Qualche consiglio sugli Inchiostri di Pixartprinting

Qualche consiglio sugli Inchiostri di Pixartprinting

Alessandro Bonaccorsi Pubblicato il 10/29/2018

Siamo abituati a progettare grafica, a vederla, a valutarla. Siamo abituati a toccare la carta e a saggiarne le caratteristiche, il peso, il colore. Siamo abituati a ragionare sui formati e sui prodotti, sui contenuti, le foto, e sul confezionamento. Siamo abituati ad osservare e a valutare la qualità di stampa, ma – scommetto! – mai ci fermiamo a pensare agli inchiostri che permettono alla grafica di prendere vita sulla carta.

Ciò che rende viva e visibile la stampa è l’inchiostro.

Eppure lo conosciamo poco e ancora meno siamo abituati a valutarlo e a capire quale sia il suo impatto sulle stampe che produciamo.

Se vi è mai capitato di visitare o di lavorare in una tipografia, l’inchiostro è in genere materia da macchinisti, cioè per gli operai specializzati che si occupano di gestire le macchine da stampa. Quando gestisci gli inchiostri finisci sempre con lo sporcarti, più di un imbianchino, mentre chi fa grafica, al massimo, si sporca a pranzo.

In questo breve articolo faremo una veloce panoramica degli inchiostri utilizzati da Pixartprinting per garantire la migliore qualità possibile ai propri utenti. 

La prima distinzione da fare per parlare di inchiostri è il piccolo formato, gestito con la stampa Offset o Digitale su carta, e il grande formato, gestito in Digitale con altri inchiostri che devono adattarsi a supporti di diverso materiale.

Stampa su piccoli formati 

Il procedimento di stampa Offset non utilizza Pantone o altri tipi di vernici piatte, ma si basa sulla composizione in quadricromia (CMYK).

Per le finiture si possono avere inchiostri UV a pigmento sensibile.

Quando viene usato il procedimento di stampa Digitale si sfrutta il sistema EPM (Enhanced Productivity Mode) di HP capace di utilizzare soltanto tre inchiostri (CMY) e di generare il Nero (K) con la sovrapposizione dei tre inchiostri.

Stampa su grande formato

Il discorso si complica perché parte dei grandi formati devono essere utilizzati in esterni e quindi si utilizzano inchiostri UV che possano resistere alla luce. 

Vengono poi offerte delle nobilitazioni (in genere applicate su zone specifiche del foglio decise dall’utente tramite un tracciato vettoriale contenuto nell’esecutivo di stampa), grazie all’inserimento di specifici polimeri negli inchiostri da stampa in modo da ottenere un Effetto 3D e Laminazioni in Oro e Argento.

Soltanto per la stampa su Plexiglass, che è un supporto trasparente, si fa uso di inchiostro bianco.

Consigli

Per finire ecco un paio di consigli utili per la preparazione dei file per la stampa, in modo da sfruttare al massimo le qualità degli inchiostri.

Il primo riguarda i testi e si consiglia di creare dei testi in nero pieno (100% oppure 100K); il controllo del nero viene spesso sottovalutato quando si impagina con programmi come Word che non hanno una palette di controllo dei colori.

Il secondo riguarda la grafica in generale e si consiglia di non scendere mai sotto il 5% di inchiostro, quindi di non fare colori, soprattutto grigi, troppo chiari perché rischiano di perdersi sulla carta e di non essere percepiti.

Buona stampa!!