Riepilogo Contenuti
Nel 1880 fu fondata a New York una delle riviste scientifiche più famose e prestigiose al mondo, diventata un riferimento per la ricerca scientifica e la sua divulgazione al grande pubblico. “Science” da oltre un secolo rappresenta una voce autorevole in campo scientifico, una delle riviste con Impact Factor più alto e, dunque ambitissima, da ogni ricercatore. Al tempo stesso contiene notizie e articoli adatti anche ad un pubblico più ampio, per quanto colto e con conoscenze scientifiche, tanto da nutrire le sezioni scientifiche di quotidiani e riviste di tutto il mondo.

Dal 1900 è l’organo ufficiale dell’AAAS, ovvero l’American Association for the Advancement of Science, la più grande organizzazione scientifica al mondo, che promuove il progresso scientifico, favorendo la cooperazione internazionale tra scienziati e comunicando i risultati delle ricerche al pubblico (e alla politica), difendendone l’indipendenza.
Questa premessa è d’obbligo, per quanto in questo articolo ci occuperemo di progettazione grafica, perché l’AAAS ha determinato non solo l’identità editoriale di Science, ma anche la sua evoluzione visiva, mirando alla qualità, alla chiarezza e alla trasparenza della comunicazione.
La sua storia è costellata di aneddoti che si intrecciano con le vite dei più grandi scienziati. Thomas Edison è uno dei primi grandi finanziatori, cofondatore di Science con il giornalista John Michels, ma non porterà fortuna, tanto che l’idea di fare una pubblicazione con il meglio della ricerca scientifica mondiale sembra naufragare nell’indifferenza del pubblico. Soltanto con l’intervento della AAAS e di Alexander Graham Bell, l’inventore del telefono, la rivista venne salvata e divenne quella che conosciamo oggi, con oltre 100.000 abbonati in tutto il mondo e un sito web visitatissimo, con oltre 8 milioni di contatti al mese (!)*

Dentro il magazine scientifico per eccellenza
Science è un magazine ben progettato che rispecchia la serietà dei suoi contenuti. Il formato in cui viene pubblicato settimanalmente è poco più piccolo del formato tabloid, 177 x 254 cm, quindi molto maneggevole e compatto, perfetto per la lettura e per la sua portabilità, considerando che è una rivista con un buon numero di pagine che dovrà conservarsi nel tempo. Le riviste scientifiche sono pensate infatti per avere una vita prolungata: letture da persone diverse, letture in biblioteche e università. Quindi non possono avere la “leggerezza” produttiva di una rivista di attualità che dopo una settimana è già vecchia e può essere buttata via.
Il layout a tre colonne è ben organizzato e punta alla chiarezza, con le pagine prevalentemente bianche per favorire la lettura, filetti di separazione tra le colonne, immagini e grafici quando ce n’è bisogno.

Le riviste scientifiche, per quanto possano avere copertine di grande richiamo e di impatto, al loro interno devono mantenere un equilibrio tra rigore scientifico dove pubblicano i paper delle ricerche, che contengono al massimo dei graphical abstract, e gli articoli divulgativi dove foto e illustrazioni sono più utilizzate, ma sempre in modo parsimonioso.




Il logo di Science è cambiato leggermente nel corso della sua storia, ma si è, per lo più, contraddistinto per un elegante sans-serif, tranne un periodo a cavallo tra gli anni settanta e ottanta in cui veniva usato un font egizio, un po’ troppo stretched.
Non si trovano informazioni certe riguardanti i font utilizzati, ma a prima vista il logo attuale sembra utilizzare qualcosa di molto vicino ad un Garamond o ad un Century.
Per far capire quanta cura sia messa in ogni aspetto del magazine, si può leggere cosa venne scritto nell’editoriale del 1986 annunciando un grande redesign:
“Il formato familiare – il vecchio carattere e logo, l’ordine riconoscibile delle varie sezioni, il layout amichevole e gli spazi bianchi puliti – può essere abbandonato solo da quello che sembra un atto di tradimento”.
E ancora, giustificando il fatto che era stato posto il punto sopra alla “i” del logo molto più distanziato di quanto non debba essere:
“un tocco di design, il punto sopra la “I” maiuscola, potrebbe suscitare commenti. Per alcuni rappresenterà l’apice del modernismo, un segno che “Science” sta diventando d’avanguardia e si muove con la nuova era. Per altri, sarà il trionfo dell’errore tipografico sulle forze dell’erudizione.” **

Copertine memorabili per scoperte rivoluzionarie
Fu soltanto negli anni sessanta che Science iniziò ad utilizzare delle immagini in copertina. Fino ad allora si presentava con un indice dei contenuti in copertina e una grafica piuttosto austera. Probabilmente, sia il miglioramento delle tecniche di stampa che la concorrenza dello Scientific American (quello che in Italia viene licenziato dal gruppo GEDI come Le Scienze), fecero pensare alla AAAS che il loro magazine dovesse modernizzarsi e catturare il pubblico con delle immagini memorabili. Scientific American utilizzava infatti fotografie a colori molto d’impatto, sia per la loro realizzazione che per i soggetti fotografati e aveva iniziato a creare un nuovo trend nel mercato delle riviste scientifiche che, fino ad allora, si basavano su contenuti scritti corredati da grafici, diagrammi e foto tecniche.
L’evoluzione grafica della rivista può essere ben vista dall’evoluzione delle sue copertine attraverso i decenni.

Il primo redesign infatti fu fatto nel 1959, adottando un font egizio per il logo e mostrando per la prima volta una foto in copertina, anzi la “micrografia elettronica di un cristallo di quarzo fratturato”, rigorosamente in bianco e nero.

La prima vera copertina a colori arriverà a fine del 1975. Il problema del bianco e nero non era dovuto soltanto a scelte editoriali: mostrando immagini tratte dalle ricerche scientifiche, non tutte venivano realizzate a colori, perché create con microscopi, apparecchi radiografici, sistemi di scrittura meccanici e così via. Negli anni successivi si diffuse sempre di più la colorazione artificiale di certe immagini, come accade ad esempi per le immagini microscopiche o quelle cosmiche. Da lì in poi la grafica di copertina seguirà lo sviluppo della grafica internazionale, facendo conquistare sempre più spazio alle immagini e ospitandone di sempre più fantastiche.

Illustrazioni, infografiche e diagrammi: la scienza visuale al suo meglio
All’interno della rivista, come già detto, si alternano fotografie, diagrammi, infografiche e illustrazioni, distribuite a seconda del tipo di articoli.

Ogni anno Science si premura di selezionare i migliori esempi di graphic science usciti nel magazine, con una rubrica dedicata “The best of Science graphics”, un po’ come fanno altre pubblicazioni americane, come il New York Times. Si può vedere come lo staff grafico interno a Science sia in grado di maneggiare e realizzare visualizzazioni efficaci con vari stili, ad un livello di qualità molto alto.


Le illustrazioni vengono commissionate per un’articolo importante che caratterizzerà la copertina, soprattutto quando si tratta di tematiche filosofiche, etiche o teoriche. L’illustratore dovrà quindi realizzare l’immagine di copertina e una o più immagini per corredare le pagine interne dell’articolo.




Conclusioni: una rivista accurata dalla grafica essenziale
Science da oltre un secolo si è affermata come una delle migliori e più autorevoli riviste scientifiche al mondo (ad esempio, il suo Impact Factor la pone tra le prime 25). La qualità delle ricerche pubblicate sulle sue pagine va di pari passo con una grafica semplice e rigorosa che ha fatto scuola. Science segue i trend più avanzati nella produzione di immagini scientifiche, alzandone ogni anno lo standard richiesto, stimolando i centri di ricerca e le università a fare sempre più attenzione a questo aspetto importante della divulgazione scientifica.
In particolare, si caratterizza come un magazine capace di affrontare le sfide del futuro, in equilibrio tra abbonamenti cartacei e digitali, con un sito web nutritissimo di notizie e di archivi, tra i più visitati al mondo in ambito scientifico.
In un panorama molto agguerrito come quello delle riviste scientifiche, dove autorevolezza e efficacia grafica devono andare di pari passo, Science si conferma come uno dei migliori esempi di questa tipologia di pubblicazioni.

- dati dal Media Kit di Science, scaricabile qui https://advertising.science.org/wp-content/uploads/2025/04/2025_Science_MediaKit_final_links.pdf
** citazione dall’editoriale “A new Look” del 03 gennaio 1986, vol. 231
https://www.science.org/doi/pdf/10.1126/science.231.4733.9