La chiocciola: scopriamo il simbolo della rivoluzione tecnologica

La chiocciola: scopriamo il simbolo della rivoluzione tecnologica

Eugenia Luchetta Pubblicato il 12/18/2020

La @, chiocciola o a commerciale, oggi presente in ogni tastiera e universalmente riconosciuta come simbolo di posta elettronica, fino a solo qualche decade fa era un glifo abbastanza insolito, familiare solo ai commercialisti. Ma come è nato questo simbolo dalla forma curiosa? E come è diventato l’emblema di un nuovo modo di intendere la comunicazione? Abbiamo ricostruito la storia di questo simbolo così moderno, ma dalle origini sorprendentemente antiche.

Origini e storia del simbolo

Le origini del simbolo sono avvolte nel mistero. Il primo ritrovamento è in ambito religioso, in una traduzione bulgara di una cronaca greca del 1345. Nel documento scritto a mano, oggi custodito nella Biblioteca Apostolica Vaticana, è riportato il simbolo @ al posto della A maiuscola nella parola Amen. Rimane però un mistero come mai sia stata adottata in questo contesto.
Traduzione bulgara di Constantino Manasse, “Cronaca universale”, 1345. @ sutilizzata come “a” iniziale per “amin” (amen).
Secondo una teoria la @ nasce all’interno delle abbazie, dove i monaci, intenti a trascrivere copie su copie di manoscritti e sempre alla ricerca di abbreviazioni, potrebbero aver convertito l’espressione latina “ad” (“fino a”) in una “a” unita alla parte finale di una “d”, come una coda. Ma si ipotizza anche che potesse essere un modo per velocizzare la scrittura della parola francese “à” (“a”) senza staccare il pennino dalla pergamena. In una lettera del 1536 di Francesco Lapi, mercante fiorentino, la @ è usata per indicare delle unità di vino, le anfore. Si tratta del primo di una lunga serie di esempi in cui la chiocciola viene usata come simbolo per indicare un’unità di misura. In spagnolo e in portoghese infatti equivale all’abbreviazione dell’unità di peso arroba, derivata dall’arabo “un quarto” (الربع pronunciato ar-rubʿ). Nel mondo anglosassone il simbolo ha poi assunto una valenza commerciale, nell’accezione di “al prezzo per unità di”. Tuttavia, essendo legato a un uso ancora piuttosto settoriale, le prime macchine da scrivere, prodotte a partire dalla metà dell’800, non lo inclusero. Fu invece inclusa nel 1961 nel Selectric di IBM per indicare il prezzo per unità.

L’@ entra nella modernità

A cambiare completamente la storia della @ e a decretarne la futura fama fu il programmatore Ray Tomlinson, riconosciuto come l’inventore dell’email. Nel 1971, trovandosi di fronte alla necessità di scegliere un glifo da usare tra lo user name e l’indirizzo di destinazione, al fine di spedire un messaggio creato da un utente e destinato ad un altro attraverso l’Arpanet, Tomlinson scelse la @, in quanto scarsamente usata nella programmazione fino a quel momento. La scelta è particolarmente azzeccata, in quanto @ in inglese si legge come “at” (“a”, moto a luogo).
Ray Tomlinson

Usi del simbolo @

Come precedentemente indicato, in inglese la @ è ancora oggi usata in contesto commerciale per indicare il prezzo, sebbene non sia un uso accettato nella tipografia standard. L’uso nel contesto di indirizzi email è sicuramente il più comunemente riconosciuto oggigiorno. Sempre più comune è l’utilizzo all’interno di piattaforme di blogging, forum e social network, per indicare i nomi utente (es @mariorossi), e spesso è utilizzato nelle risposte ad un utente specifico, o per richiamarne l’attenzione. In inglese spesso la @ è utilizzata come sinonimo di “at” per indicare la location di eventi.

Curiosità sul design della @

Essendo l’origine della chiocciola non accertata, è difficile tracciare una storia dell’evoluzione del suo disegno. È solo da qualche decennio, infatti, che viene inclusa in ogni carattere tipografico e che dunque il suo disegno è stato progressivamente formalizzato. Il design più comune è sicuramente caratterizzato da un “a” con asta verticale diritta, anche quando il carattere prevede una lettera “a” con “goccia”, circondata dal prolungamento circolare dell’asta. La scelta della “a” con asta verticale diritta consente una maggiore leggibilità e chiarezza, a fronte di uno spazio ridotto. Meno comuni sono altri design che prevedono una “a” con terminale a goccia, o addirittura “A” maiuscola in rarissimi casi.
Esempi di design con a con asta verticale diritta, il più comune. Da sinistra: Rockwell, Bodoni, Garamond. (traduzione inglese: a con asta verticale diritta= single storey a)
Esempi di design con a con “goccia”, meno comune. Da sinistra: Arnhem, Bureau Grotesque, Amplitude Condensed. (traduzione inglese: a con “goccia”= double storey a)
Esempi di design con a con asta verticale diritta in caratteri monospaziati. Da sinistra: OCR A, Courier, Input.
Esempi di design con A maiuscola, molto raro. Da sinistra: Cinzel, Copperplate, Perla.
Se in inglese il simbolo @ è conosciuto semplicemente con il didascalico “at sign”, nel resto del mondo si perde il conto delle metafore usate per definirlo, dai più svariati animali e parti del loro corpo, fino ad arrivare a pietanze e cibi locali. Il nome comune in italiano è infatti chiocciola (meno comune è “a commerciale”, ed è condiviso dall’ebraico (shablul), dall’ucraino (ravlyk) e dal gallese (malwen). Anche in queste tre lingue, infatti, il simbolo è associato al buffo animaletto.

Viaggio tra i diversi Nomi assegnati alla @ nel mondo

I greci ci vedono una paperella (papaki), svedesi e danesi una proboscide di elefante (snabel-a). Diverse lingue fanno riferimento alla scimmia e alla sua coda attorcigliata (apestaart in olandese, Affenschwanz in tedesco, malpa in polacco, maymunsko a in bulgaro), altre al cane (soba[ch]ka in russo), gatto (Kissanhäntä in finlandese e kassisaba in estone) o topo (xiao lao-shu in mandarino), mentre in ungherese (kukac) e thai (yiukyiu) è un verme. In ceco è una aringa arrotolata (Zavináč) e in bulgaro è talvolta chiamata banitsa, un pasta arrotolata.
Nomi primari e alternativi per @ in Europa

L’acquisizione del simbolo al prestigioso MoMA

Il valore in termini comunicativi e culturali della “@” nella nostra società è tale che il Dipartimento di Architettura e Design del MoMA ha acquisito il simbolo nella sua collezione nel 2010. L’importanza di tale simbolo non risiede solo nella rivoluzione tecnologica di cui è un perfetto emblema, ma anche nell’eleganza e appropriatezza della sua scelta. Invece di inventare un nuovo carattere, Tomlinson intelligentemente si appropria e trova un nuovo uso a un carattere già presente, dalle origini antiche e sotto sfruttato, stabilendo per esso nuove regole e nuovi significati. Così facendo, la chiocciola è divenuta espressione di nuove forme di comportamento e di rapporti in un mondo in continuo cambiamento. La storia della chiocciola è unica nel suo genere, ma non si tratta del solo simbolo antico, la cui storia si perde nei secoli, rispolverato per definire nuove interazioni nel mondo della comunicazione digitale. Ci sono altri esempi curiosi di simboli rinati grazie al mondo del web. Tenetevi pronti e aguzzate la vista!