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Concentrati! Come proteggere l’attenzione ed evitare le distrazioni
L’attenzione non è solo strumentale a raggiungere i nostri obiettivi personali o professionali, ma è ciò che ci connette con il mondo esterno e con le altre persone, favorendo le relazioni interpersonali e un’esperienza piena e autentica di tutto ciò che ci circonda.
Pur essendo una risorsa limitata e molto preziosa, spesso fatichiamo a proteggerla dalle centinaia di sollecitazioni esterne che riceviamo ogni giorno, provenienti dai mezzi digitali o dall’ambiente in cui ci troviamo. Spinti da un senso di urgenza, dall’incertezza o dalle rapide gratificazioni offerte dalle piattaforme social, interrompiamo ciò che stiamo facendo – indipendentemente dalla sua importanza – per controllare l’ultima chat su WhatsApp o le email nella casella di posta.
Allenare la capacità di selezionare e filtrare gli stimoli esterni è diventato un atto necessario a difendere il nostro benessere mentale, la creatività e le relazioni personali. Ma in un mondo sempre più sovraccarico di informazioni, in cui le app e i social network vengono progettati proprio per catturare l’interesse e creare assuefazione negli utenti, come possiamo proteggere gestire al meglio l’attenzione?
Non è solo colpa nostra
Secondo Statista, il volume di dati creati, acquisiti, copiati e consumati a livello globale è aumentato da 2 zettabyte nel 2010 a 149 zettabyte nel 2024. Le proiezioni indicano un ulteriore incremento fino a 181 zettabyte entro il 2025: questo significherebbe che il volume di dati è cresciuto del 9050% negli ultimi 15 anni.
Oltre all’espansione di Internet, alla pervasività delle piattaforme social e alle numerose applicazioni dell’IA, ogni giorno assistiamo a una competizione spietata tra le aziende e i diversi media per catturare l’interesse degli utenti. Nel suo interessante articolo, la scrittrice e consulente di comunicazione Annamaria Testa descrive l’attuale contesto mediatico come un “mercato dell’attenzione”, dove la logica del profitto spinge quotidiani, periodici online e tv a raccogliere pubblicità non più per garantirsi la sopravvivenza, ma per moltiplicare le entrate economiche.
In un ecosistema digitale in cui la produzione di contenuti avviene in modo incontrollato e i vari attori in gioco hanno tutto l’interesse a trattenere le persone nel Web quanto più a lungo possibile, com’è possibile filtrare gli stimoli esterni per evitare il sovraccarico cognitivo e mantenere la concentrazione sulle attività che stiamo svolgendo? Abbiamo raccolto una serie di suggerimenti provenienti da libri e ricerche internazionali, utili a salvaguardare l’attenzione e ad utilizzarla per i nostri obiettivi.

Le strategie per avere un maggiore controllo sulla nostra attenzione
La teoria dell’economia dell’attenzione, formulata per la prima volta negli anni ’70 dall’economista Herbert A. Simon e in seguito sviluppata da altri studiosi, evidenzia come l’attenzione delle persone sia un bene molto limitato e prezioso per il quale i vari attori in gioco – testate giornalistiche, piattaforme TV e streaming e aziende interessate a pubblicizzare i loro prodotti o servizi – competono. Pertanto, se l’attenzione non viene applicata dall’individuo per svolgere una determinata attività, può essere utilizzata da altri per raggiungere i loro scopi.
Vediamo allora come imparare a gestirla in modo efficace.
1.Ridurre gli stimoli ed evitare il multitasking
Nel suo libro “Attention Span: A Groundbreaking Way to Restore Balance, Happiness and Productivity” la psicologa Gloria Mark rivela i risultati sorprendenti delle sue ricerche riguardanti l’influenza della tecnologia sull’attenzione. In media, negli ultimi vent’anni il tempo che le persone trascorrono su un singolo schermo di computer o smartphone prima di passare a un altro schermo è diminuito da 2,5 minuti a 47 secondi.
Ma queste interruzioni hanno un costo significativo: secondo la Mark ci vogliono mediamente 25 minuti per tornare all’attività originale, dopo averla sospesa. Quando l’attenzione viene interrotta infatti, la nostra capacità di apprendimento viene compromessa perché il nuovo oggetto a cui rivolgiamo l’attenzione interferisce con la codifica della memoria, ovvero il modo in cui salviamo le informazioni nel cervello. La codifica richiede un coinvolgimento attivo con un dato oggetto sufficiente a trasferire tali dati dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine, ma se durante questo processo siamo distratti da altre cose, il nostro apprendimento ne risente.
Ecco perché è essenziale rimuovere ogni distrazione dal proprio ambiente, in particolare smartphone e altri apparecchi digitali, evitando in questo modo di controllare le notifiche e interrompendo il noto ciclo di dopamina indotto dai social media.

2.Concedersi delle pause
Quando sentiamo che il livello di attenzione cala, sospendere ciò che stiamo facendo per qualche minuto, anche solo per sgranchire le gambe e preparare un caffè, può aiutarci a recuperare velocemente la concentrazione. La cosa importante è circoscrivere queste pause ai momenti in cui è davvero necessario allentare la tensione mentale, con l’obiettivo di recuperare il giusto focus.
Un recente studio pubblicato sul Journal of Applied Psychology ha infatti evidenziato come i lavoratori che osservano piccole pause regolari della durata di 1-3 minuti nella loro routine mostrano un incremento del 28% nella produttività e una riduzione del 23% negli errori operativi.
3.Cambiare ambiente o camminare
Quando la concentrazione cala o ci sono troppe distrazioni, cambiare stanza può essere la chiave giusta per mantenere un buon livello di attenzione. Questo accorgimento non è adatto solo a chi lavora in open space rumorosi, ma a chi è alla ricerca di ispirazione o soluzioni creative: spostarsi in ambienti nuovi può aiutare a rompere la monotonia, abbandonare determinati schemi cognitivi e a formulare idee innovative.
Se ci è concesso, fare una passeggiata all’aria aperta può aiutare a ritrovare la creatività e a stimolare l’immaginazione: diversi studi hanno infatti evidenziato come passeggiare incoraggi le persone a utilizzare il cosiddetto “pensiero divergente”, ovvero il metodo di pensiero in grado di ideare soluzioni originali ed efficaci di fronte a un determinato problema o situazione.

4.Capire perché tendiamo a distrarci
Come sempre, la consapevolezza è il primo passo per comprendere e risolvere un problema. Le ragioni per cui il nostro livello di attenzione è basso possono essere diverse, ad esempio la scarsa motivazione a portare avanti un determinato compito, la stanchezza, l’eccesso di stimoli esterni o la noia. Non solo: Nir Eyal, autore del libro “Come diventare indistraibili” spiega che tendiamo a usare le app e i cellulari anche per migliorare determinati stati psicologici, ad esempio la solitudine, l’insicurezza e la tristezza. Individuare la causa della nostra distrazione è il primo passo per riprendere il controllo dell’attenzione e destinarla a ciò che può davvero aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi, qualsiasi essi siano.
5.Cercare il flow
Nel suo libro “Stolen Focus: Why You Can’t Pay Attention – and How to Think Deeply Again”, lo scrittore Johann Hari illustra alcuni metodi per recuperare l’attenzione. Uno di questi è ricercare intenzionalmente lo stato di flusso, ovvero una condizione mentale di profonda concentrazione in cui si è talmente immersi in un’attività da perdere la cognizione del tempo e del proprio io.
Rifacendosi alla teoria del flusso di Mihály Csíkszentmihályi, Hari ricorda che per raggiungere il flow è necessario concentrarsi su un unico obiettivo che rispecchi i nostri valori e interessi, che metta alla prova le proprie capacità e al tempo stesso non ci sembri irrealizzabile. Ricercando le condizioni utili a entrare in questo stato mentale, le persone possono contrastare gli effetti negativi dei mezzi digitali e del multitasking, migliorando la produttività e la creatività e provando un profondo senso di gioia e soddisfazione.
Tutti questi accorgimenti ci possono aiutare ad aumentare l’attenzione e la concentrazione nella vita quotidiana, non solo durante le ore lavorative ma anche nel nostro tempo libero, favorendo una connessione più intima con il mondo esterno. Questi consigli possono essere integrati con strategie personali guidate dalla conoscenza dei propri ritmi o dei fattori che ostacolano la concentrazione. Ad esempio, possiamo pianificare le attività più impegnative nelle ore in cui normalmente ci sentiamo più produttivi, riducendo al minimo le interruzioni durante quei momenti. Gradualmente, scopriremo come liberare l’attenzione da stimoli esterni indesiderati possa regalarci nuove energie mentali, migliorando la creatività, la produttività e il nostro rapporto con l’universo che ci circonda.