Abstract. Design per tutti

Abstract. Design per tutti

Aida de Miguel Pubblicato il 7/19/2017

La trasposizione del design nella vita di tutti i giorni fa sì che spesso crediamo che si tratti di un concetto che appartiene a una categoria estranea alla realtà delle cose. Tuttavia, la modernizzazione e la digitalizzazione della società hanno portato il design al centro della vita di tutti i giorni – o almeno questa è l’interpretazione che Netflix ne ha fatto.

Nel primo semestre del 2017, Netflix ha lanciato Abstract, programma che si può definire come la prima serie-documentario che analizza il design (in senso lato) come tema principale. Beh, questo tema, che in passato poteva essere concepito come l’interesse di pochi amanti dell’estetica e del cosiddetto aspetto frivolo del design, la bellezza, la superficialità… sembra prendere il sopravvento: insomma, non c’è niente come un po’ di pedagogia e diffusione fra le masse per far schizzare l’interesse a livelli esponenziali. 

Bruce Ely/Netflix

Abstract è alla sua prima stagione, con 8 episodi della durata di 50 minuti ciascuno. Una visione multidisciplinare del design dalla realizzazione impeccabile e dalla spettacolare presenza visiva. Il lancio è il miglior esempio dell’ambiziosa scommessa di Netflix sui documentari e su questa disciplina in particolare. Ogni episodio ha un format a immagine e somiglianza del protagonista, e presenta otto dei più grandi rappresentanti di spicco del settore. Fra di essi, tutte grandi personalità mondiali nel campo del design come il leggendario designer di Nike Tinker Hatfield, passando per Paula Scher dello studio Pentagram, grafica punto di riferimento mondiale del settore, per finire con il giovane e ambizioso architetto danese Bjarke Ingels, che sembra essere lì apposta per mettere in discussione e rivoluzionare molti dei principi dell’architettura moderna.

Ogni personaggio ci presenta il suo ambiente di lavoro con un caso concreto, rendendo così il messaggio diretto e intrigante. In questo spazio lo spettatore si ritrova e si riconosce nelle cose più concrete, apprezzando con chiarezza di cosa si tratta e come avviene “l’atto creativo” e i processi di lavoro che lo rendono possibile. Un gancio accattivante.

Nike Air Trainer 1 outsole sketch by Tinker Hatfield. news.nike.com.

Le nuove piattaforme di diffusione di contenuti audiovisivi come Netflix o HBO sono adesso molto di più: non solo distribuiscono programmi ma producono il loro proprio contenuto, diventando così un fattore decisivo nella formazione dei trend.

Ma a un pubblico così vasto interessa davvero il design? Netflix è convinto di sì, e che l’interesse non sia affatto superficiale. La qualità di realizzazione e l’importanza degli 8 personaggi della prima stagione ne sono la conferma lampante.

Non ci sono dubbi: una scommessa di questo tipo consente anche di scoprire i diversi professionisti e i molteplici individui che lavorano a stretto contatto con queste discipline. Basta pensare a Paula Scher: il design grafico, l’architettura o la progettazione di auto sono le discipline trattate da Abstract che forse la gente percepisce come più reali, o che comunque possono essere percepite in maniera più rilevante dalla società in generale. Quando Scher ci parla dell’importanza di un linguaggio visivo concreto, vediamo come viene a realizzarsi nel design di un logo o in un’illustrazione, e come subito dopo si materializza nella nostra vita quotidiana sotto forma di sito web, brochure o poster alla fermata dell’autobus sotto casa. Ed è proprio lì che si trova la magia del design – e in sostanza, l’interesse così diffuso per questa disciplina.

FCA US LLC

Potremmo dire che l’arte del design non è arte in sé, ma è arte in quanto risolve in modo magistrale le esigenze quotidiane dell’uomo, senza dimenticare la sensibilità e la capacità dell’essere umano di provare emozioni. Ed è così che parlare di design mostrandone il come e il perché diventa, oggi come non mai, una questione di interesse generale. Abstract ne è un ottimo esempio: l’iniziativa di Netflix con questa serie apre nuove strade alla divulgazione, verso la diversificazione dei contenuti televisivi per il grande pubblico. Speriamo che sia davvero così.