Intelligenza Artificiale e Neuromarketing: ecco come la tecnologia sta cambiando il modo di comunicare e vendere

Intelligenza Artificiale e Neuromarketing: ecco come la tecnologia sta cambiando il modo di comunicare e vendere

Alberto Maestri Pubblicato il 7/21/2025

Intelligenza Artificiale e Neuromarketing: ecco come la tecnologia sta cambiando il modo di comunicare e vendere

Già nel 2015 gli autori e manager Scott Magids, Alan Zorfas e Daniel Leemon pubblicarono su Harvard Business Review The New Science of Customer Emotions, un articolo pionieristico sull’importanza delle emozioni e delle scienze cognitive anche nel business. E in effetti, oggi più che mai comprendere le reali motivazioni che spingono i consumatori ad acquistare i prodotti o servizi è una leva strategica fondamentale per qualsiasi azienda. Per le piccole e medie imprese che devono spesso massimizzare l’efficacia di ogni investimento, il Neuromarketing supportato dall’intelligenza artificiale rappresenta una rivoluzione accessibile e (soprattutto!) concreta.

In questo articolo, parliamo proprio della relazione sinergica tra Neuromarketing e AI, e di come è possibile fare leva su entrambe per potenziare i processi di vendita e di marketing. Prima, però, diamo qualche definizione…

Cos’è il neuromarketing, e che ruolo ha l’intelligenza artificiale?

Il Neuromarketing è una disciplina che unisce e integra neuroscienze, psicologia cognitiva e marketing, con l’obiettivo di comprendere i processi inconsci che guidano le decisioni di acquisto. Lo fa attraverso:

  • strumenti biometrici come eye-tracking, EEG (elettroencefalogramma), GSR (risposta galvanica della pelle – in inglese galvanic skin response);
  • analisi comportamentali.

L’AI può comunque sostituire o integrare gli strumenti biometrici con efficacia crescente. Lo stesso Neuromarketing misura reazioni non verbali dei consumatori di fronte a stimoli visivi, sonori e narrativi.

In altre parole, il Neuromarketing aiuta le aziende a scoprire cosa piace davvero alle persone prima ancora che loro lo sappiano.

In tale contesto, l’intelligenza artificiale entra in gioco come forza catalizzatrice: raccoglie, elabora e interpreta grandi quantità di dati biometrici, comportamentali e psicografici in tempo reale. L’IA non si limita a misurare, ma prevede e ottimizza le decisioni di business e di marketing.

Una lista di strumenti di AI Neuromarketing

Abbiamo iniziato a comprendere i primi significati legati al Neuromarketing e all’integrazione della disciplina con l’AI. La notizia positiva di questo campo così affascinante, ma anche così innovativo – e, dunque, difficile nell’orientamento – è che esistono sul mercato già diversi strumenti di AI Neuromarketing che possono aiutarci nelle nostre attività quotidiane. Eccone cinque:

  • Affectiva – una piattaforma che analizza le emozioni tramite riconoscimento facciale e segnali vocali.
  • Neurons – combina eye-tracking predittivo e IA per valutare l’efficacia visiva di una creatività pubblicitaria.
  • iMotions – software di integrazione multi-sensoriale che aggrega dati da EEG, eye-tracking, GSR, EMG e altri sensori.
  • Lumen – usa l’AI per simulare lo sguardo umano e prevedere dove si focalizzerà l’attenzione.
  • ChatGPT e strumenti di NLP (Natural Language Processing) – analizzano il linguaggio dell’utente per cogliere tono emotivo, intenzione e bisogni latenti.

I costi delle piattaforme (ce ne sono tante) non sono sempre agevoli, soprattutto per un’azienda di piccole o medie dimensioni: la media delle licenze annuali varia infatti da 3.000$ a 15.000$. Cosa possiamo fare allora per iniziare comunque e non farci prendere dal panico? Ti lascio tre consigli:

  • Inizia da un modulo o una funzionalità, per esempio solo eye‑tracking, per valutarne impatto e scalare di conseguenza.
  • Richiedi demo e preventivi flessibili ai fornitori; alcuni offrono tariffe per studi specifici (una campagna, uno UX flow, …).
  • Combina tool diversi (alcuni hanno modalità freemium di utilizzo) per ottenere insight integrati sulle creatività.

Alcuni casi d’uso dell’IA applicata al Neuromarketing per le piccole e medie imprese

Nello specifico, in che modo possiamo creare valore – in quanto imprenditori, manager, progettisti di aziende di dimensioni non necessariamente complesse – grazie a pratiche e framework di Neuromarketing e intelligenza artificiale?

La lista potrebbe diventare davvero lunga, dunque cerco di contenermi con altri cinque punti… 😉

  1. Test predittivi per le creatività pubblicitarie
    Prima di investire in campagne più costose e impegnative, una PMI può testare visual, landing page o video pubblicitari usando strumenti predittivi al fine di capire quali elementi attirano maggiormente l’attenzione.
  2. Analisi del comportamento sul sito web o e-commerce.
    Tramite software di IA che analizzano mappe del calore (heatmap) e movimenti oculari (eye-tracking) è possibile ottimizzare l’esperienza utente di un sito web e aumentare i tassi di conversione, migliorando la disposizione di call-to-action, testi e immagini.
  3. Personalizzazione dei messaggi di marketing
    Si può anche adattare automaticamente lo stile di interazione che usiamo nei contenuti e sui canali aziendali (per esempio le email, i testi del sito web, il video marketing, …) in base al tono e agli interessi del singolo utente, migliorando l’engagement e la fidelizzazione.
  4. Emotional analytics nei sondaggi
    Si possono integrare le rilevazioni emotive (emotional analytics) all’interno dei sondaggi online, misurando in tempo reale le espressioni facciali degli utenti durante la visione di spot o contenuti, per capire cosa coinvolge realmente.
  5. Ottimizzazione del packaging e del design
    Anche il design dei prodotti può beneficiare del Neuromarketing predittivo: i tool di intelligenza artificiale aiutano a testare colori, forme e testi per capire cosa comunica fiducia, qualità o ancora desiderabilità.

Conclusioni: perché dovresti investire in AI Neuromarketing?

Contrariamente a quanto si può pensare, l’adozione di piattaforme e competenze di Neuromarketing & IA non è riservata esclusivamente a grandi brand o a relativi budget milionari. Oggi esistono soluzioni scalabili e accessibili anche per le PMI, spesso con formule pay-per-use o freemium che offrono benefici tangibili: migliore comprensione del cliente, aumento delle conversioni e delle vendite, diminuzione del rischio durante i processi di decision making, generazione di contenuti a maggior impatto emotivo.

Per i lettori più coraggiosi, lascio la visione di questo intervento di Prince Ghuman – Manager e opinionista sulla rivista di business Forbes – proprio sul tema.

Integrare intelligenza artificiale e Neuromarketing rappresenta un’opportunità interessante per differenziarsi, comprendere davvero i clienti e costruire strategie basate su dati cognitivi, non solo demografici. Il futuro del marketing è già qui, e parla il linguaggio del cervello!