I 100 anni di Aldo Novarese: tra ricordo e riedizione del suo libro Alfa-Beta

I 100 anni di Aldo Novarese: tra ricordo e riedizione del suo libro Alfa-Beta

Marco Minzoni Pubblicato il 11/9/2020

Immagine di testata della famiglia Argentero Novarese
Se pensiamo ai caratteri tipografici ci vengono in mente i titoli dei giornali, le insegne dei negozi, oppure i font da scegliere sul nostro computer quando creiamo un nuovo documento. Ci pare che siano sempre esistiti e li diamo per scontati, ignorando quanta storia e tecnica ci sia dietro la loro progettazione. Aldo Novarese è stato sicuramente il disegnatore di caratteri più prolifico che l’Italia abbia visto nel secolo scorso. Durante la sua carriera durata oltre 50 anni ha disegnato più di 70 caratteri, che hanno contribuito allo stile del panorama visivo internazionale tra gli anni ’50 e ’90. Novarese nasce il 29 giugno 1920 nella piccola Pontestura, in provincia di Alessandria (Piemonte). La famiglia si traferisce a Torino, dove il padre lavora come agente doganale e dove Aldo nel 1930 inizia i suoi studi presso la Scuola Artieri Stampatori, sperimentando con la xilografia, incisione e litografia. Si specializza in tipografia alla Scuola Tipografica e di Arti Affini “Giuseppe Vigliardi-Paravia”, sotto la guida del direttore artistico e progettista di caratteri tipografici Alessandro Butti.
La Nebiolo all’inizio del ‘900, immagine di Gabetti Bodoni
Nel 1936 Novarese, a soli sedici anni, inizia a lavorare come progettista per la Nebiolo, maggiore fonderia tipografica e azienda produttrice di macchine da stampa italiana. Butti è stato direttore creativo dello Studio Artistico della Nebiolo dal 1936 al 1952, a cui è poi succeduto proprio Novarese. Il periodo alla direzione creativa dello Studio Artistico è molto prolifico per Novarese, e vedrà la realizzazione dei caratteri tipografici più famosi della Nebiolo, tutt’ora in largo uso. Dalla fine della guerra in poi, la Nebiolo è sempre stata in crisi economica, e si sono succeduti diversi proprietari. Negli anni ’70 la fonderia di ghisa e lo Studio Artistico vengono chiusi, e nel 1978 (sotto la proprietà della FIAT) l’azienda intera dichiara bancarotta. Novarese continuerà il suo lavoro di designatore di caratteri, lavorando in proprio e disegnando per fonderie e distributori di tutta Europa fino alla sua morte, nel 1995.

La classificazione di caratteri

Ispirato da quello creato l’anno precedente da Maximilien Vox, nel 1956 Novarese formalizza un sistema di classificazione dei caratteri tipografici, che verrà pubblicato nel 1964 nel suo libro Alfa-Beta. Secondo questo sistema, i caratteri sono divisi in dieci categorie, che si basano sulla storia e su caratteristiche stilistiche.
Immagine di Giorgio Gandolfo
LAPIDARI: originari dell’antica Roma e usati per epigrafi ed iscrizioni, hanno grazie triangolari. MEDIEVALI: chiamati anche Gotici, sono tipici del periodo medievale e hanno forme aguzze e contrastate. VENEZIANI: di origine Romana ma con grazie arrotondate e forte contrasto tra le aste. TRANSIZIONALI: di transizione tra Romano Antico e Romano Moderno, con aste molto contrastate. BODONIANI: fortissimo contrasto tra le aste e grazie ad angolo retto. EGIZI: caratteri geometrici, poco contrastati e con grazie ad angolo retto. LINEARI: chiamati anche bastoni, sono senza grazie (i moderni sans serif). SCRITTI: detti anche calligrafici, perché imitano la scrittura a mano; possono essere legati o non legati. ORNATI: hanno decorazioni molto evidenti, spesso usati come capilettera. FANTASIA: caratteri non classificabili nelle categorie precedenti, spesso stravaganti.

I caratteri tipografici più celebri

Aldo Novarese ha progettato più di 70 caratteri (oltre 200 se si considerano le variazioni di taglio e peso), di cui la maggior parte per la Nebiolo; molti di questi caratteri vengono ancora largamente utilizzati. Vediamo qui sotto quelli più famosi e caratteristici. Egizio è un carattere disegnato per la Nebiolo e pubblicato nel 1958. Come suggerisce il nome è un carattere geometrico e con grazie ad angolo retto. Una versione digitale è stata creata dalla fonderia URW++ nel 2009. Recta è del 1958, progettato da Novarese sulla base di disegni di Butti di molti anni prima. Viene considerato l’Helvetica italiano, ed è un bastone (sans serif). È stato digitalizzato da Canada Type. Eurostile è forse il più celebre carattere di Novarese e della Nebiolo stessa. Progettato nel 1962 è stato largamente utilizzato in tutto il mondo, spesso per logotipi. Sans serif geometrico e moderno, è disponibile in versione digitale presso Linotype. Carattere transizionale pubblicato dalla Nebiolo nel 1966. Magister ha avuto diversi revival digitali, ma la versione più accurata è di Omnigroup. Forma nasce con la volontà di creare un carattere “obiettivo ed universale”. Pubblicato nel 1968 è stato progettato da un team di abili designer italiani capitanati da Aldo Novarese (Franco Grignani, Giancarlo Iliprandi, Bruno Munari, Ilio Negri, Till Neuburg, Luigi Oriani, Pino Tovaglia). DJR ha creato una versione commerciale con angoli leggermente arrotondati, mentre Tankboys ha progettato Forma Nuova, una versione più aderente al disegno originale. Stop è un carattere display dal carattere futuristico. Pubblicato nel 1971 dalla Nebiolo, lo si trova spesso sia in contesti digitali sia stampati. È disponibile in digitale presso Linotype.

La riedizione del libro Alfa-Beta

Nel 1964 Novarese cura ‘Alfa-Beta: Lo Studio e il Disegno del Carattere’, edito da Progresso Grafico e distribuito dalla casa editrice G.B. Paravia & C. Il volume ripercorre l’evoluzione della scrittura e del segno tipografico dalla sua nascita al periodo della stesura del testo, e presenta la classificazione dei caratteri ideata nel 1956. Alfa-Beta è una delle poche opere di storia del carattere tipografico redatta in italiano, e una delle pochissime ad essere stata scritta da un disegnatore di caratteri e non da uno storico o studioso. Archivio Tipografico è uno spazio attivo e collaborativo per lo studio, la conservazione e l’esercizio dell’arte tipografica. Nel giugno 2020 questa associazione ha lanciato una campagna di crowdfunding per la riedizione del libro. Il progetto è stato ampiamente supportato, e questo permetterà la diffusione di un’opera importantissima per la grafica italiana.
“L’occorrenza del centenario sarà l’occasione per realizzare una ristampa fedele alla prima edizione utilizzando gli impianti originali opportunamente restaurati e digitalizzati, per ottenere un risultato il più possibile fedele alla copia originale. Questa edizione sarà completata da un’introduzione che contestualizzi l’opera nel momento in cui è uscita e ne evidenzi la rilevanza attuale, oltre a descrivere le scelte curatoriali.” —Archivio Tipografico Pare dunque che a 100 anni dalla sua nascita, Novarese stia venendo riscoperto. Grazie alla diffusione del libro, questo progettista verrà conosciuto per la sua opera tipografica a 360 gradi, anche da giovani progettisti di tutto il mondo che potranno attingere al brillante lavoro di Novarese per ispirarsi e sviluppare la base della loro professione.