Di cosa parliamo quando diciamo “eco logo” o “logo green”

Di cosa parliamo quando diciamo “eco logo” o “logo green”

Redazione Pubblicato il 4/7/2021

Il logo di un’azienda che vende borse realizzate con materiali riciclati. Quello di un’impresa che produce detergenti con ingredienti naturali. Il logo di un brand che confeziona indumenti seguendo processi sostenibili. E quello di un’azienda di alimenti proteici alternativi alla carne.

Ecco di cosa parliamo in questo articolo: di loghi che riguardano attività che hanno a cuore l’ambiente e la sostenibilità. “Eco logo”, “eco friendly logo”, “green logo”. Potremmo definirlo in tanti modi diversi, ma tutte queste etichette rischierebbero di trarci in inganno. Non esiste infatti una vera e propria categoria e, di conseguenza, non esiste un vademecum per la progettazione di un logo che richiami tematiche green. Quindi, cosa trovate qui di seguito? Esempi di loghi che abitano questo mondo, che lo raccontano con personalità e che vi dimostrano che il “logo green” non deve per forza essere green.

Logo green: piccola nota prima di cominciare

Immaginate per un momento, senza pensarci troppo, il generico logo di un’azienda attenta alle tematiche ambientali. Come lo visualizzate? Verde, con qualche elemento naturale e con una forma morbida che rievoca quelle organiche. Abbiamo indovinato?

La stragrande maggioranza dei loghi che si fanno portavoce di un messaggio sostenibile ricalca queste caratteristiche. Negli ultimi anni, complice una sensibilità crescente ai temi ambientali, loghi di questo tipo sono spuntati come funghi, spesso senza distinguersi per varietà. Così molto spesso ci troviamo di fronte a loghi tutti uguali, che non ci dicono nulla del brand ma che si limitano a comunicarci, proprio come un semaforo verde: “via libera alla sostenibilità!”

Oggi abbiamo raccolto loghi di aziende che popolano il mondo green e che te lo raccontano con diverse sfumature, non per forza verdi. Scopriamole insieme.

Meow Meow Tweet, un logo fiabesco

Meow Meow Tweet è una piccola azienda che confeziona prodotti per la cura della pelle con ingredienti vegani, biologici ed ecologici. Quel che ci ha colpito del brand è il visual spiritoso, fresco, vivace, accompagnato da bellissime illustrazioni. Basta dare un’occhiata al sito per entrare in un mondo popolato da animaletti felici che sembrano usciti da una fiaba. Il logo? Due balloon che ospitano uno scambio di battute tra un gatto e un uccellino. Logo e visual richiamano, attraverso la metafora della fiaba, la possibilità di un mondo migliore.

Lush, un logo distintivoLush crea prodotti cosmetici e per l’igiene personale con ingredienti naturali e, dove possibile, biologici e vegetariani, con un’attenzione alla riduzione del packaging nell’interesse dell’ambiente. Il logo? Un font bastoni, senza alcuna morbidezza. È moderno ed essenziale. Un logo così ci parla di un brand giovane e attento alle tendenze più contemporanee. Lush sceglie il nero, un colore controcorrente nel mondo della cosmesi green, ma del resto il brand non ha alcun interesse a uniformarsi, vuole distinguersi. E il suo logo ce lo dimostra.

Patagonia, un logo che posiziona

Patagonia produce abbigliamento per l’attività outdoor. Chi conosce il brand, sa bene che l’azienda è famosa per il suo impegno ambientale. In un articolo comparso su Business Insider leggiamo: “dal 1986, il 10% dei profitti pre-tasse e l’1% delle vendite è devoluto a piccoli gruppi che lavorano per salvare l’ambiente”. L’azienda utilizza per il 72% materiali riciclati, organici e tracciabili e si serve di processi produttivi sostenibili. Ma veniamo al carattere distintivo del brand, quello che l’ha reso così popolare: Patagonia ha ridefinito l’estetica dell’abbigliamento sportivo (in particolare quello per la montagna), che durante gli anni Ottanta era caratterizzato da indumenti di colori tenui, come il beige, il verdone e il marrone. Per soddisfare il gusto di sportivi e non, Patagonia decide di puntare su una gamma cromatica accesa e audace, che comprende il rosso accesso, il turchese, il blu elettrico, il viola. Gli stessi colori li ritroviamo nel suo logo: lo skyline del monte Fitz Roy (che si trova in Patagonia) è rappresentato con colori forti e decisi. Gli stessi colori si possono ammirare nel cielo della Patagonia quando il sole è all’orizzonte, ma anche nelle collezioni del brand.

Beyond Meat, un logo con i superpoteriBeyond Meat produce alimenti proteici vegetali che si propongono come alternativa al consumo di carne. I propositi dell’azienda sono: ridurre al minimo l’impatto ambientale, sviluppare prodotti sani, migliorare il benessere degli animali. Il logo di Beyond Meat è la silhouette di un toro che indossa un mantello svolazzante. Quel mantello ci ricorda la divisa di un supereroe: nella storia di questa azienda il toro non è la vittima sacrificale bensì l’eroe protagonista. Curiosa anche la scelta di inserire nel logo di un’azienda che produce alimenti vegetali l’immagine di un animale. Una scelta solo apparentemente contraddittoria: Beyond Meat ci sta dicendo che i suoi prodotti vegetali hanno lo stesso sapore della carne. E se guardiamo con più attenzione quel mantello ci accorgiamo che la sua forma ricorda quella di una foglia. Insomma, la storia del marchio è tutta contenuta nel logo. Complimenti!

Freitag, un logo “resistente”Freitag utilizza materie prime riciclate per realizzare borse e zaini. I vecchi teloni dei camion vengono recuperati e riconvertiti per realizzare prodotti che si distinguono per resistenza e per durata. Nel sito di Freitag c’è anche la sezione S.W.A.P., che permette di scambiare le borse Freitag con altri consumatori anziché acquistarne una nuova, senza spendere nulla. Più sostenibile di così! Il logo? Comunica solidità e robustezza, caratteristiche che ritroviamo nei prodotti. Il richiamo alla sostenibilità non scompare dal logo, ma viene evocato attraverso uno specifico attributo del prodotto: la resistenza, che garantisce una lunga del prodotto e, quindi, un bel taglio agli sprechi.

Alce Nero, un logo che racconta l’aziendaAlce Nero unisce agricoltori italiani e imprese agricole del Centro e Sud America per produrre alimenti biologici. Sono, come orgogliosamente si definiscono, “pionieri del biologico”. È stata una delle prime aziende, negli anni Settanta, a farsi portavoce di una sensibilità green, andando controcorrente rispetto ai brand che popolavano il mercato di allora. Il logo, forse il più enigmatico che vi abbiamo presentato, ce lo racconta: “Alce Nero, capo spirituale della tribù Sioux Oglala, cavalca in direzione opposta portando con grande forza il suo messaggio in altre terre, oltre i confini ed oltre i limiti, poiché visioni nuove e innovative sono sempre possibili.”

Abbiamo capito che un “logo green” più creativo e più personale è possibile. Così come è possibile, e anche auspicabile, un consumo più sostenibile.