I maestri del fumetto: Charles M. Schulz

I maestri del fumetto: Charles M. Schulz

Candido Romano Pubblicato il 12/4/2023

La vita e le opere di Charles M. Schulz, creatore dei Peanuts e di personaggi iconici come Snoopy e Charlie Brown: il fumettista di strisce comiche più famoso e influente al mondo.

Charles M. Schulz nasce a Minneapolis, Minnesota, il 26 novembre 1922: è stato uno dei fumettisti più influenti al mondo e creatore dei Peanuts, striscia comica che per 50 anni ha divertito, commosso e interrogato sulla propria esistenza milioni di lettori in tutto il mondo.

Schulz cresce in una famiglia come tutte le altre, mostrando fin da bambino un grande interesse per il disegno e le strisce a fumetti. Il padre, che di mestiere fa il barbiere, ha origini tedesche, mente la madre ha origini norvegesi.

Pochi giorni dopo la sua nascita viene soprannominato “Sparky” dallo zio, in italiano “piccola scintilla”, un soprannome ispirato al personaggio di Spark Plug di una popolare striscia a fumetti, Barney Google. Schulz sarà chiamato in questo modo da amici e parenti per tutta la vita. Con questo nomignolo firma anche i suoi primi lavori.

Charles M. Schulz eccelle a scuola, ma è un bambino molto timido: figlio unico, riesce difficilmente a fare amicizia e si rintana spesso a casa leggendo i fumetti pubblicati sui giornali domenicali dell’epoca come Skippy, Mickey Mouse e Popeye (Braccio di Ferro). Gli insegnati si accorgono subito del suo talento per il disegno, tanto da dirgli “Charles, da grande sarai un artista”. In questo modo prende coraggio e comincia a disegnare con più costanza, continuando il rito della lettura delle strisce domenicali con il padre.

La famiglia si trasferisce da Minneapolis alla città di St. Paul. Qui, all’età di 13 anni gli viene regalato un cane di nome Spike: è proprio il piccolo animale ad ispirare il suo primo personaggio in assoluto, Snoopy, uno dei personaggi a fumetti più riconoscibili della storia.

Un episodio famoso degli anni del liceo vede il rifiuto alla pubblicazione dei disegni di Schulz sull’annuario scolastico. 60 anni dopo è stata inaugurata una statua di Snoopy proprio in quella scuola.

Schulz è troppo introverso per frequentare una scuola d’arte: ha paura del potenziale giudizio degli insegnanti ed eventuali compagni di classe. Decide quindi di iscriversi a un corso per corrispondenza presso la scuola Art Instruction, Inc. in cartooning e illustrazione.

Il servizio militare, la guerra e l’esordio

Sono due gli eventi che hanno segnato Charles Schulz nel profondo: la chiamata alle armi nel 1942 e la morte della madre, in giovane età, nel 1943, a cui era molto legato. L’autore a 20 anni è costretto, come molti ragazzi della sua generazione, a prestare servizio durante la Seconda Guerra Mondiale, in Francia: “L’esercito mi ha insegnato tutto ciò che avevo bisogno di sapere sulla solitudine”, dirà in una intervista.

Tornato negli Stati Uniti nel 1945, trova un lavoro come letterista per la rivista Timeless Topix e successivamente proprio nella Art Instruction, Inc., dove valuta il lavoro degli studenti di disegno. Lavora diversi anni presso questa scuola e parallelamente studia e disegna in vista dell’esordio.

Proprio qui incontra diversi colleghi e trae grande ispirazione per i suoi futuri personaggi, tra cui quello di Charlie Brown. Trova anche l’amore, anche se non corrisposto: si chiama Donna Mae Johnson Wold (ritratta con Schulz nell’immagine di sotto), una contabile della scuola che rifiuta categoricamente la sua proposta di matrimonio. È proprio lei ad ispirare il personaggio della “ragazzina dei capelli rossi”, eterno amore non corrisposto di Charlie Brown

che viene solo citata e non appare mai nelle strisce dei Peanuts.

Nel frattempo, Schulz continua ad affinare il suo segno e stile artistico, caratterizzato sempre da un umorismo asciutto e intelligente. Spedisce i suoi primi disegni a varie redazioni e finalmente nel 1947 viene pubblicato sul St. Paul Pioneer Press. Si tratta di Li’l Folks, letteralmente “personcine” o “ragazzini”, che l’autore porta avanti per tre anni, fino al 1950. È a tutti gli effetti una forma embrionale dei Peanuts, con personaggi e tematiche che l’autore qui accenna e che continuerà ad esplorare con la sua serie più famosa. Proprio in Li’l Folks l’autore utilizza per la prima volta il nome di Charlie Brown, anche se non è ancora il personaggio che tutti conosciamo.

Nascita dei Peanuts, la striscia più influente al mondo

Chiusa l’esperienza con vari giornali, Schulz lavora con la United Feature Syndicate, una delle maggiori e più potenti società di distribuzione di fumetti negli Stati Uniti e nel mondo, per la pubblicazione della sua serie di strisce a fumetti. La UFS però decide di cambiare nome, a causa dell’esistenza di un altro fumetto degli anni ’30, chiamato Little Folks, un marchio registrato. Il nome Peanuts, letteralmente “noccioline”, non viene quindi scelto dal suo autore, ma dal direttore commerciale Bill Anderson, che in futuro confesserà di aver dato il nome senza aver mai visto il fumetto.

A Schulz il nome Peanuts non è mai piaciuto e non riesce ad accettarlo per il resto della sua carriera. Fatto sta che il 2 ottobre del 1950 esce su alcuni quotidiani statunitensi, tra cui il Washington Post e il Chicago Tribune, la prima striscia dei Peanuts.

Inizialmente la UFS impone di modificare il layout in quattro piccole vignette, per essere disposte sotto forma di quadrato o in linea, in base alle esigenze di spazio dei giornali: venivano trattate come dei veri e propri “tappabuchi” editoriali. Schulz è totalmente contrario a questo trattamento, ma accetta e continua a pubblicare.

Charles M. Schulz, lo stile e la poetica

Il suo stile di disegno minimalista e che va dritto al punto si sposa però perfettamente con le pubblicazioni dell’epoca: anche se relegate in piccole vignette, le situazioni dei vari personaggi sono sempre chiare e vengono subito comprese dai lettori di tutte le età.

Leggere i Peanuts significa conoscere Charles Schulz: le sue paure, i suoi timori, le sue angosce, l’amore mai corrisposto per la ragazzina dai capelli rossi (l’autore comunque si è sposato due volte e ha avuto diversi figli).

La serie inizialmente si concentra su quattro personaggi, cioè Charlie Brown, Shermy, Patty e il cane Snoopy, inizialmente solo un cane che non parla e non si esprime. Anno dopo anno Shermy e Patty passano in secondo piano ed entrano nuovi personaggi: Schroeder, Lucy van Pelt e suo fratello Linus, Piperita Patty, Franklin (il primo personaggio nero) e molti altri.

Ognuno di questi personaggi incarna una parte dell’autore. Charlie Brown, fondamentalmente il protagonista delle strisce, è bloccato nelle sue abitudini, è spesso insofferente e in ben 50 anni di strisce non riesce mai e poi mai a calciare un pallone. Continua però a provarci, insegnando che non bisogna mai mollare.

A toglierglielo letteralmente da sotto ai piedi è Lucy van Pelt, ispirata alla prima moglie dell’autore: è prepotente, egoista e spesso giudica e commenta le situazioni in maniera sarcastica. La rivista scientifica The Lancet ha addirittura eletto Lucy come la “più famosa psichiatra del ventesimo secolo”. Famosissima è la striscia in cui Charlie Brown chiede a Lucy, posta dietro un banchetto di “aiuto psichiatrico”, dei consigli per risolvere il suo profondo senso di depressione. Lucy risponde “Fattelo passare. Cinque centesimi, prego”. La striscia perfetta che descrive un periodo (viene pubblicata nel 1959), in cui alla parola “depressione” non viene dato minimamente peso e viene vista come una “colpa” dell’individuo che decide di averla o meno.

Linus, fratello minore di Lucy e altro personaggio molto importante, trova invece la sicurezza psicologica succhiando il pollice e tramite la sua immancabile copertina. A partire dagli anni ’70 emerge di più il personaggio di Snoopy, che prende sembianze sempre più antropomorfe e comincia a camminare su due zampe. Snoopy rappresenta la fervida immaginazione all’autore.

Il cane immagina di vivere mille vite: nelle strisce “diventa” un pilota durante la Prima Guerra Mondiale a caccia del temibile Barone Rosso, lo studente del collega nullafacente Joe Falchetto (Joe Cool in originale, tradotto perché la parola “cool” non veniva capita dagli italiani in quegli anni), un giocatore professionista di hockey. Nel corso degli anni Snoopy ha interpretato più di 100 personaggi.

Gli adulti nei Peanuts non ci sono mai. Non compaiono mai nelle storie, che raccontano invece delle situazioni prettamente vissute da bambini che ragionano come adulti, anche se non crescono anagraficamente. O meglio, Charlie Brown debutta come un bambino di quattro anni e nell’arco di vent’anni di pubblicazione arriva agli otto anni e mai di più.

I Peanuts è quindi un fumetto per certi versi esistenzialista, e non solo, in cui l’autore ha riversato tutto sé stesso: “fondamentalmente si disegnano ricordi. Si resta seduti a pensare al passato e riportare alla luce brutti ricordi”, ha detto Schulz in un’intervista.

Il grande successo e la fine di un’era

Il successo dei Peanuts a livello mondiale è inimmaginabile: Charles Schulz è stato l’unico sceneggiatore, disegnatore, letterista e colorista di un totale di 17.897 strisce nell’arco di 50 anni ininterrotti. I Peanuts hanno ispirato diversi film e serie animate, parchi a tema, una infinita serie di giocattoli e merchandising.

Nel 1969 addirittura i moduli lunari della missione Apollo 10 della NASA, quella precedente all’atterraggio sulla Luna, vengono chiamati Snoopy e Charlie Brown. Al picco del suo successo, la serie Peanuts viene pubblicata su 2.600 testate in tutto il mondo (tra cui in Italia, prima su Paese Sera e poi sull’omonima rivista Linus) e tradotto in più di 20 lingue per un numero incredibile di 355 milioni di lettori. Il valore di questa enorme macchina era di circa 1 miliardo di dollari all’anno.

Nel dicembre del 1999, gravemente malato, Schulz annuncia il suo ritiro. L’ultima striscia dei Peanuts esce il 3 gennaio 2000, poco prima dalla scomparsa dell’autore, il 12 febbraio dello stesso anno. Recita proprio così:

Cari amici,

ho avuto la fortuna di disegnare Charlie Brown e i suoi amici per quasi cinquant’anni. È stata la realizzazione del sogno che avevo fin da bambino.

Purtroppo, però, ora non sono più in grado di mantenere il ritmo di lavoro richiesto da una striscia quotidiana. La mia famiglia non desidera che i Peanuts siano disegnati da qualcun altro, quindi annuncio il mio ritiro dall’attività.

Sono grato per la lealtà dei miei collaboratori e per la meravigliosa amicizia e l’affetto espressi dai lettori della mia striscia a fumetti in tutti questi anni.

Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy… come potrei mai dimenticarli”.

A parte le serie animate e altre forme di intrattenimento, le strisce a fumetti dei Peanuts si fermano con la scomparsa dell’autore, per suo volere.

L’eredità di Charles M. Schulz

Charles Schulz ha lasciato un tesoro inestimabile per il mondo del fumetto e non solo. La sua capacità di trasformare situazioni quotidiane in strisce comiche straordinarie, la profondità dei suoi personaggi e la sua abilità nel trattare temi complessi hanno fatto sì che le sue opere siano rimaste nel cuore di milioni di lettori in tutto il mondo.

Ha dimostrato anche che il fumetto può essere uno strumento potente per esplorare le emozioni umane e tutte le varie sfumature della vita. Ha aperto la strada a una nuova forma di narrazione visiva, influenzando generazioni di autori e artisti e reso possibile la nascita di strisce di successo come Calvin e Hobbes, Garfield, Dilbert e molte altre.

Una vera e propria leggenda.