Washington Post: un quotidiano leggendario

Washington Post: un quotidiano leggendario

Alessandro Bonaccorsi Pubblicato il 4/30/2025

Washington Post: un quotidiano leggendario

Lo scandalo Watergate che portò all’impeachment e alle dimissioni del presidente USA Richard Nixon nel 1974 è un fatto storicizzato e conosciuti da tutti, ormai entrato a pieno titolo nella cultura di massa. Non tutti sanno però che l’inchiesta investigativa che fece crollare il presidente era portato avanti da dei giornalisti del Washington Post, uno dei più antichi, conosciuti e influenti quotidiani statunitensi.

Fondato nel 1877 a Washington D.C., capitale degli Stati Uniti, è sempre stato un baluardo della libertà di stampa, spesso confrontato per autorevolezza con il *New York Times*. Seppure negli anni si sia spostato da un orientamento liberal-democratico ad uno più conservatore, ha sempre mantenuto una forte etica e un impegno nella verifica dei fatti e nell’analisi critica.

Andiamo a scoprire com’è fatto il quarto quotidiano più venduto d’America*.

Fonte: https://www.washingtonpost.com/

Carattere deciso, la forza della tradizione

Proprio come un buon whiskey, il Washington Post (WaPo per chi lo ama) ha un carattere forte che si è radicato negli anni, senza invecchiare.
Prova principale ne è il logo che fa da testata al giornale: scritto in lettere gotiche nere rimanda a quel periodo di fine secolo in cui l’America stava diventando un grande paese, senza sembrare vecchie o démodé; è stato probabilmente progettato o modificato ad hoc ed è diventato un’icona ben riconoscibile del giornale, affermandone la storia e l’autorevolezza.

Fonte: https://d3.harvard.edu/platform-rctom/submission/the-washington-post-an-innovative-force-in-the-digital-news-industry/

Dal 2017, nella versione online del quotidiano, sotto al logo compare il motto «Democracy Dies in Darkness», cioè «La democrazia muore nelle tenebre», frase pronunciata da Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon e proprietario del Washington Post, sembrerebbe in risposta alle accuse di disonestà fatte da Donald Trump verso i giornali americani.

L’aspetto del giornale è molto elegante, il suo layout fa uso di spazi bianchi evidenti e il testo non è annidato come capita in altri quotidiani (all’opposto, ad esempio, dei quotidiani asiatici analizzati negli articoli precedenti). Viene pubblicato nel formato broadsheet, caratterizzato da pagine di grandi dimensioni che consentono una presentazione dettagliata delle notizie e un layout più formale. Le colonne sono sei, i titoli ben spaziati, i filetti di divisione molto sottili.
Nel 1998 il quotidiano fu oggetto di redesign perché si ridusse il formato e ci fu bisogno di riorganizzare i contenuti in base alle nuove dimensioni.

Fonte: https://d3.harvard.edu/platform-rctom/submission/the-washington-post-an-innovative-force-in-the-digital-news-industry/

L’eleganza dei font classici

Un po’ come nel caso del New York Times, il Washington Post ha un aspetto elegante e tradizionale anche grazie ai font utilizzati.
Per i titoli, caso credo unico nel panorama dei quotidiani, viene utilizzato il Bodoni, tanto da essere considerato il font del giornale. Nel redesign del 1998, il leggendario type designer Matthew Carter di Font Bureau ne ha creato una versione modificata, apportando sottili miglioramenti per raffinare la sua eleganza. Il problema era nelle maiuscole troppo evidenti, che rendevano l’aspetto del giornale vecchio; perciò si intervenne con maiuscole più piccole e leggere, sviluppando pesi Regular e Bold, ciascuno in Roman e Italic, con font aggiuntivi che presentavano frazioni e cifre old style per tutti gli stili.
I nuovi caratteri dei titoli apparvero per la prima volta nel ridisegnato Washington Post con il nome affettuoso di “Postoni”.

Fonte: https://typenetwork.com/articles/washington-post

Nel 2009 poi si è intervenuti di nuovo per migliorare i font e renderli più omogenei anche nelle versioni digitali.
Nel 1998 il redesign di Font Bureau intervenne anche sul carattere Century Oldstyle, già utilizzato per il testo, denominandolo “Postroman”. Questo nuovo design ha permesso di adattare il testo a colonne più strette, mantenendo un’elevata leggibilità grazie a un’altezza leggermente aumentata.

Fotografie e altre grafiche

L’uso di immagini e illustrazioni non è particolarmente innovativo. In prima pagina, in posizione centrale, campeggia sempre una foto in formato rettangolare che occupa la larghezza di quattro colonne. Negli ultimi anni la sua posizione è scesa a metà altezza, mentre prima si trovava, in modo classico, appena sotto alla testata.

Essendo un giornale principalmente di notizie e dal piglio investigativo, le fotografie sono sempre preferite alle illustrazioni, che invece vengono utilizzate nelle pagine di cultura, nei vari inserti (Style, Outlook, Weekend, Food, Art, Book, etc.) e nel magazine.

Fonte: https://www.designlad.co.uk/the-washington-post
Fonte: https://www.danvillage.com/washington-post-magazine-spring-dining
Fonte: https://jasonraish.com/washington-post-illustrations

Le infografiche sono utilizzate per spiegare e hanno uno spazio maggiore nel digitale, dove vengono inserite in Visual Storytelling di alto livello e dal grande impatto narrativo.

Di particolare interesse è la pagina dedicata al meteo (Weather) che sembra essere molto importante per i lettori del giornale.

Fonte: https://morangriffin.com/newspaper-washington-post-weather

Un quotidiano solido ed elegante

The Washington Post è uno dei giornali più importanti d’America che ha avuto un’influenza notevole sulla grande storia dell’ultimo secolo, capace di reportage e giornalismo investigativo di alto livello. È stato protagonista anche al cinema, per via dello scandalo Watergate in “Tutti gli uomini del Presidente” di Alan Pakula e per i Pentagon Papers, vicenda ben narrata nel film del 2017 “The Post” con Meryl Streep.

Il suo aspetto grafico si contraddistingue per una solidità granitica, che lo avvicina come eleganza al New York Times, pur mantenendo uno stile peculiare per l’uso dei titoli e dello spazio bianco che fanno respirare di più le notizie.

Grazie anche al redesign del 1998 del geniale Matthew Carter è sicuramente uno dei newspaper di riferimento per ogni progettista, in equilibrio perfetto tra contenuti di approfondimento e grafica essenziale di alto livello.
Come ogni grande quotidiano, dovrà affrontare le sfide del futuro, in cui le tirature potrebbero ridursi ancora. Nel caso del Washington Post sarà interessante seguirne lo sviluppo giornalistico dei prossimi anni, considerando che la proprietà adesso è di Jeff Bezos, uno degli uomini più ricchi del pianeta. Uno degli esempi più recenti riguarda la scelta di non proseguire con la storica rubrica contenente gli “editoriali dei lettori”, uno spazio per il quale il Washington Post si era sempre contraddistinto.