il tutto – insieme alla pesante assenza della musica al comparire del titolo – dà un potente senso di straniamento: come notato in questa lunga analisi von Trier nella composizione di immagini e titolo crea qualcosa che al tempo stesso è molto intimo, ma in un certo modo distante.

Nymphomaniac

Nymphomaniac esce nel 2013 e viene presentato in due volumi nel 2014 al Festival del cinema di Berlino e alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia suscitando un certo scandalo. In questa spregiudicata pellicola, Lars von Trier racconta infatti la vita della protagonista, Joe, e delle sue esperienze erotiche.

Mentre l’uscita del film veniva accolta in maniera controversa, la sua promozione non lesinava di far leva sugli elementi più spudorati. Ad esempio, una delle più famose locandine del film mostrava i volti dei protagonisti nel momento dell’orgasmo.

Immagine: FastCompany

Una serie di locandine più minimaliste, ma non meno impudenti, era invece basata sulla tipografia: i caratteri delle parentesi era posizionati in modo da rappresentare l’organo genitale femminile – o, secondo altre interpretazioni, il vuoto che pervade la nichilista pellicola del danese. Il font scelto da Lars von Trier per queste locandine e per il logo del film è il Minion, un font creato nel 1990 e ispirato alla bellezza senza tempo dei caratteri del rinascimento.

Il Minion è in realtà un carattere tipografico molto usato: lo si trova spesso nei libri ed è lo standard in alcuni programmi di Adobe. Per contrasto con le provocanti locandine di Nymphomaniac, il Minion è anche il font usato per il logo della seriosa istituzione scientifica americana Smithsonian.

Alcuni dei poster utilizzati per la release di Nymphomaniac. Immagine: HTMLgiant

Abbiamo dunque visto con Lars von Trier usi coscientemente lettering e font – anche i più comuni ed equilibrati – in maniera altamente anticonvenzionale e distanti dal loro contesto usuale. Ma l’abbondanza di titoli e intertitoli nell’opera del regista danese ha anche una funzione ben precisa: ci ricorda che stiamo assistendo a uno spettacolo e permette di creare quella distanza minima necessaria per riemergere (quasi) incolumi dalla tragica intensità dei film di Lars von Trier.