Aprire un negozio: quanto costa, normative, licenze e idee originali

Aprire un negozio: quanto costa, normative, licenze e idee originali

Candido Romano Pubblicato il 4/22/2022

Aprire un negozio: gli step da seguire

Aprire un negozio è un desiderio di molti, soprattutto di coloro che hanno intenzione di portare avanti una propria attività. Si tratta a tutti gli effetti di diventare il “capo di sé stessi”, il che comporta una certa dose di responsabilità e intraprendenza.

Molti si chiedono quindi come aprire un negozio: le procedure odierne sono molto più semplici rispetto al passato, grazie a decreti specifici, ma permangono comunque regole precise da seguire a prescindere dal tipo di attività, che sia aprire un negozio di abbigliamento o di animali.

Questa guida è quindi utile per conoscere tutti i costi, gli adempimenti burocratici e i requisiti per aprire un negozio, insieme a idee utili sugli ultimi trend, da cui trarre ispirazione per la propria futura attività.

Aprire un negozio: cosa serve in breve

Prima di considerare la burocrazia, licenze e costi, bisognerebbe avere una buona idea. Esistono infatti tanti tipi di negozi e categorie merceologiche, e molte di queste seguono precise mode del momento. Ad esempio con l’esplosione del mercato dei cellulari in passato si è visto un grande fiorire di negozi che vendevano questi prodotti, oggi soppiantati dalla vendita online: per questo molti negozi di telefonia si sono tramutati in luoghi dove si vendono prevalentemente abbonamenti ai vari operatori, accessori e gli smartphone più conosciuti.

Per poter aprire un negozio c'è un percorso a tappe da seguire
Fonte: mostafa meraji – https://unsplash.com/photos/X0yKdR_F9rM

Dipende anche dalla richiesta del mercato, quindi bisogna selezionare bene il prodotto che si vuole vendere, ma non solo. La posizione del negozio gioca un ruolo chiave: ad esempio una cartoleria di fronte o nei pressi di una scuola ha più margine di crescita rispetto a un negozio del genere in una strada periferica.

In sostanza è necessario condurre una analisi del mercato locale, scegliere il prodotto o prodotti che si vogliono vendere e valutare con attenzione la posizione nella quale aprire la propria attività.

In ogni caso tutto l’iter burocratico è stato estremamente semplificato dal Decreto Bersani numero 114 del 31 marzo 1998, grazie al quale non è più necessario possedere una licenza, ad eccezione di alcuni casi specifici, per aprire un negozio. Prima bisognava infatti richiedere una licenza al Comune, mentre questo decreto ha stabilito nuove regole per favorire la libertà di intraprendere un qualsiasi tipo di attività commerciale.

Nello specifico dal 2006 non è più necessario chiedere la licenza per le attività che rispettano questi requisiti:

  • La superficie di vendita non deve superare i 250 metri quadrati nei comuni con una popolazione superiore ai 10.000 mila abitanti;
  • La superficie di vendita non deve superare i 150 metri quadrati nei comuni con una popolazione inferiore ai 10.000 mila abitanti;

L’unica eccezione riguarda le tabaccherie, che devono chiedere una licenza per aprire, dato che vendono prodotti soggetti a monopolio di stato.

Cos’è e come funziona la SCIA

Posto che per i casi indicati sopra non c’è bisogno di una licenza per aprire un negozio, è obbligatorio comunque inviare un documento al Comune di riferimento. Questo documento si chiama SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività): si tratta in sostanza di una comunicazione certificata in cui si dichiara che si sta aprendo un negozio e che si rispettano tutte le normative vigenti.

Un negozio ben arredato
Fonte: Christian Wiediger – https://unsplash.com/photos/I8-T4lMCA6k

La SCIA va inoltrata almeno 30 giorni prima dell’apertura del negozio e in particolare va inviata allo Sportello unico delle attività produttive (SUAP) del Comune di riferimento (consultabile anche qui ricercando il Comune), anche in via telematica: qui è possibile anche recarsi per ottenere maggiori informazioni per aprire un negozio in un determinato Comune.

Aprire un negozio: i casi in cui occorre la licenza

Ci sono alcuni casi in cui la SCIA non basta, cioè quando si superano i requisiti di metratura in base alla popolazione del Comune nel quale si apre l’attività. La licenza fornita dal Comune è quindi obbligatoria quando:

  • Si apre un negozio con superficie fino a 1.500 metri quadrati nei Comuni più piccoli
  • Si apre un negozio con superficie fino a 2.500 metri quadrati nei Comuni più grandi

Vige la regola del silenzio-assenso: se il Comune non risponde entro 90 giorni, la licenza è automaticamente concessa, quindi si può a tutti gli effetti aprire l’attività.

I diversi tipi di attività commerciale

Sono tre le tipologie di attività commerciali, che variano in base alla superficie occupata:

  • Gli esercizi di vicinato non superano la superficie di vendita di 250 metri quadrati;
  • Le medie strutture di vendita non superano la superficie di vendita di 2.500 metri quadrati;
  • Le grandi strutture di vendita superano invece la superficie di vendita di 2.500 metri quadrati.
Aprire un negozio è questione anche di buongusto estetico
Fonte: Clark Street Mercantile

 Ci sono diverse regole da seguire in base alle superfici di vendita, come abbiamo già visto, ma è bene informarsi della presenza di eventuali regole regionali o comunali ulteriori prima di aprire un negozio.

Tutti i requisiti e l’iter per aprire un negozio

Grazie al già citato decreto Bersani, tutti i negozi vedono classificati in due categorie, cioè:

  • Alimentari: per queste attività, tra cui rientrano i bar, ristoranti, alberghi, è necessario iscriversi al REC e frequentare (almeno il titolare) il cosiddetto corso SAB (Corso di somministrazione alimenti e bevande), che viene organizzato dalla Camera di Commercio. Inoltre è necessario avere un certificato HACCP valido, cioè un documento che attesta le conoscenze sulla prevenzione dei rischi derivanti dal trattamento e dalla vendita di prodotti alimentari.
  • Non alimentari: non è necessario il corso SAB. In questa categoria rientrano tantissimi tipi di negozi fisici, a cui si possono applicare delle regole aggiuntive. Ad esempio, se si vuole aprire un negozio di abbigliamento, bisogna rispettare la normativa sulle etichette dei vestiti, oppure sulle certificazioni necessarie per vendere abbigliamento tecnico. Le librerie invece devono rispettare norme specifiche antincendio. Bisogna quindi informarsi sulle normative specifiche del proprio settore prima di aprire una attività.

Per tutti i tipi di attività in ogni caso si devono possedere avere i cosiddetti requisiti morali: in pratica non bisogna mai essere stati dichiarati falliti o avere condanne con periodo detentivo oltre i 3 anni, oltre a non essere delinquenti abituali.

Non esistono più le distanze minime tra attività commerciali concorrenti, anche se è bene controllare le regole imposte dai Comuni in cui si vuole aprire l’attività commerciale.

Anche se nella maggior parte dei casi non serve una licenza del Comune per aprire un negozio, si deve quindi seguire un iter burocratico e adempimenti obbligatori. Ecco un riassunto sui permessi da chiedere per aprire un negozio, in sostanza si deve:

  • Aprire una Partita IVA
  • Effettuare l’iscrizione dal Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio
  • Inviare la dichiarazione di inizio attività al Comune, almeno 30 giorni prima dell’apertura
  • Aprire una posizione all’ INPS e INAIL
  • Richiedere l’autorizzazione per esporre l’insegna
  • Pagare eventualmente i diritti SIAE se il locale o negozio diffonde musica o video
Il rapporto tra negoziante e cliente è ancor più importante oggi
Fonte: Simona Sergi

La maggior parte di queste dichiarazioni si possono inviare tramite la cosiddetta Comunicazione Unica, che si può mandare in via telematica tramite PEC, quindi da un’indirizzo di posta certificata, al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.

La Comunicazione Unica può essere compilata tramite il portale del Registro delle imprese, tramite il servizio gratuito ComunicaStarweb. Per accedere però bisogna prima registrarsi al servizio Telemaco tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Infine ci sono altri requisiti per aprire un’attività commerciale:

  • Avere l’agibilità dei locali, cioè una certificazione effettuata dal Comune, che può riguardare l’accesso ai servizi igienici, il numero di finestre o l’impianto di areazione.
  • Avere una la giusta destinazione d’uso, quella commerciale, che al catasto risulti idonea alla vendita al dettaglio.
  • Rispettare quindi tutte le normative urbanistiche, di agibilità, di sicurezza e tutte le norme igienico-sanitarie. In qualche caso è richiesto anche il nulla osta esplicito dell’ASL di riferimento.

Quanto costa aprire un negozio

Ovviamente i costi per aprire un negozio sono variabili in base all’attività, alla grandezza del locale, alla posizione del locale o alla città in cui si intende aprire. Le spese da considerare sono sicuramente quelle relative a:

  • Iscrizione all’INPS, Inail e Camera di Commercio;
  • Affitto o mutuo da pagare in caso di acquisto;
  • Acquisto della merce;
  • Utenze come gas, acqua ed elettricità;
  • POS per i pagamenti elettronici;
  • Commercialista e il suo onorario;
  • Assicurazioni varie (furto, incendio ecc)
Un negozio visto da fuori, attraverso la sua vetrina
Fonte: Erik Mclean

Ovviamente ogni locale e attività ha i suoi costi, ma facendo una stima approssimativa si potrebbe arrivare a spendere 1520.000 euro per l’apertura di un piccolo negozio e almeno 50.000 euro per un locale più grande.

Idee per aprire un negozio originale nel 2022 e oltre

Sono tantissimi i tipi di negozi fisici da poter aprire, si può infatti vendere qualsiasi cosa. Bisogna però sempre tenere d’occhio i trend del momento, oppure quelle categorie molto interessanti per una strategia a lungo termine. Ecco qualche esempio di attività che è possibile aprire:

  • Negozio di sigarette elettroniche: aprire un negozio del genere risponde a un trend degli anni scorsi, ma l’interesse verso questa categoria di prodotti è ancora molto presente tra i consumatori.
  • Negozio automatico: si vedono sempre di più nelle città italiane e sono praticamente negozi con all’interno distributori automatici prevalentemente di cibo confezionato, ma non solo.
  • Negozio di animali: sempre più persone convivono con un animale in casa, quindi sono interessate a prodotti per i loro compagni domestici. Si potrebbe pensare anche a un negozio che vende solo accessori per animali.
  • Negozio di DPI e mascherine: con la pandemia è aumentato esponenzialmente il consumo di dispositivi di protezione personale e mascherine. Una buona idea sarebbe quella di aprire un negozio specializzato, dove il consumatore potrebbe trovare anche prodotti che difficilmente si trovano nei negozi più generalisti.

    Un negozio, una volta aperto, va seguito con costanza in ogni suo spetto
     Fonte: Erik Mclean
  • Negozio per veicoli elettrici: i monopattini elettrici e altri tipi di veicoli del genere hanno invaso le nostre città. L’interesse è molto alto e la mobilità sostenibile sarà un trend molto caldo anche negli anni a venire.
  • Negozio biologico o di cosmetici bio: le persone oggi sono molto più attente rispetto a ciò che acquistano. Per questo è cresciuto il trend di negozi che vendono solo cibo biologico, oppure cosmetici non testati su animali: rispondono a un bisogno che non farà che crescere nei prossimi anni.

Si conclude qui la nostra guida su come aprire un negozio: anche se la burocrazia è stata piuttosto semplificata, sono diversi gli adempimenti obbligatori da rispettare. Basta fare tutto con calma e con largo anticipo, pianificando l’apertura e soprattutto studiando il territorio e le esigenze dei consumatori locali, per evitare di investire i propri soldi in un settore con poco traino.