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#Prinstories – Sophia e le stampe artistiche su plexiglass

#Prinstories – Sophia e le stampe artistiche su plexiglass

Massimiliano Santolin Pubblicato il 1/17/2020

#Prinstories – Sophia e le stampe artistiche su plexiglass

Arte e stampa s’incontrano.

Che siano libri illustrati, riviste, poster o tele, la connessione tra arte e stampa è solida e prosegue da tempo immemore. Le creazioni artistiche di Sophia Lewis testimoniano che questo connubio è vivo, vegeto e pronto a percorrere nuove strade.

Sophia ha scelto di creare un’esposizione artistica per superare i limiti del concetto stesso di fotografia, sfidando l’immagine e i suoi contorni ordinari e affidandosi alla stampa digitale e al plexiglass come materiale alternativo. Voleva spingersi oltre, per dare nuova linfa vitale e sostanza all’immagine.

Il risultato visivo è davvero d’impatto. Abbiamo chiesto a Sophia di raccontarci com’è nata la sua audace idea e come l’ha realizzata grazie ai nostri servizi di stampa.

Siete pronti per questo tour virtuale?

Buona visione!

Chi sei? Raccontaci cosa fai nella vita, i tuoi sogni e talenti. Un ritratto conciso ma fedele!

Ciao! Mi sono da poco laureata alla Arts University Bournemouth e risiedo a Dorset, nel Regno Unito. Ho studiato fotografia conseguendo il massimo dei voti, e prima ho seguito un corso di preparazione di un anno in arte e design. Il mio interesse per la fotografia è iniziato sin da giovane: dal momento che utilizzavo costantemente la fotocamera dei miei genitori, alla fine si decisero a comprarmi una piccola fotocamera digitale, una tutta per me già all’età di 10 anni. L’arte e la creatività in generale mi hanno sempre affascinato, e il mio obiettivo immediato per il futuro consiste nel trovare un percorso professionale che mi consenta di perseguire i miei interessi creativi, in modo da poter un giorno affermarmi come artista professionista.

Prima di rivelare com’è nata la tua idea, potresti spiegare ai nostri lettori cosa hai prodotto utilizzando i nostri servizi di stampa?

Certamente. Per il mio progetto finale all’università ho creato due stampe e un cubo di un metro a partire da fogli di plexiglass, tre dei quali stampati con immagini fotografiche astratte che avevo creato appositamente per il progetto. Ho utilizzato Pixartprinting per questi fogli di plexiglass stampati perché offriva un servizio di ordinazione online decisamente user-friendly, oltre ad essere in grado di stampare nella scala che desideravo. Il lavoro di cui parleremo a breve si incentra sul cubo di plexiglass.

Torniamo all’inizio di tutto. Quando ti è venuta l’idea di questo design?  Spiegaci come hai ideato il concept.

Come accennavo prima, per questo progetto finale all’università avevo sviluppato un corpus di immagini fotografiche astratte che ho chiamato “Constructs”. In tale contesto, volevo analizzare la perdita di specificità del mezzo all’interno del mondo digitale, pertanto il mio obiettivo con quest’opera era di sfidare il concetto di cosa può essere considerato immagine fotografica.

La tecnica che ho impiegato per sviluppare queste immagini prevedeva una tecnica di proiezione ripetitiva. Per spiegarlo con parole semplici, ho incollato delle strisce di carta su una parete bianca, l’ho fotografata, e poi ho proiettato la fotografia sulla stessa parete, con la carta ancora attaccata. Dopodiché ho scattato un’altra foto e così via. Durante la fase sperimentale del progetto ho usato un motivo ripetuto di colori primari, combinandolo con forme semplici di carta; l’idea era quella di sviluppare una composizione a partire da elementi semplici. Dopo diverse sperimentazioni e rifiniture, ho optato per tre immagini “finali”. Ho sperimentato con la stampa sia su carta fotografica che su acetato. Gli esperimenti con l’acetato mi hanno portato a considerare ulteriormente l’idea di stampare su materiali trasparenti.

Volevo che il risultato finale riflettesse sia gli elementi a due che a tre dimensioni utilizzati nella creazione effettiva delle immagini. Questo desiderio mi ha portato a considerare l’idea di avere due immagini stampate e una terza immagine plastica. Partendo dall’utilizzo dell’acetato, ho deciso di sperimentare con un materiale più “solido”, finendo così a stampare su plexiglass. L’idea del cubo è nata per caso, mentre guardavo quei cubi di vetro trasparente contenenti delle immagini. Tra me e me pensavo: “Non sarebbe interessante se riuscissi a ottenere un’immagine in un cubo?”. Con quest’idea in mente per alcuni giorni, dalla quale ero estremamente attratta, mi sono ritrovata a pensare a che aspetto avrebbe avuto un cubo con le mie immagini.

Trovata l’idea giusta, hai dovuto fissare un obiettivo. Qual era lo scopo finale del tuo progetto?

Per me, l’obiettivo finale era di andare oltre ciò che poteva essere considerato arte fotografica, soprattutto nell’ambito del mondo digitale. Per questo progetto volevo ottenere un risultato finale che incarnasse tale obiettivo, oltre ad essere ambizioso in termini di campo d’applicazione. Il mio obiettivo a questo punto del progetto era capire come avrei potuto ottenere l’elemento plastico cubico del risultato finale.

Una volta chiariti l’idea del design e il traguardo da raggiungere, bisognava realizzarlo! Come hai fatto? Quali e quante sono state le fasi di progettazione? Parlaci del processo che ha dato vita alla tua idea rendendola pronta per la stampa.

Innanzitutto ho dovuto decidere tra le tre immagini finali quella che avrebbe funzionato meglio una volta traslata in un formato tridimensionale. Dopo una serie di riflessioni, ho deciso l’immagine che sarebbe stata stampata. La progettazione del cubo ha richiesto diverse fasi. In primis, l’elaborazione di schizzi grezzi per effettuare le misurazioni e capire in che modo i fogli di plexiglass potessero combaciare tra loro. Ho fatto una prova con del cartone per avere qualcosa di fisico su cui sperimentare. Successivamente, mi sono procurata dei modelli 3D di come sarebbe stato il cubo una volta costruito, per aiutarmi a visualizzarlo. Per fortuna il mio fidanzato lavora nell’ambito del design 3D, quindi ha potuto realizzarmi questi modelli. Una volta soddisfatta del rendering, ho deciso prima di creare una versione in scala ridotta della scultura, e poi costruire il cubo grande di un metro.

E arriviamo alla stampa! Come hai utilizzato il servizio di stampa on demand? Quali materiali hai scelto? E perché?

Il servizio di ordinazione online offerto da Pixartprinting mi ha semplificato di gran lunga sia l’ordine delle stampe di prova che quello delle stampe per la costruzione su larga scala. Ho potuto ordinare facilmente 3 fogli da 1×1 metro di plexiglass, con uno spessore di 5 mm, stampati con le mie immagini fotografiche astratte. Ho scelto il plexiglass in quanto mi consentiva di stampare su un materiale completamente trasparente, ricollegandosi al metodo di creazione basato sulla proiezione per creare le fotografie. Stampare direttamente sul plexiglass, senza che vi fosse alcuna area bianca, mi ha permesso di sovrapporre le immagini nel modo in cui desideravo. Il costo era molto congruo, e sono rimasta entusiasta della qualità dei prodotti finiti.

Ora è il momento di valorizzare i prodotti creati. Nel tuo caso, volevi produrre un’opera autentica che sfidasse lo status quo. Che emozioni hai provato nel vederla finalmente esposta?

Vedere il lavoro ultimato, con le due stampe e la scultura messe insieme, è stato fantastico. Ero felice perché quei lunghi mesi di duro lavoro erano valsi la pena. Parte dell’opera è stata esposta alla Arts University Bournemouth nell’ambito dei Summer Shows, dopodiché l’intero lavoro è stato mostrato alla nostra laurea che si è tenuta presso l’Old Truman Brewery di Londra. Sento di aver raggiunto il mio obiettivo, ovvero creare qualcosa che superasse i limiti della fotografia.

Ed è solo l’inizio! Quali altri progetti hai in serbo per il futuro? Vuoi anticiparci qualcosa?

Ora che mi sono laureata ho meno vincoli ma, dall’altro lato, ho anche meno supporto per i progetti in quanto non posso più usufruire delle strutture offerte dall’università. È anche per questo motivo che, per quest’ultimo progetto, ho voluto sviluppare una tecnica di lavoro, in termini di proiezioni multiple, con cui avrei potuto mantenermi dopo l’università. Per quanto riguarda i progetti futuri, voglio continuare a esplorare i confini dell’arte fotografica. Creare un’opera tridimensionale è stato fantastico, pertanto mi piacerebbe poter continuare a sperimentare in futuro, considerare l’idea della scultura fotografica. A proposito, vi invito a dare un’occhiata al mio Instagram: sophia.lewis.fry o al mio sito www.sophialewisfry.co.uk qualora desideraste vedere altre mie opere.