#StoriediCopertina: Le copertine più famose del Piccolo Principe (e molte altre assai rare)

#StoriediCopertina: Le copertine più famose del Piccolo Principe (e molte altre assai rare)

Giovanni Blandino Pubblicato il 3/22/2024

Nel 1943 a New York comparve un libricino che sembrava una storiella per bambini. Sulla copertina c’era un biondo bambino su di uno strano asteroide fiorito in mezzo allo Spazio profondo. È con questa poetica immagine che – nel bel mezzo della Seconda guerra mondiale – si presenta al mondo Il Piccolo Principe, una delle storie più di successo mai state scritte.

Il Piccolo Principe è infatti uno dei libri più venduti di sempre con oltre 200 milioni di copie venduti e 190 traduzioni: col tempo si è rivelato molto più che un semplice racconto per bambini.

Oggi raccontiamo il viaggio del libro scritto e illustrato da Antoine de Saint-Exupéry – pilota commerciale scomparso nei cieli del sud della Francia un anno dopo l’uscita del suo piccolo capolavoro. Un’epopea editoriale che attraversa paesi remoti e copertine inaspettate, negli ultimi ottanta anni.

Allacciate le cinture, si decolla!

La prima, fortunatissima, copertina del Piccolo Principe

Se c’è una cover che fin dalla prima edizione ha accompagnato alla perfezione il tono di un libro, questa è quella del Piccolo Principe. Il tenue acquerello disegnato dallo stesso Antoine de Saint-Exupéry che campeggia sulla copertina della prima edizione, nel 1943, raffigura il protagonista della storia in piedi sul suo Pianeta, l’asteroide B-612, in mezzo allo Spazio.

La copertina della prima edizione del Piccolo Principe (1943). Immagine: abebooks.com

Quale copertina può raffigurare al meglio questa poetica fiaba moderna?

Ci sono due curiosità che riguardano la prima edizione del Piccolo Principe. Antoine de Saint-Exupéry è uno dei rari autori che illustrò i propri libri, finendo anche in copertina [un altro caso, lo abbiamo visto, è quello di J.R.R. Tolkien e Il Signore degli Anelli]. L’altro aneddoto è questo: sapevate che la prima edizione del Piccolo Principe non fu quella francese, nonostante il suo autore fosse francese e non parlasse un grande inglese? Il libro uscì prima di tutto negli Stati Uniti, pubblicato dalla casa editrice newyorkese Reynal & Hitchcock, 1943. Lo scrittore infatti nel 1940 si rifugiò a Long Island per fuggire alla Francia occupata dai nazisti.

La copertina con il Piccolo Principe dalla pelle nera

Le illustrazioni di Antoine de Saint-Exupéry sono parte fondante del suo libro. Ed è per questo che, nonostante le moltissime edizioni e traduzioni pubblicate a partire dal 1943, pochi editori si sono discostati dalla prima, iconica copertina.

La copertina del Piccolo Principe dell’edizione maliana del 2003, con il protagonista dalla pelle nera. Immagine: petit-prince-collection.com

Ci sono però delle curiose eccezioni, dove la differenza viene fatta anche un solo dettaglio. Un esempio in questo senso è la cover dell’edizione del Piccolo Principe pubblicata da una casa editrice del Mali, la Editions Jamana di Bamako, in cui il Piccolo Principe cambia colore della pelle, diventando nero – pur mantenendo la sua capigliatura bionda. Altri elementi iconici della copertina sono mantenuti – il pianeta asteroide l’asteroide B-612, i fiori e lo Spazio stellato – pur ridisegnati in un nuovo accattivante stile.

Tutto questo fa della copertina qualcosa di decisamente riuscito, una piccola e rara chicca.

La copertina con un cane al posto della volpe

Un altro caso in cui basta un piccolo particolare a far nuova una copertina, è quello di un adattamento pubblicato in Costa Rica del 2022 dalla casa editrice Editorial 192.

La copertina dell’edizione “zaguate” del Piccolo Principe, Costa Rica, 2022. Immagine: petit-prince-collection.com

In questa occasione nella cover – come nel resto della storia – la volpe addomesticata dal Piccolo Principe diventa un cane randagio, un animale – detto zaguates nella lingua locale – assai presente in Costa Rica e che spesso accompagna la vita di tutti i giorni di bambini e non.

La copertina grafica di Coralie Bickford-Smith, in tessuto

Una copertina del Piccolo Principe che si discosta di molto dalla originale è quella realizzata dalla prestigiosa cover designer Coralie Bickford-Smith per la casa editrice Penguin.

La copertina in tessuto disegnata dalla premiata cover designer Coralie Bickford-Smith.

La copertina accompagna una specialissima edizione rilegata in tessuto in cui la casa editrice ha voluto omaggiare 85 classici della letteratura, tra cui la moderna fiaba di Antoine de Saint-Exupéry. Nella sua nuova copertina, l’illustratrice e designer britannica ha però voluto comunque omaggiare l’illustrazione originale riprendendone alcuni modernissimi elementi.

Le stelle e i pianeti dello Spazio siderale sono ora composti in uno splendido pattern contemporaneo, blu su giallo.

Due copertine piuttosto rare: l’edizione bosniaca e l’edizione etiope

La cover bosniaca del Piccolo Principe pubblicata dalla casa editrice Svjetlost, Sarajevo, nel 1958. Immagine: petit-prince-collection.com / Fondation JMP pour LPP

Altre due cover che sono riuscite a reinventare la copertina originale – pur mantenendo gli elementi principali – non potevano arrivare da posti più lontani tra loro. Una è quella dell’edizione bosniaca, pubblicata a Sarajevo nel 1958. L’altra è quella dell’edizione in amarico, la lingua ufficiale dell’Etiopia, pubblicata nel 1978.

La copertina con la citazione del filosofo esistenzialista

Malgrado la sua veste, è difficile definire Il Piccolo Principe un libro per bambini. Inizialmente però proprio questo incasellamento nella letteratura per ragazzi creò qualche difficoltà al libro: la prima edizione americana infatti non ebbe un successo dirompente, anche perché l’opera fu subito etichettata come un racconto dell’infanzia.

La copertina dell’edizione tedesca degli anni Cinquanta del Piccolo Principe. Immagine: petit-prince-collection.com

Per ovviare a questo problema, nel 1950, la casa editrice tedesca Karl Rauch decise di stampare in copertina l’opinione del famoso filosofo esistenzialista Martin Heidegger che fin dalla prima riga avvertiva: “Questo non è un libro per bambini,” continuando così “, questo è il messaggio di un grande poeta che ci libera dalla solitudine terrena e ci fa fare un passo avanti nel risolvere i grandi misteri del mondo.”

Insomma, più chiaro di così!

La copertina dell’edizione siberiana illustrata dall’artista russo Vyacheslav Fentyajev

Così come l’aeroplano bimotore del suo autore, anche Il Piccolo Principe ha raggiunto le aree più remote del Pianeta. Un esempio è questa rara edizione bilingue, in russo e in lingua even, una lingua tungusa parlata in Siberia – in particolare nella remotissima regione del Sacha-Jacuzia.

La copertina del Piccolo Principe nell’edizione bilingue russa-lingua even. Immagine: petit-prince-collection.com

La lingua even è parlata solo da poco più di cinquemila persone. È incredibile quindi la comparsa di questa quasi introvabile edizione del Piccolo Principe, pubblicata nel 2013 dalla casa editrice Dikiy Sever. Ciò che rende ancora più sorprendente questa edizione è il fatto che la copertina sia impreziosita da illustrazioni che riflettono la cultura e l’estetica delle popolazioni native di questa estrema regione orientale russa. A disegnare la copertina – e le illustrazioni interne del libro – è stato l’artista russo Vyacheslav Fentyajev.

L’edizione in simboli, accessibile a tutti bambini

Chiudiamo con un’ultima bella edizione del capolavoro di Saint-Exupéry. Pubblicato nel 2017 dalla casa editrice italiana Erickson, questo adattamento propone il Piccolo Principe riscritto con i simboli Widgit (WLS).

L’adattamento in simboli widgit accessibili anche a bambini autistici o con disturbi della comunicazione. Immagine: erickson.it

I simboli widgit creano un linguaggio pensato per essere letto anche chi soffre di disturbi dello spettro autistico o disturbi della comunicazione. Ecco dunque un’edizione che rende Il Piccolo Principe un capolavoro ancora più universale.

Qual è la vostra copertina preferita del Piccolo Principe? Ne avete altre – rare, particolari o semplicemente molto belle – da segnalare?