Design popolare: quando scelgono i cittadini

Design popolare: quando scelgono i cittadini

Giovanni Blandino Pubblicato il 10/2/2020

Far scegliere al pubblico la propria identità visiva – che si tratti di un logo, di un simbolo, un’immagine o di un altro prodotto grafico – è una strategia utilizzata da piccole e grandi realtà. Caffetterie di quartiere, associazioni, università, partiti politici, città o Stati usano spesso sondaggi pubblici o votazioni online per coinvolgere il pubblico nella costruzione della propria identità visiva.

È una strategia che funziona? Dipende, a volte è pericolosa, altre volte si va fruttuosamente a inserire in una strategia di comunicazione più partecipativa. Oggi vi raccontiamo alcuni esempi di scelta collettiva di un prodotto grafico. Scopriremo quelli che sono andati molto bene e quelli che sono andati… malino!

La targa dello Stato di New York

Nell’estate 2019 lo Stato di New York ha deciso di coinvolgere i propri cittadini in una scelta particolare: il design della nuova targa in vigore nello Stato americano dal 2020. Bisogna sapere che le targhe degli Stati Uniti hanno infatti una storia particolare e sicuramente un certo valore affettivo per abitanti e collezioni. Differiscono infatti da Stato a Stato, vengono aggiornate periodicamente e – a partire dagli anni Ottanta – mettono in mostra luoghi e caratteristiche peculiari di ciascuno Stato.

Insomma… non è una scelta facile. Per questo lo Stato di New York ha deciso per la prima volta di affidare la scelta ai cittadini, con questo tweet.

Tra gli elementi presenti nelle diverse proposte vediamo il motto dello Stato di New York Excelsior (in italiano “più in alto”), la Statua della Libertà, il profilo della città di New York, le Cascate del Niagara e un ponte costruito dal padre dell’attuale governatore dello Stato di New York.

Come è andata a finire? Al sondaggio online hanno partecipato circa 325 mila persone e il 49.7% ha deciso che la prossima targa di New York – a partire dalla primavera 2020 – sarà quella che include più elementi, non solo dalla città di New York, ma di tutto il territorio statale.

I numeri dei partecipanti non sono male, ma moltissimi cittadini hanno colto l’occasione per mettere in evidenza numerosi problemi e criticità: tra cui il fatto di dover pagare per avere una targa nuova. Ah, giusto per curiosità: la targa con il ponte è arrivata ultima.

Il logo del bicentenario peruviano

I duecento anni di una nazione sono un evento molto importante da festeggiare. Qualcosa che deve coinvolgere tutti i cittadini. Forse anche per questo il governo peruviano ha deciso di consultare il pubblico per scegliere il logo ufficiale dei festeggiamenti del suo bicentenario– che si terranno nel 2021.

Ai cittadini è stato chiesto di esprimersi online scegliendo una delle tre proposte presentate da giovani professionisti grafici peruviani che hanno spiegato il significato della loro creazione in un video.

Alla fine ha vinto il logo realizzato dalla designer Angela Rossmery Alberca Caro e sottotitolato “Il Perù se mueve” in cui tre spirali – che rappresentano le popolazioni della costa, della montagna e della giungla – si uniscono nel centro. In questo caso il concorso sembra essere andato piuttosto bene, anche se non sono stati resi noti i numeri dei votanti. Non ci sono state polemiche e, soprattutto sui social network, si è stimolata la discussione pubblica sul significato della propria nazione per i peruviani.

I Paesi Bassi e l’etichetta nutrizionale

L’associazione dei consumatori olandesi invece ha usato il sondaggio per capire cosa ne pensasse il pubblico dell’etichetta nutrizionale da apporre sul cibo che troviamo nei supermercati e quale fosse la tipologia grafica più gradita. Qui la domanda esulava ovviamente dal mero design: si cercava di capire quali etichette potessero fornire le informazioni nutrizionali nel modo più semplice e corretto possibile

Ne è uscito fuori che il 71% dei consumatori gradiva la presenza dell’etichetta nutrizionale e che tra i diversi design tra cui scegliere — l’etichetta nutrizionale a semaforo (adottata nel Regno Unito), il Nutriscore (adottato in Francia) o la cosiddetta etichetta a buco della serratura (adottata nei paesi nordici) — il preferito fosse quello britannico.

Esempio di etichetta a semaforo su un prodotto olandese. Immagine: Consumentenbond, NL

Il sistema di etichettatura utilizzato nel Regno Unito mostra in breve calorie, grassi, zuccheri e sale presenti in 100 grammi di prodotto e segnala con i colori verde, giallo e rosso, se la loro concentrazione sia più o meno salutare.

Il simbolo del partito politico italiano “Italia Viva”

Di recente anche la politica italiana ha fatto uso di sondaggi per scegliere una particolare grafica. Si tratta del partito Italia Viva, nato dalla scissione del principale partito di centro sinistra italiano, che per l’occasione ha permesso di scegliere tramite un sondaggio online il proprio simbolo tra tre differenti proposte.

Questa scelta, da un lato mostra una precisa strategia di comunicazione legata a un’immagine partecipata del nuovo partito. Dall’altro lato, però, ha scatenato gli animi in due ambiti – il design e la politica – in cui le critiche non si mandano certo a dire. Così non è mancato chi ha ironizzato sulla scelta dei colori simili a quelli usati nel logo di Instagram o sulla somiglianza del simbolo con il logo di un prodotto di igiene intima.

Il logo dello Stato del Colorado

Torniamo negli Stati Uniti per concludere la nostra carrellata di storie. Lo Stato del Colorado impegnato nella costruzione del proprio brand territoriale ha deciso di coinvolgere i cittadini sui social network per capire cosa ne pensassero delle proposte di logo per il loro Stato. Ma loro non l’hanno presa troppo bene.

Molto cittadini infatti hanno criticato la necessità stessa di realizzare un logo, dichiarando il loro incondizionato amore per la bandiera dello stato del Colorado – anche se spesso il brand territoriale sviluppa soluzioni diverse rispetto ai vessilli tradizionali.

Infine, l’amministrazione ha comunque scelto un logo, diverso dalla bandiera, ed è quello realizzato da Evan Hecox che vedete nell’immagine.

Cosa possiamo imparare da queste storie?

Far scegliere il pubblico funziona quando si tratta un’operazione inserita in una più ampia strategia di comunicazione partecipativa. Si tratta comunque una scelta che va oltre le mere questioni grafiche.

Per quanto riguarda il design, le indicazioni da parte del pubblico sono certamente utili, ma vanno analizzate bene, chieste per tempo e avendo selezionato il giusto target. Queste e altre indicazioni sono contenute in un interessante articolo sull’argomento del designer Jeff Jimerson.