Il DNA di un logo riuscito e gli esempi dei loghi più famosi

Il DNA di un logo riuscito e gli esempi dei loghi più famosi

Redazione Pubblicato il 1/27/2018

Dopo aver consultato esperti e lettori, la prestigiosa rivista inglese “Creative Review” ha stilato una classifica dei 20 migliori loghi di tutti i tempi. Ad aggiudicarsi la prima posizione è il logo della pura lana vergine, quello realizzato nel lontano 1964 da Franco Grignani. Un logo semplice (ma non banale), essenziale e immediato. Insomma, un logo perfetto.

Qual è il DNA di un logo riuscito? Se analizziamo con attenzione alcuni loghi-icona, ci rendiamo conto che tutti posseggono almeno 3 essenziali qualità. Qui capiremo, attraverso gli esempi di loghi famosi, quali virtù deve avere un logo capace di scalare le classifiche.

Quando un logo può dirsi riuscito?

Prima di tutto è bene chiarire cosa si intende per “logo riuscito”. Un logo non si giudica solo attraverso parametri estetici. Molti possono disegnare un logo bello, in pochi, però, riescono a progettare un logo capace di diventare un’icona.

Un logo riuscito è un logo in cui coincidono brand identity – ciò che il marchio vuole rappresentare – e brand image, l’immagine del marchio che arriva al pubblico. È impossibile creare un logo efficace senza conoscere intimamente il brand, la sua storia, i punti di forza, le peculiarità e i valori. Ed è altrettanto impossibile farlo senza conoscere il suo target di utenti. Perché il logo, oltre a raccontare una storia, deve riuscire a interagire con le persone.

La semplicità è un’altra virtù importantissima. In un logo non dovrebbero mai esserci decorazioni superflue, ogni elemento che si decide di inserire deve essere lì perché ha un ruolo e un senso ben preciso. Dalla semplicità si origina un altro valore fondamentale: l’immediatezza, la capacità di arrivare subito alle persone, di farsi riconoscere e di rimanere impressi.

Ma per capire meglio cosa si intende per logo efficace, è utile andare a lezione dai “grandi loghi”.

I GRANDI LOGHI CHE FANNO SCUOLA

Partiamo dal logo di Dropbox che, dal 2007 al 2017, ha lavorato sodo proprio sul concetto di semplificazione.

Da una scatola tridimensionale si è arrivati, in dieci anni di lavoro sul design del brand, a un’immagine costituita da cinque quadrati isometrici che è decisamente più semplice, essenziale e astratta della precedente.

Altrettanto efficace è il logo di FedEx, progettato da Lindon Leader nel 1994. È molto semplice, perché il logo altro non è che il nome dell’azienda.

Ma, come sempre, la semplicità è frutto di un lavoro tutt’altro che semplice. Se vi soffermate a osservare il logo con più attenzione, noterete che compare un simbolo nascosto tra la lettera “E” e la lettera “X”: si nota una freccia orientata verso destra. Questa immagine racchiude tutto il significato del brand, trasmette un senso di dinamismo e di velocità. Cos’altro si può chiedere a un’azienda che si occupa di consegne? 

Stesso discorso vale per il logo di Amazon, che funziona esattamente come quello di FedEx. Ai piedi del logo c’è una freccia che, ancora una volta, rimanda alla dinamicità e velocità delle consegne, e non solo. La freccia parte dalla lettera “A” e arriva alla lettera “Z”. È come se dicesse: da Amazon puoi trovare tutto quello desideri, dalla “A” alla “Z”.

Forse meno semplice, ma allo stesso modo efficace, è il logo di Pittsburgh Zoo & PPG Aquarium.

Il logo che vediamo è molto particolareggiato, ma lo è per una ragione: l’albero crea, in negativo, i profili di un orango, di un felino e di alcuni pesci che sembrano spuntare dall’acqua. Il logo racconta, così, la ricchezza dello zoo e del suo acquario.

Semplicità, capacità di raccontare una storia e di rivolgersi al proprio target di utenti: Airbnb, con il suo logo, è riuscita a fare tutte e tre queste cose.

Dentro il logo sono contenute ben quattro immagini che raccontano l’azienda: la sagoma di una persona con le braccia aperte, il simbolo della geolocalizzazione, un cuore e la lettera “A” di Airbnb. Airbnb si sta raccontando e si sta rivolgendo direttamente al suo pubblico di utenti: persone che amano viaggiare e che nell’esperienza dell’ospitalità vedono un’occasione per fare nuove conoscenze.

Finiti i consigli e terminati gli esempi, siete pronti a creare un logo capace di scalare le classifiche?