I maestri del fumetto: Igort

I maestri del fumetto: Igort

Candido Romano Pubblicato il 6/20/2025

I maestri del fumetto: Igort

Igor Tuveri, in arte Igort, nasce a Cagliari nel 1958 ed è un autore che in tutta la sua vita ha spaziato tra fumetto, sceneggiatura, musica e cinema. È un fumettista che ha lavorato in tutto il mondo e tra i primi a pubblicare direttamente con una casa editrice giapponese.

Quaderni Giapponesi (2015-2020, Coconino Press e Oblomov Edizioni)

Igort non è semplicemente un autore di fumetti, è un vero e proprio esploratore di linguaggi visivi e narrativi, che ha saputo attraversare decenni di storia culturale italiana e internazionale, lasciando un’impronta indelebile.

5 è il numero perfetto (Coconino Press)

Partito dalle avanguardie artistiche della Bologna degli anni ’70 e ’80, Igort ha intrapreso un viaggio che lo ha condotto fino al cuore della cultura giapponese, per poi ritornare in Italia e contribuire in maniera fondamentale alla diffusione e all’affermazione del genere della graphic novel.

Durante la sua vita ha viaggiato in tutto il mondo, assorbendo la cultura e le usanze dei luoghi che ha toccato: una vita che intreccia la sperimentazione nel disegno con una ricerca costante di nuove forme espressive e di racconto. Questo lo ha reso una vera e propria fonte di ispirazione sia per i lettori che per artisti di diverse generazioni.

L’infanzia e la cultura russa

Le radici sarde di Igort rimangono un elemento sotterraneo, ma comunque presente nelle sue opere. La sua infanzia è però segnata anche da un’altra influenza culturale significativa: quella russa. Suo padre, un cultore di musica classica, nutre una profonda ammirazione per la musica russa, ma è soprattutto la nonna a introdurre il giovane Igor al fascino della letteratura russa, narrandogli storie tratte dai grandi romanzi prima ancora che imparasse a leggere.

Questo precoce contatto con la profondità emotiva e la complessità narrativa dei classici russi lascia un segno indelebile nel suo immaginario e nel suo approccio alla narrazione.

Quaderni russi (2011, Mondadori)

Insieme alle influenze letterarie, Igort sviluppa fin da piccolo un grande interesse verso il disegno e le arti visive. Tra i suoi riferimenti grafici ci sono autori classici del fumetto come Winsor McCay, con le sue sequenze disegnate oniriche e innovative, e il pittore Lyonel Feininge.

L’avanguardia del gruppo Valvoline

Igort ha 20 anni quando si trasferisce a Bologna, città che verso la fine degli anni ’70 è ricca di fermenti culturali. La città emiliana in quel periodo è un vero e proprio crocevia di incontri e collaborazioni che segnano profondamente la sua carriera. In questo periodo l’autore sperimenta tante forme espressive, dall’illustrazione alla musica.

I fumetti sono come sempre al centro: le sue prime tavole vengono pubblicate nel 1980 sulla rivista Linus, un palcoscenico importante per il fumetto d’autore italiano.

Il Pinguino Guadalupa (autoprodotte)

Ma è durante i primi anni ’80 che Igort crea una vera e propria rivoluzione nel panorama del fumetto italiano. Dapprima creando la rivista autoprodotta Il Pinguino Guadalupa. Successivamente insieme a un gruppo di autori, cioè Daniele Brolli, Roberto Baldazzini (con cui precedentemente aveva lavorato a Il Pinguino), Lorenzo Mattotti e Giorgio Carpinteri, crea nel 1982 il collettivo artistico d’avanguardia Valvoline, a cui si uniscono anche Marcello Jori e Jerry Kramsky e, successivamente, Massimo Mattioli e l’americano Charles Burns.

Valvoline riesce ad ottenere anche una eco internazionale: Igort cura anche la grafica e il progetto, irrompendo sulla scena con un approccio che sperimenta, mescolando generi e tecniche preesistenti, riformulandoli in nuove narrazioni. Il gruppo Valvoline pubblica i primi fumetti sulle pagine del supplemento Alter di Linus con Valvoline Motorcomics, una sorta di “rivista nella rivista”. Successivamente conquistano una sezione autonoma sulla rivista Frigidaire, chiamata Valvorama.

Valvoline su Alter Alter (1983, Rizzoli)

L’attività di Valvoline si estende anche ad altri campi come il design, la pittura, la moda e la musica, testimoniando la vitalità creativa e la volontà di superare i confini tra le diverse discipline artistiche. Tra chi apprezza il gruppo Valvoline c’è sicuramente Art Spiegelman, che pubblica anche alcuni loro lavori sulla sua rivista Raw Magazine, soprattutto di Carpinteri.

Le prime opere e la carriera musicale

Insieme all’esperienza con Valvoline, Igort è molto attivo in questo periodo anche con la sua carriera musicale. Nel 1980 pubblica il suo primo album solista, sotto lo pseudonimo di Radetzky e gli isotopi, per l’etichetta Italian Records, poi nel 1985, in occasione di una grande mostra collettiva a Ginevra intitolata Valvoline Blitzkrieg, viene presentato lo spettacolo tra teatro e musica, Melodico Moscovita, che segna l’esordio sulla scena europea del gruppo Slava Trudu!!, prodotto dalla Phonogram Germany e di cui Igort è cantante solista e compositore.

La rivista Dolcevita (Gedit Editore, 1987)

Lascia poi Bologna per trasferirsi a Parigi: questa è una costante nella vita dell’autore, che durante tutta la sua vita si sposta di città in città alla ricerca di nuove storie e ispirazioni. Durante gli anni ’80 collabora con l’importante casa editrice francese Les Humanoïdes Associés e successivamente fonda la rivista mensile Dolce Vita, di cui è direttore artistico, proseguendo la collaborazione con Oreste Del Buono, già direttore di Linus e Alter.

Il periodo giapponese degli anni ‘90

Gli inizi degli ’90 segnano una svolta importante per la produzione a fumetti di Igort, che durante questo periodo entra in contatto con la casa editrice giapponese Kōdansha. La collaborazione si concretizza nel 1994, dopo che Igort vince il Morning Manga Fellowship, una sorta di borsa di studio, che gli permette di risiedere in Giappone. Qui lavora con l’editor Tsutsumi Yasamitsu.

Igort è stato uno dei primi autori europei a pubblicare direttamente in Giappone, un mercato molto chiuso, soprattutto in quel periodo, agli autori occidentali. Il fascino di Igort per il Giappone affonda le radici in un’attrazione per un mondo di “segni apparentemente semplici che celavano una sapienza misteriosa”, a detta dello stesso autore. Lavorare per il mercato giapponese significa confrontarsi con ritmi di lavoro rigorosi e con un approccio editoriale meticoloso, ma Igort dimostra una notevole capacità di adattamento e una profonda comprensione della narrazione manga.

Yuri (Comic Morning, Kodansha)

Per Kōdansha e per altre importanti case editrici giapponesi come Brutus, Igort realizza diverse opere, tra cui la serie ambientata in Sicilia, Amore, e la serie sul bambino astronauta Yuri, pubblicata a puntate settimanali sulla rivista Comic Morning della Kōdansha, in un periodo in cui la rivista vende un milione e 400.000 copie.

Il personaggio di Yuri riscuote un tale successo da essere scelto come protagonista di un orologio Swatch nel 1992, che diventa il modello dell’anno e un campione di vendite mondiale. Anni dopo, Yuri tornerà come protagonista di una serie a fumetti pubblicata in Giappone. Yuri è un piccolo cosmonauta di quattro anni e viaggia in mondi fantastici, insieme al robot Uba e al computer di bordo Bozo, con un solo obiettivo: trovare i suoi genitori. Igort affronta quindi la tematica dell’orfano, molto sentita in Giappone, con un tono comunque più leggero.

Yuri (Pubblicato anche in Italia da Coconino Press)

La sua prolifica attività in Giappone lo porta anche a collaborare direttamente con il musicista Ryūichi Sakamoto, firmando una storia a quattro mani che viene pubblicata sia in Giappone che in Italia. Questo sodalizio artistico testimonia la capacità di Igort di integrarsi profondamente nel tessuto culturale giapponese, guadagnandosi la stima di artisti di fama internazionale, come ad esempio Jiro Taniguchi, di cui diventa amico.

Il periodo giapponese rappresenta per Igort un’importante fase di formazione e sperimentazione, influenzando profondamente il suo stile narrativo e visivo. Le sue riflessioni su questa intensa esperienza confluiranno anni dopo nella preziosa trilogia dei Quaderni Giapponesi.

Quaderni Giapponesi (2015-2020, Coconino Press e Oblomov Edizioni)

La graphic novel arriva in Italia con Coconino Press

Igort torna in Italia nel 2000 e lo fa con un progetto che risulta fondamentale per l’evoluzione del fumetto d’autore nel Bel Paese: insieme a Carlo Barbieri fonda la casa editrice Coconino Press. Questa coraggiosa iniziativa editoriale si pone l’obiettivo di far conoscere al pubblico italiano il genere del romanzo a fumetti, o graphic novel, un formato narrativo più complesso e maturo che stava già riscuotendo successo all’estero.

Coconino Press diventa un vero e proprio punto di riferimento per il fumetto da libreria e pubblica autori come Gipi, Davide Reviati, Francesca Ghermandi, Davide Toffolo e Sergio Ponchione, affiancati dalle edizioni italiane di maestri internazionali come Jiro Taniguchi e Manu Larcenet.

Lo scontro quotidiano (Manu Larcenet, pubblicato da Coconino Press)

La casa editrice contribuisce in maniera decisiva a sdoganare il fumetto come forma d’arte compiuta e a conquistare un pubblico più ampio, adulto e consapevole.

La consacrazione: 5 è il numero perfetto

Nel 2002, Coconino Press pubblica quella che è probabilmente l’opera più celebre e acclamata di Igort: 5 è il numero perfetto. Questo noir napoletano dal tratto grottesco, iniziato a disegnare a Tokyo e completato dopo quasi dieci anni di elaborazione e riscrittura, segna una tappa fondamentale nella sua carriera. Il libro, ambientato in una Napoli piovosa e deserta degli anni ’70, racconta la storia di Nino Lo Cicero, un “guappo” (dallo spagnolo “guapo”, in questo caso un sicario della camorra) ormai ritiratosi a vita privata, che viene trascinato nuovamente in un vortice di violenza e vendetta dopo l’assassinio del figlio.

5 è il numero perfetto (Coconino Press)

5 è il numero perfetto si distingue per la sua potente atmosfera evocativa, il ritmo narrativo serrato, la profondità psicologica dei personaggi e uno stile visivo che mescola un segno vibrante con un uso espressivo del colore (la bicromia). L’opera riscuote un successo immediato, venendo pubblicata in altri paesi europei e vince il premio come “Libro dell’anno” alla Fiera del Libro di Francoforte.

Nel corso del tempo è diventato sicuramente il libro più popolare di Igort, consacrandolo come uno dei maestri del fumetto contemporaneo. La sua forza narrativa e la sua ambientazione suggestiva lo hanno reso un’opera iconica, tanto da essere adattata nel 2019 in un film omonimo diretto dallo stesso Igort, con protagonisti Toni Servillo e Valeria Golino.

Tra memoir e graphic journalism con I Quaderni Russi, Ucraini e Giapponesi

Negli anni successivi, Igort intraprende un nuovo e significativo percorso narrativo, spostandosi verso il genere del graphic journalism e del memoir. Dopo una lunga residenza tra Ucraina, Russia e Siberia, nel 2010 pubblica Quaderni ucraini nella collana Strade Blu di Mondadori. L’opera è un reportage disegnato che testimonia le difficili condizioni di vita e le storie di persone incontrate durante i suoi viaggi nell’ex Unione Sovietica.

Quaderni ucraini (Mondadori, 2010)

Ci sono poi i Quaderni russi. Sulle tracce di Anna Politkovskaja. Un reportage disegnato, opera di Igort pubblicata nel 2011: è un’indagine disegnata sulle tracce della giornalista russa Anna Stepanovna Politkovskaja, assassinata per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e per le sue critiche al governo russo. Questi volumi segnano una svolta nel lavoro di Igort, che utilizza il linguaggio del fumetto per affrontare temi di attualità e di forte impegno civile, con uno sguardo empatico e una profonda capacità di ascolto.

Quaderni ucraini (Mondadori, 2010)

Nel 2014 esce una versione ampliata de I Quaderni Ucraini, con il nuovo sottotitolo Le radici del conflitto, mentre nel 2022 esce il capitolo finale dei Quaderni Ucraini, cioè Diario di un’invasione. In questo caso Igort si reca in Ucraina proprio nei giorni successivi dell’invasione russa, raccogliendo testimonianze direttamente sul campo.

Igort successivamente torna nel luogo in cui ha lasciato il cuore, pubblicando i Quaderni giapponesi in tre volumi tra il 2015 e il 2020, un’altra opera tra memoir, libro di viaggio e reportage disegnato che racconta gli anni trascorsi dall’autore in Giappone, offrendo uno sguardo intimo e colto sulla cultura nipponica. Anche qui l’autore unisce il graphic journalism con l’esperienza biografica. Dal lavoro intenso durante gli anni ’90 ai rapporti stretti con mangaka di successo come Tanaka (autore di GON), sono libri a fumetti intrisi di cultura nipponica e utili anche per scoprire autori giapponesi di fumetti poco conosciuti in Europa.

Questi volumi ottengono un ampio successo di critica e di pubblico, consacrando Igort come uno dei più importanti esponenti del graphic journalism a livello internazionale.

Il suo lavoro di esplorazione saggistica e documentaristica in Russia e Ucraina attraverso il linguaggio del graphic novel raggiunge anche l’America, con la pubblicazione di queste opere da parte di Simon & Schuster, entrando nella Top Ten della prestigiosa New York Times Review of Books.

L’eredità di Igort

Nel corso della sua carriera, Igort ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, testimoniando il suo valore artistico e il suo contributo al mondo del fumetto e della cultura in generale. Attualmente ricopre ruoli di prestigio nell’editoria, come la direzione editoriale di Linus (dal 2018) e della nuova incarnazione di Alterlinus, dimostrando un costante impegno nel promuovere e valorizzare il linguaggio del fumetto. Nel 2016 fonda la casa editrice Oblomov, proseguendo la sua instancabile attività di esploratore e innovatore nel mondo della narrazione per immagini.

Igort nel 2017 (Wikimedia commons)

Igort è quindi ancora in piena attività, anche divulgativa sul suo canale YouTube: è un profondo conoscitore dei medium fumetto e non solo. A tutti gli effetti, è uno dei pochi intellettuali poliedrici ancora in grado di lasciare il segno e di ispirare con le sue creazioni.