Impaginare un libro: come trasformare un testo in un vero libro da leggere (e da stampare)

Impaginare un libro: come trasformare un testo in un vero libro da leggere (e da stampare)

Redazione Pubblicato il 12/19/2025

Impaginare un libro: come trasformare un testo in un vero libro da leggere (e da stampare)

Quando si parla di impaginare un libro, spesso si pensa a un’operazione tecnica: margini, font, numeri di pagina. In realtà l’impaginazione è molto di più. È il passaggio in cui un testo smette di essere un file e diventa un libro vero e proprio, pensato per essere letto, sfogliato, tenuto in mano.

Un buon impaginato non attira l’attenzione su di sé. Non “si vede”. Ma si sente: nella fluidità della lettura, nel comfort visivo, nella naturalezza con cui l’occhio segue il testo pagina dopo pagina. Al contrario, un libro mal impaginato stanca, distrae e tradisce subito un’impostazione amatoriale, anche quando i contenuti sono validi.

Questa guida nasce per dare contesto, metodo e consapevolezza a chi deve impaginare un libro per la prima volta, ma anche per chiarire aspetti tecnici utili anche a chi ha già una certa esperienza.


Cosa significa davvero impaginare un libro

Impaginare un libro significa organizzare il contenuto all’interno della pagina secondo una logica editoriale precisa. Non è una semplice operazione estetica e non coincide con la scrittura o la revisione del testo.

Nel momento in cui si impagina, si prendono decisioni che influenzano:

  • la leggibilità sul lungo periodo
  • il ritmo della lettura
  • la percezione di qualità del libro
  • la corretta produzione in stampa

Un romanzo, un saggio o un manuale non si leggono come una pagina web. Il supporto fisico impone regole diverse, maturate nel tempo dall’editoria tradizionale. Ignorarle non significa essere “moderni”, ma rischiare un risultato scomodo e poco professionale.


Prima di iniziare: come ragiona un libro stampato

Uno degli errori più comuni è aprire Word o InDesign senza aver chiarito alcuni punti fondamentali. Un libro stampato ha una fisicità che condiziona ogni scelta di impaginazione.

Il formato non è un dettaglio

Il formato di un libro determina:

  • quanto testo entra in una pagina
  • quanto è lunga la riga
  • quanto “aria” ha il testo

Formati troppo grandi rendono la lettura dispersiva, quelli troppo piccoli comprimono il contenuto. I formati editoriali standard non sono un limite creativo, ma il risultato di decenni di esperienza sulla leggibilità.

Il numero di pagine conta più di quanto sembri

Il numero di pagine influisce sulla rilegatura, sul dorso e sui margini interni. Un libro sottile e uno molto spesso non si impaginano allo stesso modo. Pensare al numero di pagine solo alla fine significa dover rimettere mano a tutto.

Stampa e digitale non sono la stessa cosa

Un libro pensato per la stampa deve rispettare vincoli fisici precisi. Anche se lo stesso contenuto verrà poi usato in digitale, l’impaginazione per la stampa resta la più rigorosa e quella che richiede maggiore attenzione.


La grammatica dell’impaginazione: un glossario essenziale

Prima di entrare nel dettaglio operativo, è utile chiarire il significato dei principali elementi che compongono l’impaginazione di un libro. Si tratta di concetti che ricorrono spesso e che useremo nel resto della guida: comprenderli subito aiuta a seguire il percorso con maggiore consapevolezza.

Formato del libro
È la dimensione finale della pagina stampata. Il formato determina le proporzioni del testo, la lunghezza delle righe e il modo in cui il libro viene percepito e maneggiato dal lettore. Ogni scelta successiva di impaginazione dipende dal formato.

Margini
Sono gli spazi vuoti che circondano il testo all’interno della pagina. Non servono solo a “fare cornice”, ma a garantire leggibilità e comfort visivo. In particolare, il margine interno deve tenere conto della rilegatura, evitando che il testo finisca troppo vicino al dorso.

Gabbia di impaginazione
È l’area della pagina in cui il testo viene effettivamente disposto. La gabbia definisce dove il contenuto “vive” all’interno dei margini e stabilisce il ritmo visivo della pagina. Una gabbia ben progettata rende la lettura fluida senza attirare l’attenzione su di sé.

Tipografia
Racchiude l’insieme delle scelte legate al testo: font, dimensione dei caratteri, interlinea e lunghezza della riga. La tipografia incide direttamente sulla leggibilità e sulla piacevolezza della lettura, soprattutto nei testi lunghi.

Struttura del libro
È l’organizzazione delle parti che compongono il volume: capitoli, paragrafi, pagine iniziali, numerazione e, se presenti, testatine. Una struttura chiara aiuta il lettore a orientarsi e conferisce ordine all’intero progetto.

Smarginatura (bleed)
È l’estensione di immagini o fondi colore oltre il bordo finale della pagina. Serve solo in casi specifici, quando gli elementi grafici arrivano fino al margine, ed è legata direttamente alla fase di stampa.

File di stampa
È il documento finale, solitamente in formato PDF, che contiene tutte le impostazioni corrette per la produzione. Anche un’impaginazione ben progettata può dare problemi se il file di stampa non è preparato correttamente.


La pagina: margini, gabbia e spazio bianco

Quando si sfoglia un libro ben fatto, il testo sembra “stare al posto giusto”. Questo equilibrio nasce da una corretta gestione dello spazio.

La gabbia di impaginazione: il cuore della pagina

La gabbia di impaginazione è l’area che contiene il testo. Non coincide con il formato della pagina, ma con la zona in cui l’occhio si muove senza fatica.

Se è troppo ampia, il testo arriva vicino ai margini e le righe diventano eccessivamente lunghe, rendendo la lettura più faticosa.

Se è troppo stretta, le righe si accorciano troppo e l’occhio è costretto a continui ritorni a capo, spezzando il ritmo della lettura.

Una gabbia ben progettata serve proprio a questo: mantenere il testo in una zona equilibrata della pagina, così che accompagni la lettura senza attirare l’attenzione su di sé.

Margine interno e rilegatura: un errore che si paga caro

Il margine interno, quello vicino al dorso, deve essere più ampio degli altri. Quando il libro viene rilegato, parte della pagina viene inevitabilmente “inghiottita”.

Se il margine interno è troppo stretto, il lettore dovrà forzare l’apertura del libro per leggere. È uno degli errori più frequenti nei libri autoprodotti e uno dei primi segnali di un’impaginazione inesperta.

Lo spazio bianco non è spazio sprecato

In editoria, lo spazio bianco è parte del progetto. Serve a dare respiro al testo, a separare i contenuti, a guidare la lettura. Riempire ogni centimetro della pagina non rende un libro più ricco, ma più faticoso.


Tipografia: perché il testo si legge (o non si legge)

La scelta tipografica è spesso sottovalutata, ma è uno degli aspetti più delicati dell’impaginazione.

Il font non deve farsi notare

Un font adatto alla lettura continua è progettato per “sparire”. Deve essere equilibrato, con lettere ben distinguibili e un disegno che non affatichi l’occhio dopo molte pagine.

Font troppo decorativi o nati per il web funzionano bene in titoli o brevi testi, ma diventano un problema in un libro.

Corpo del testo, interlinea e lunghezza della riga

La leggibilità nasce dall’equilibrio tra:

  • dimensione del carattere
  • distanza tra le righe
  • lunghezza della riga

Se uno di questi elementi è fuori scala, la lettura rallenta. Il lettore non sempre sa spiegare perché, ma lo percepisce subito.

Paragrafi e rientri: una grammatica visiva

Nei libri, i paragrafi si distinguono quasi sempre con un rientro della prima riga, non con spazi aggiuntivi. È una convenzione editoriale che rende il testo più compatto e ordinato. Mischiare soluzioni diverse genera confusione visiva.


La struttura del libro: ordine, ritmo, coerenza

Un libro non è un flusso continuo di testo. È una sequenza organizzata di parti.

Le pagine iniziali

Frontespizio, colophon e pagine introduttive seguono regole precise e non fanno parte del corpo principale del testo. Vanno trattate come sezioni autonome, anche nella numerazione.

I capitoli

Ogni capitolo inizia su una nuova pagina. Non è una scelta estetica, ma una convenzione che aiuta il lettore a orientarsi. Usare invii ripetuti per “spingere” il testo è un errore tipico di chi non lavora con stili e strutture.

Numerazione e testatine

La numerazione delle pagine non è solo un dettaglio tecnico. Deve essere coerente, discreta e posizionata sempre nello stesso modo. Le testatine, quando presenti, aiutano l’orientamento ma vanno usate con misura. Le testatine sono brevi testi posizionati nella parte alta delle pagine di un libro, solitamente contenenti il titolo del capitolo o il nome dell’autore, e servono ad aiutare il lettore a orientarsi durante la lettura.


Parametri pratici per un’impaginazione editoriale standard

Quando si impagina un libro partendo da zero, avere valori di riferimento concreti è fondamentale. I parametri che seguono rappresentano una base editoriale solida e neutra, adatta alla maggior parte dei libri narrativi e saggistici. Non sono regole assolute, ma standard di partenza affidabili per ottenere un impaginato serio, leggibile e professionale.

Formato pagina

Due formati molto utilizzati in editoria sono:

  • A5 (148 × 210 mm)
  • 13 × 20 cm

Entrambi offrono un buon equilibrio tra maneggevolezza del libro, lunghezza della riga e comfort di lettura. Per una prima impaginazione è consigliabile partire da uno di questi formati prima di valutare soluzioni più particolari.


Margini (valori indicativi)

In un libro rilegato i margini non devono essere uguali. Una buona base di partenza può essere:

  • Margine interno: 2,5–3 cm
  • Margine esterno: 2–2,2 cm
  • Margine superiore: 2–2,5 cm
  • Margine inferiore: 2,5–3 cm

Il margine interno più ampio serve a compensare la rilegatura. Quello inferiore leggermente più generoso contribuisce all’equilibrio visivo della pagina.


Gabbia di impaginazione

Con i margini indicati sopra, la gabbia di impaginazione occupa una porzione centrale della pagina, evitando righe troppo lunghe o troppo corte.
In termini pratici, la lunghezza della riga dovrebbe attestarsi indicativamente tra 55 e 70 caratteri, spazi inclusi, un intervallo che favorisce una lettura fluida e continua.


Font e corpo del testo

Per un libro “standard” è consigliabile partire da un font progettato per la lettura continua, evitando caratteri decorativi o troppo caratterizzati.

Due fonto molto usati per impaginare libri standard sono:

  • Garamond
    È uno dei caratteri serif più usati in editoria. Ha un disegno equilibrato, ottima leggibilità nei testi lunghi e un tono classico ma discreto. È particolarmente adatto a narrativa e saggistica tradizionale.
  • Minion Pro
    È uno standard contemporaneo dell’editoria professionale. È molto versatile, leggibile e progettato espressamente per testi lunghi. Funziona bene su diversi formati e mantiene un aspetto pulito e neutro.

Indicativamente:

  • Corpo del testo: 10,5–11,5 pt (a seconda del font e del formato)

La dicitura pt sta per point (in italiano punto tipografico).
È l’unità di misura usata in tipografia per indicare la dimensione dei caratteri e di altri elementi del testo.

La scelta definitiva va sempre verificata stampando alcune pagine di prova: ciò che funziona a schermo non sempre funziona su carta.


Interlinea

L’interlinea è uno degli elementi che incidono maggiormente sul comfort di lettura. Una base affidabile è:

  • interlinea pari a 1,3–1,5× il corpo del testo

Ad esempio:

  • corpo 11 pt → interlinea 14–15 pt

Un’interlinea troppo stretta rende il testo faticoso, una troppo ampia spezza il ritmo della lettura.


Paragrafi e rientri

Nei libri la soluzione più comune prevede:

  • rientro della prima riga: 4–6 mm
  • assenza di spazio tra i paragrafi

Il rientro non va applicato al primo paragrafo dopo un titolo o a inizio capitolo. L’importante è scegliere un criterio e mantenerlo coerente in tutto il libro.


Una nota finale

Questi parametri non servono a “chiudere” l’impaginazione, ma a partire nel modo giusto. Una volta impostata questa base, il lavoro editoriale prosegue affinando proporzioni, spaziature e scelte tipografiche in funzione del testo, del pubblico e dell’esperienza di lettura desiderata.


Con quale programma impaginare un libro

La scelta del programma con cui impaginare un libro non è una questione di “livello” o di prestigio, ma di adeguatezza al progetto. Word e InDesign rispondono a esigenze diverse e richiedono approcci diversi. Capire come usarli correttamente è più importante che scegliere quello “giusto” in astratto.

Di seguito trovi due mini guide pensate per fornire un metodo di lavoro chiaro e applicabile, in base allo strumento utilizzato.


Come impaginare un libro in Word: metodo pratico per non perdere il controllo

Word può essere uno strumento valido per impaginare un libro, a patto di accettarne i limiti e di usarlo con metodo. Funziona bene per testi lineari e strutture semplici, ma diventa rapidamente ingestibile se affrontato in modo improvvisato.

1.Impostare il documento prima di lavorare sul testo

Il primo passo è definire le impostazioni di base del documento prima di intervenire sul contenuto. Formato pagina, margini e visualizzazione a pagine affiancate devono essere stabiliti subito. In particolare, è importante prevedere un margine interno più ampio per la rilegatura: modificarlo a fine lavoro significa spesso dover rivedere l’intero impaginato.

2.Usare gli stili come struttura portante

Gli stili sono il cuore dell’impaginazione in Word. Corpo del testo, titoli dei capitoli, sottotitoli ed eventuali citazioni devono essere gestiti esclusivamente tramite stili. Questo consente di mantenere coerenza visiva e di apportare modifiche globali senza interventi manuali ripetitivi. Lavorare senza stili, soprattutto in documenti lunghi, porta quasi sempre a risultati disordinati.

3.Gestire capitoli, interruzioni e numerazione

La struttura del libro va costruita in modo rigoroso. Ogni capitolo deve iniziare con un’interruzione di pagina, non con invii ripetuti. La numerazione delle pagine va impostata distinguendo le pagine iniziali dal corpo principale del testo. Queste scelte evitano problemi di ordine e rendono il documento più stabile nel tempo.

4.Controlli finali ed esportazione del file

Prima di esportare il PDF finale è fondamentale verificare margini, allineamenti, stili coerenti e assenza di rientri o spaziature inseriti manualmente. Word può offrire risultati dignitosi, ma quando il documento cresce molto o richiede un controllo tipografico fine, i suoi limiti diventano evidenti.

Impaginare un libro con InDesign: come impostare il progetto nel modo corretto

InDesign è progettato per l’impaginazione editoriale e permette di gestire libri complessi in modo ordinato e affidabile. Proprio per questo, la fase più importante è l’impostazione iniziale del progetto.

1.Definire formato, margini e gabbia di impaginazione

Il lavoro parte dalla creazione del documento. Formato pagina, margini e gabbia di impaginazione devono essere definiti con precisione fin dall’inizio. InDesign consente un controllo molto più fine dello spazio rispetto a Word, rendendo immediatamente visibile l’equilibrio della pagina.

2.Costruire le pagine mastro

Le pagine mastro permettono di gestire elementi ricorrenti come numeri di pagina ed eventuali testatine. Impostarle correttamente fin dall’inizio garantisce coerenza su tutto il libro e consente di apportare modifiche globali senza interventi manuali ripetitivi.

3.Governare il testo con gli stili

In InDesign, gli stili di paragrafo e di carattere non sono opzionali. Ogni elemento testuale deve essere governato da uno stile preciso. Questo approccio consente di mantenere ordine, coerenza tipografica e controllo anche in libri molto lunghi o complessi.

4.Gestire libri lunghi e preparare il file di stampa

Quando il progetto cresce, InDesign mantiene stabilità e controllo. È lo strumento ideale per libri con più livelli di titoli o strutture articolate. La preparazione del file di stampa diventa così una fase di verifica e rifinitura, non di correzione degli errori.


Template: una scorciatoia da usare con consapevolezza

I template possono essere un buon punto di partenza, soprattutto per chi muove i primi passi. Tuttavia, non sostituiscono la comprensione delle regole dell’impaginazione. Margini, gabbia, stili e numerazione devono sempre essere verificati: un errore nel template si replica automaticamente su tutto il libro.


Dal file al libro stampato: quando l’impaginazione è davvero finita

Un’impaginazione può dirsi conclusa solo quando il file è pronto per la stampa. Questo significa aver verificato:

  • formato pagina corretto
  • margini coerenti con la rilegatura
  • presenza della smarginatura solo quando necessaria
  • struttura ordinata e consistente
  • esportazione corretta del PDF

Molti problemi emergono solo in questa fase. Per questo è importante pensare alla stampa fin dall’inizio, non come ultimo passaggio.


Gli errori più comuni (e perché capitano)

La maggior parte degli errori nasce da una falsa semplicità: “tanto è solo testo”. In realtà proprio il testo, senza elementi grafici evidenti, mette in luce ogni imperfezione.

Margini sbagliati, font inadatti, spaziature incoerenti e interventi manuali eccessivi sono segnali tipici di un’impaginazione improvvisata. Evitarli non richiede genialità, ma metodo e consapevolezza.


Impaginare un libro è un atto editoriale

Impaginare un libro non significa applicare regole a memoria. Significa capire come funziona un oggetto pensato per essere letto, rispettarne la logica e tradurla in scelte concrete.

Che tu stia lavorando al tuo primo libro o a un progetto più complesso, l’obiettivo resta lo stesso: rendere il testo leggibile, credibile e pronto per la stampa. Quando l’impaginazione funziona, il lettore non se ne accorge. Ed è proprio questo il segno che hai fatto un buon lavoro.