Un paio di cose che forse non sapevate sulla storia della stampa

Un paio di cose che forse non sapevate sulla storia della stampa

Giovanni Blandino Pubblicato il 4/3/2018

La storia delle tecnologie è sempre affascinante: dietro a invenzioni che hanno cambiato il mondo e la società c’è infatti sempre una complessa rete fatta di aneddoti, storie di grandi personaggi, serie infinite di piccole innovazioni tecniche, semplici curiosità e grandi conseguenze sociali. È così anche per la storia della stampa! Ecco dunque una breve lista di curiosità sulla stampa che vi vogliamo raccontare: dalla moria dei monaci amanuensi al primo libro tascabile, dai record di Harry Potter alla vera storia del colore di Hulk, passando per la casa editrice voluta dal despotico Enrico VIII.

Buona lettura! Qual è stato il primo libro a essere stampato?

La “Bibbia di Gutenberg” conservata nel museo Gutenberg di Magonza. Copyright: Gutenberg-Museum Mainz
Sebbene in Cina si possano trovare degli stretti antenati della stampa (come la xilografia) già nell’VIII secolo, la stampa per come la intendiamo oggi nasce a metà del Quattrocento nel laboratorio di un orafo di Magonza: Johannes Gutenberg. È lui a usare in Europa la prima volta i caratteri mobili, realizzati in una particolare lega di piombo, stagno e ammonio, insieme a un inchiostro più oleoso. Il primo libro stampato al mondo è dunque la Bibbia di Gutenberg, realizzata in 180 esemplari di cui solo 49 sono giunti fino a noi. Due di queste copie le potete ammirare al museo Gutenberg di Magonza, ve ne abbiamo parlato in questo articolo. I libri stampati da Gutenberg erano però dei libroni di grandi dimensioni, difficilmente trasportabili. È interessante sapere che il libro come lo conosciamo oggi nasce poco dopo l’invenzione della stampa a opera di un italiano: l’editore veneziano Aldo Manuzio. È lui infatti che nei primi anni del Cinquecento inventa i libri tascabili grazie all’innovazione tecnica della stampa in ottavo: per risparmiare carta, si piegava il foglio più volte su sé stesso dividendolo così in otto fogli più piccoli. E in pratica, ancora oggi si stampa così, anche se il formato più diffuso è diventato quello in sedicesimi.

Perché il corsivo in inglese si chiama Italic?

Chi ha un po’ di dimestichezza con l’inglese lo saprà: il carattere corsivo nella lingua anglosassone si chiama Italic. Il motivo è semplice, il carattere corsivo fu inventato in Italia. E ancora una volta c’è lo zampino di Aldo Manuzio. Fu lui a commissionarne la creazione con un duplice scopo: rendere i testi più leggibili rispetto al font gotico di Gutenberg e soprattutto risparmiare carta. Il carattere corsivo infatti occupa meno spazio. Il corsivo compare per la prima volta nell’anno 1500 nelle Epistole di Santa Caterina da Siena, dove debutta in una frase di sole quattro parole: Jesu dolce Jesu amore. Il primo libro interamente stampato in corsivo, sempre da Manuzio, è un testo di Virgilio del 1501, che fu anche il primo libro “tascabile” stampato in ottavo.

Qual è la casa editrice più antica?

La “Caxton Celebration”: le commemorazioni per il quattrocentesimo anniversario del primo libro stampato in Inghilterra (1877).
Nata nel 1534, la Cambridge University Press è la casa editrice più antica al mondo fondata per volere del dispotico sovrano inglese Enrico VIII (indubbiamente più famoso per le sue sei mogli che per questa creazione). Il primo libro stampato dalla casa editrice, nel 1584, fu un trattato dal titolo “Two Treatises of the Lord His Holie Supper”. La Cambridge University Press da quel momento in poi non ha più smesso di stampare: oggi pubblica ogni anno più di duemila titoli e 150 riviste, distribuendoli in oltre 200 paesi in tutto il mondo. 

Cosa c’entra la peste nera con la diffusione della stampa in Europa?

Il Trionfo della morte, Pieter Bruegel (1562).
La peste nera è l’epidemia che ha colpito l’Europa dal 1347 al 1353, uccidendo un terzo della popolazione europea. Secondo la tesi dello studioso statunitense David Herlihy — a dire il vero molto criticata da altri storici — la peste decimò la popolazione di monaci amanuensi che fino a quel momento avevano il compito di copiare i testi sacri: ciò favorì lo sviluppo di mezzi tecnici che potessero diminuire la necessità di forza lavoro degli uomini – come appunto la stampa. Secondo altri storici inoltre la peste nera lasciò in Europa cumuli di vestiti inutilizzati appartenuti alle vittime, questi stracci a costo zero furono utilissimi per la grande produzione di carta che servì per l’economia della stampa che sarebbe nata da lì a un secolo.

Qual è il libro con più alta tiratura mai prodotto?

Una libreria californiana, 5 minuti prima della pubblicazione ufficiale di “Harry Potter e i Doni della Morte”. Immagine: Zack Sheppard [CC-BY-SA]
Con la prima tiratura di ben 12 milioni di copie “Harry Potter e i Doni della Morte” di J.K. Rowling è il libro in assoluto con più alta tiratura alla prima edizione mai prodotto. Il libro fu pubblicato il 21 luglio 2007 da Bloomsbury Publishing nel Regno Unito e ottenne subito un altro record del mondo: è il libro più venduto nelle prime 24 ore dall’uscita, con oltre otto milioni di copie negli Stati Uniti e oltre due milioni e mezzo nel Regno Unito.

Perché l’incredibile Hulk è verde?

Apparentemente questa domanda non c’entra niente con la storia della stampa… e invece! Il muscoloso supereroe della Marvel fece il suo debutto nel fumetto “The Incredible Hulk #1” del 1962, creato da Stan Lee e Jack Kirby. Per questa prima storia, Lee aveva scelto originariamente di colorare la pelle di Hulk di un particolare tipo di grigio per evitare associazioni con una specifica etnia. Una volta uscito il numero però ci si accorse che la stampa di quel grigio era venuta decisamente male: a volte la pelle era argento, altre volte nero carbone, alcune volte addirittura… verde! Fu così che per le storie successive Lee decise che l’incredibile Hulk sarebbe stato verde, un colore che non era stato usato prima da nessun altro supereroe!