I maestri del fumetto: Hugo Pratt

I maestri del fumetto: Hugo Pratt

Sarah Cantavalle Pubblicato il 3/4/2022

I maestri del fumetto: Hugo Pratt

Hugo Pratt, nome d’arte di Ugo Eugenio Prat, nasce a Rimini nel 1927, ma già dalla nascita è cittadino del mondo: il padre ha origini anglo-francesi, la madre è veneziana e i nonni si erano trasferiti dalla Turchia a Murano.

Pratt trascorre la sua infanzia a Venezia, la città che diventerà ambientazione di molte sue storie, e ha la fortuna di ricevere moltissimi stimoli dalle figure femminili che lo circondano: la madre con la sua passione per i Tarocchi, la nonna che lo porta al cinema e lo invita a disegnare ciò che ha visto sul grande schermo e la zia attrice di teatro che lo porta a vedere l’opera e gli racconta i miti ebrei e la Cabala.

Dal nonno materno Eugenio, podologo e poeta veneziano, Hugo eredita la passione per la poesia e per il suo linguaggio sintetico, che attraverso le parole riesce a restituire delle immagini profonde e al contempo immediate. Lo stile delle sue tavole rifletterà in qualche modo questa passione, nella ricerca dell’equilibrio tra testo scritto e disegno: nelle sue opere più mature, i dialoghi e l’azione si alternano a vignette mute in cui una sola illustrazione ha il potere di stimolare l’immaginazione del lettore.

A 10 anni Hugo viene mandato in Abissinia (l’attuale Etiopia) dove il padre è ufficiale dell’esercito coloniale italiano. Nei 7 anni trascorsi in Africa, Pratt scopre il mondo militare, la guerra, il deserto con i suoi orizzonti infiniti e conosce uomini e donne di moltissime nazionalità. In questo periodo si appassiona anche al romanzo d’avventura –James Oliver Curwood, Zane Gray, Kenneth Roberts sono tra i suoi autori preferiti – e scopre i primi fumetti americani, tra cui “Terry e i pirati” di Milton Caniff.

Terry e i pirati
Terry e i pirati

Nel 1943 il padre gli lascia un ultimo dono, prima di essere condotto in un campo di prigionia inglese da cui non farà mai ritorno: il libro “L’isola del tesoro” di Robert Luis Stevenson, una lettura che imprimerà un segno indelebile nell’immaginario del giovane Pratt.

Tutte le esperienze vissute e i luoghi visti durante l’infanzia e l’adolescenza – Venezia, l’Africa, il cinema, la poesia, il teatro, la mitologia, il romanzo d’avventura, la guerra e il contatto con popoli diversi – troveranno spazio nelle sue opere e alimenteranno il ricco universo prattiano.

L’esordio con “Asso di Picche”

Tornato a Venezia dopo la fine della seconda guerra mondiale, Pratt fonda insieme ad alcuni amici la casa editrice Uragano Comics, che dal 1947 diventa Asso di Picche – Comics, dal nome del suo personaggio di punta, un giustiziere in calzamaglia gialla. La serie “Lasso di picche”, opera d’esordio del disegnatore, introduce il primo eroe mascherato del fumetto italiano ed è un omaggio agli eroi americani della Golden Age, da Batman di Bob Kane a Phantom di Lee Falk.

Lo stile ricorda per alcuni aspetti quello di Milton Caniff in “Terry e i pirati” e segue i canoni del genere supereroistico statunitense –ma il tratto è ancora incerto e ben lontano da quello che troveremo nei lavori successivi.

Asso di Picche
Asso di Picche

Il periodo argentino

A 22 anni, Pratt parte per l’Argentina insieme agli amici del “gruppo di Venezia”. Qui incontra Hector Oesterheld, fumettista argentino che gli propone di disegnare il personaggio “Sgt. Kirk” per il settimanale Misterix. Nel ’57 Oesterheld fonda la propria casa editrice, l’Editorial Frontera, e affida a Pratt i disegni delle serie “Ernie Pike” e “Ticonderoga”.

Con queste opere il fumettista veneziano ha la possibilità di esprimere la passione infantile per il genere western ma anche di affinare progressivamente le sue capacità narrative. A partire dal ’59 infatti Pratt inizia a scrivere da solo le sue storie: dopo “Anna nella giungla”, che racconta le vicende di una ragazza ospite della guarnigione inglese nell’Africa Orientale, pubblica “Capitan Cormorant” e “Wheeling”. Ambientato nel periodo della guerra d’indipendenza americana, “Wheeling” rappresenta sicuramente il primo capolavoro del fumettista veneziano, sia per la forza evocativa delle sue immagini che per l’efficace mix di realtà e fantasia. Quest’ultimo aspetto caratterizzerà anche le sue opere mature, come lo stesso autore ha sottolineato in un’intervista: «In Wheeling come in altre storie cerco d’immaginare qualcosa d’immaginario inserito nel contesto di riferimenti storici precisi. Ma a volte la verità è più sorprendente dell’immaginazione.»

La serie di fumetti viene pubblicata in tre fasi tra il 1962 e il 1995 su riviste argentine, italiane e francesi e viene completata solo un anno prima della morte dell’artista. Proprio per il lungo intervallo di tempo che separa una storia dall’altra, “Wheeling” riflette molto bene l’evoluzione artistica del suo autore: i disegni, sempre più precisi e dettagliati, sono frutto di un’accurata ricerca storica e danno vita ad un “romanzo per immagini” epico ed appassionante.

Wheeling
Wheeling

Il ritorno in Italia e la nascita di Corto Maltese

A causa della crisi economica in Argentina, Pratt è costretto a rientrare in Italia nel 1963, dove inizia a illustrare varie storie per la rivista “Il corriere dei piccoli”. Nel ’67 incontra Florenzo Ivaldi, imprenditore genovese con la passione per i fumetti e fan di Pratt. Ivaldi decide di fondare il mensile “Sgt. Kirk” con l’obiettivo principale di far conoscere al pubblico italiano i lavori pubblicati in Argentina dal fumettista veneziano. La rivista ospiterà anche una nuova opera di Pratt, “Una ballata del mare salato”, in cui compare per la prima volta il marinaio errante Corto Maltese.

Definita dallo stesso autore un esempio di “letteratura disegnata”, la storia è un’affascinante commistione di fumetto e romanzo e si configura come un esempio di graphic novel ante litteram. Dal genere letterario prende in prestito diversi elementi: l’intreccio di voci narranti (prima l’Oceano Pacifico, poi una narrazione in terza persona e alla fine una “voce fuori campo”), la forma di racconto corale a cui prendono parte molti personaggi dalle sfaccettature psicologiche complesse e l’ambientazione storica e geografica precisa (Oceano Pacifico, 1913-1915).

Pratt attinge dal romanzo d’avventura ottocentesco, in particolare da Stevenson e Conrad – di cui, come sappiamo, era grande fan – ma al tempo stesso introduce nel fumetto qualcosa di radicalmente nuovo: lo spazio per l’introspezione dei personaggi e la riflessione. Le immagini suggestive e le frasi ad effetto introducono una pausa nel ritmo narrativo, invitando il lettore a pensare e a viaggiare con la fantasia.

Un altro aspetto differenzia Corto Maltese dal fumetto tradizionale: per i temi trattati, le citazioni letterarie e il linguaggio utilizzato si presta a diversi livelli di lettura e risulta appetibile sia ai lettori più giovani che a quelli più maturi. I racconti del marinaio gentiluomo suscitano infatti l’interesse di un pubblico intellettuale e colto, come testimonia una celebre affermazione di Umberto Eco: “Se voglio divertirmi leggo Hegel, se voglio impegnarmi leggo Corto Maltese”.

Una tavola di “Una ballata del mare salato”. Copyright: CONG SA
Una tavola di “Una ballata del mare salato”. Copyright: CONG SA

Pif Gadget e il successo internazionale

Nel 1969 Hugo Pratt conosce Georges Rieu, capo redattore del settimanale francese ad alta tiratura Pif Gadget, che gli propone di scrivere nuove storie per la sua rivista. L’artista decide così di trasferirsi Parigi, dove pubblicherà 29 episodi di Corto Maltese e guadagnerà fama internazionale.

In questi anni continua a viaggiare per il mondo e pubblica altre storie, tra cui la serie d’avventura “Gli scorpioni del deserto”, ambientata in Africa Orientale durante la seconda guerra mondiale: ancora una volta, Pratt attinge ai ricordi giovanili inserendo nella trama alcuni spunti biografici.

Una tavola tratta da “Gli scorpioni del deserto”. Copyright: CONG SA
Una tavola tratta da “Gli scorpioni del deserto”. Copyright: CONG SA

In Corto Maltese così come negli “Scorpioni del deserto”, Pratt ricerca un tratto sempre più essenziale e minimalista, come rivela lui stesso: “Ho lavorato per cinquant’anni, per arrivare a disegnare come adesso. Vorrei arrivare, un giorno, a raccontare tutto con una semplice linea”. Questa sua ambizione “metafisica” trova la massima espressione negli orizzonti infiniti del mare e del deserto, in cui l’occhio del lettore può viaggiare – e sognare – a piacimento.

Con “Mü, la città perduta”, pubblicato nel 1990, si conclude la saga di Corto Maltese ideata da Pratt; tuttavia, come tutti i personaggi cult il marinaio non scompare e continua ad alimentare l’immaginario collettivo e nuovi racconti.

Dopo la morte dell’artista verranno pubblicate altre quattro storie: le prime tre – “Sotto il sole di mezzanotte”, “Equatoria” e “Il giorno di Tarowean” – sono realizzate dalla coppia spagnola Juan Díaz Canales e Rubén Pellejero e ripercorrono le orme del marinaio maltese. L’ultima invece, intitolata “Oceano nero” e firmata da Martin Quenehen e Bastien Vivès, è stata pubblicata nel 2021 e narra le avventure di un giovane Corto nel 2001, subito dopo gli attentati terroristici in America.

Oceano Nero
Oceano Nero

Chi volesse approfondire le opere di questo grande artista può visitare la mostraHugo Pratt – Da Genova ai mari del sud” inaugurata a Genova il 14/10/2021 e aperta al pubblico fino al 20/3/2022. Con oltre 200 lavori tra tavole e acquerelli, l’esposizione permette di immergersi ancora una volta nell’universo straordinario creato dall’autore.