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State sbattendo la testa contro il muro perché avete mandato in stampa un file errato? Non disperate troppo: potrebbe essere l’inizio di… qualcosa di promettente! Ci sono errori di stampa così famosi da aver dato il via a fortunate mode, altri hanno creato oggetti oggi diventati da collezionismo.
Vi abbiamo già raccontato di errori di stampa che sono diventati dei trend creativi. Questa volta invece vi intratteniamo con una serie di aneddoti legati a bizzarri errori tipografici nel mondo della cultura popolare.
Ad esempio, sapevate che l’incredibile Hulk è verde a causa di alcune difficoltà tecniche nella stampa del primo numero del celebre fumetto? E che si racconta che gli All Blacks – gli invincibili giocatori di rugby neozelandesi – si chiamino così per un’incomprensione tra un giornalista e un tipografo? E che esiste una Bibbia per adulteri in cui un errore di stampa ha stravolto il significato di un comandamento?
Stampa inesatta: il motivo per cui Hulk è verde
Nel 1962 la Marvel incarica lo scrittore Stan Lee e l’artista Jack Kirby di creare un personaggio che assomigliasse a Frankenstein, i cui pupazzetti in quel periodo stavano vendendo molto.
I due creativi inventano così Hulk, il muscolosissimo alter-ego di un dimesso e debole scienziato: una figura iconica che da quel momento ha conquistato i fan di tutto il mondo. Sicuramente uno degli elementi che ha contribuito alla riconoscibilità di questo personaggio Marvel è il colore della sua pelle. Chi non lo sa? Hulk è verde (ed enorme)!
Ebbene: Hulk in realtà doveva essere grigio, il personaggio era infatti all’origine molto crepuscolare sull’orma del dottor Jekyll e Mr. Hyde di Robert Louis Stevenson. Proprio di colore grigio Hulk compare nel primo fumetto che segnò la nascita del personaggio. Era il 1 maggio 1962. Il problema è che le tecnologie dell’epoca e la carta di bassa qualità scelta non garantivano l’uniformità del colore grigio. Per questo, sfogliando il primo numero, Hulk passa dal grigiastro a blu!
Dal numero successivo è stato così necessario cambiare radicalmente colore e sceglierne uno più efficace per la carta e la tecnologia di stampa scelta: Hulk diventa verde!
I rarissimi errori di stampa della Lego… da collezione
Ci sono aziende famose per commettere pochissimi errori. Una di queste è la Lego: il brand danese che produce gli iconici mattoncini colorati. Ogni pezzo che esce dalle fabbriche della Lego sottostà infatti a un rigido controllo qualità che elimina gli elementi che contengono degli errori: ad esempio pezzi modellati male e inservibili oppure personaggi con una stampa grafica sbagliata.
Tuttavia – lo sappiamo – errare è umano e così anche ai rigidi controllori della Lego ogni tanto sfugge qualche pezzo. Il fatto è che quando questi rari errori di stampa giungono nel mercato, diventano automaticamente… dei pezzi da collezione! Gli errori di stampa della Lego sono infatti così rari che valgono anche centinaia di euro.
Abbastanza famosi tra gli appassionati di errori sono i personaggi Lego di Star Wars, come un peloso Chewbecca che ha la faccia stampata sulla schiena o sulla pancia: un chiaro esempio di stampa non allineata. Ci sono anche personaggi con due volti e stormtrooper che dovrebbero essere classicamente bianchi e sul cui corpo è invece stampata l’immagine di sportiva in tuta e fischietto.
C’è per caso qualcuno di questi pezzi unici nella vostra collezione di Lego?
La Bibbia che dà comandamenti sbagliati
Fare un errore di stampa su un pezzo della Lego nel XXI secolo può avere le sue conseguenze, ma decisamente tutt’altra cosa è sbagliare la stampa in una Bibbia nel Seicento! Soprattutto se a causa di questo errore un comandamento viene promosso… al contrario.
È il caso della famosa Bibbia cattiva, anche detta Bibbia dei peccatori o degli adulteri. In diverse copie del testo sacro pubblicato da alcuni stampatori reali a Londra, nel 1631, c’è un apparentemente innocuo errore di stampa: un “non” in meno. Purtroppo, a causa di questa dimenticanza, uno dei dieci comandamenti si legge al contrario: commetti adulterio (in inglese, thou shalt commit adultery)!
Di questa Bibbia “peccaminosa” furono stampate circa mille copie che circolarono liberamente finché non ci si accorse dell’errore, un anno dopo. Agli stampatori fu revocata la licenza e nei loro confronti fu emessa una multa assai salata per l’epoca, mentre la maggior parte delle copie furono distrutte. Ne rimane ancora qualche esemplare tuttora in giro, e vale migliaia di sterline.
La copia di Harry Potter con il nome dell’autrice sbagliato
Sapete bene che in questo blog siamo appassionati di copertine e proprio alle cover della saga di Harry Potter abbiamo dedicato un lungo articolo. Il primo libro scritto da J. K. Rowling – pseudonimo di Joanne Rowling – e pubblicato nel 1997 ha venduto oltre 120 milioni di copie, diventando uno dei volumi più di successo al mondo.
Di questo libro leggendario esistono però circa 200 copie con un errore di stampa non da poco. Si tratta – per fortuna – delle copie di prova del libro che nel frontespizio hanno stampato il nome sbagliato dell’autrice: da J. K. Rowling diventa JA Rowling.
Alla fine degli anni Novanta, queste copie fallate si potevano trovare a pochi spicci nelle bancarelle e rigattieri di Londra, ma nei primi mesi del 2024 uno di questi volumi è stato venduto all’asta a una cifra di tutto rispetto: ben 11 mila sterline!
Dord! La parola fantasma nel dizionario inglese
A quante revisioni viene sottoposto un dizionario prima della messa in stampa? Moltissime, soprattutto se si tratta di uno dei punti di riferimento per la lingua inglese come il prodotto di Merriam-Webster, il più antico e rispettato editore di dizionari in America.
Eppure proprio alla Merriam-Webster c’è stato un caso – un unico caso – in cui qualcosa non ha funzionato e nel dizionario è stata stampata… una parola in più!
È il 1934 e Merriam-Webster pubblica una nuova edizione del dizionario grazie alla collaborazione di 250 editor e consulenti. Sfogliando il dizionario si nota però che tra le voci lessicali Dorcopsis (una sorta di canguro della Nuova Guinea) e dorè (dorato) compare la parola “dord”. Il dizionario spiega che si tratta di una misura di densità senza dare ulteriori informazioni.
In realtà dord è una parola che non esiste: una parola fantasma! Un editor se ne accorse solo dopo cinque anni, ma misteriosamente la parola è rimasta nel dizionario fino al 1947. Come è stato possibile inventare una parola e farla finire in un vocabolario così prestigioso? La storia è raccontata dalla stessa casa editrice in maniera assai dettagliata. Apparentemente un editor avrebbe scritto su un foglietto questo appunto “d or D”, parlando della lettera utilizzata in chimica e fisica per indicare la densità. Per una serie di errori, “d or D” è diventata Dord ed è finita sul dizionario.
Oggi Dord è uno degli errori lessicografici più celebri e aneddotici!
I temili All Blacks sono davvero nati da un errore di stampa?
Conoscete tutti gli All Blacks? Si tratta della temutissima squadra neozelandese di rugby, una delle più forti al mondo. Famosa anche per la haka – la tipica danza maori messa in scena prima delle partite più importanti – la squadra è anche celebre per il suo particolare nome: All Blacks.
Ma come nasce questo nome? Tutto sembra iniziare nel 1905, l’anno della leggendaria tournée dei rugbisti neozelandesi in Inghilterra. All’inizio accolta tiepidamente dalle cronache e dai tifosi, la squadra iniziò a farsi amare e rispettare grazie a una serie di vittorie travolgenti. Sui manifesti e titoli dei giornali comparvero così le parole All Blacks. Ma perché?
Secondo la ricostruzione di uno dei giocatori della squadra, il nome deriva da un’incomprensione tra un tipografo e un giornalista. Il giornalista avrebbe scritto nel titolo All Backs – commentando lo schema tattico della squadra neozelandese, dove sembrava che la squadra fosse composta da tutti TreQuarti (Backs in inglese). Il tipografo pensando a un errore di battitura del giornalista inserì invece un L nel titolo: è così che nacquero gli All Blacks.
In realtà, come spesso accade nel rugby, pare che anche questa sia una leggenda. Meno romanticamente, il nome sembra invece derivare proprio dalla divisa della squadra – tutta vestita di nero dalla testa ai piedi.
E voi? Avete il vostro errore di stampa preferito o qualche aneddoto da raccontarci?